"James Herbert - Fluke" - читать интересную книгу автора (Herbert James)

"Spaventosa", pensai an-nuendo con la testa.

тАФ Vieni allora, andiamo a cercare qualcosa. тАФ Si gir├▓ e s'incammin├▓ lungo la strada andando in fretta.
Dovetti cor-rere per stargli dietro.

Era un bastardo ossuto di cinque o sei anni in cui si mi-schiavano le razze pi├╣ dispara-te. Immagina un
dalmata senza macchie, tutto nero, dal corpo senza eleganza, con i piedi in dentro, dalla groppa
massiccia, le zampe posteriori eccessiva-mente angolate (sporgevano troppo all'indietro), i garretti deboli:
cos├м era Rumbo. Cer-tamente non era brutto - non per me, comunque - ma sicu-ramente nessuno mai gli
avreb-be dato un premio di bellezza.
тАФ Forza, cucciolo тАФ mi inci-t├▓ senza fermarsi. тАФ Non vor-rai far tardi a colazione!

Mi sforzai di stargli dietro e ansimando dissi: тАФ Possiamo fermarci per un attimo? Devo fare una cosa.

тАФ Che? Oh, s├м, d'accordo. тАФSi ferm├▓ e io mi accucciai sul marciapiede davanti a lui. Rumbo si scost├▓
con una espressione di disgusto, si acco-st├▓ a un lampione, alz├▓ la gam-ba e comp├м l'operazione in
ma-niera pi├╣ professionale.

тАФ Se farai in questo modo non avrai problemi тАФ mi disse mentre io cercavo di allontana-re una zampa
dalla pozza che si stava formando.

Risposi con un debole sorri-so, contento del fatto che le strade fossero ancora deserte e che non ci
fosse in giro nessun umano che potesse vedermi in quella posizione cos├м poco di-gnitosa. Era la prima
volta che mi ponevo quel tipo di proble-ma: un segno del conflitto tra istinti umani e canini che si stava
svolgendo dentro di me.

Rumbo si avvicin├▓ per an-nusarla; io andai al lampione ad annusare la sua. Soddisfatti entrambi,
continuammo per la nostra strada.

тАФ Dove stiamo andando? тАФgli chiesi. Lui non mi rispose ma acceler├▓ il passo, eccitato. Poi colsi
l'odore di cibo, e non pensai ad altro.

Le strade erano affollate, adesso, ma Rumbo non sem-brava darsene pensiero. Cercai di stargli vicino il
pi├╣ possibi-le, urtandogli talvolta una zam-pa posteriore con la spalla. Le strade mi facevano paura: gli
autobus sembravano case in movimento e le automobili ele-fanti infuriati. La mia vista anormalmente
acuta non mi aiutava per nulla, perch├й i colori troppo intensi mi facevano pau-ra; ma Rumbo non aveva
pau-ra di niente. Evitava abilmente i pedoni e attraversava le stra-de sulle strisce pedonali: aspettava che
un umano comin-ciasse ad attraversare e gli si accodava, mentre io cercavo di stargli appiccicato.

Giungemmo in un posto fra-goroso, dove si agitavano mas-se di gente sebbene fosse anco-ra mattina
molto presto: gente che si spintonava, si accalcava, si affrettava. Il rumore era as-sordante: gli uomini
gridava-no, i camion strombazzavano, le carrette a mano stridevano sul cemento. L'aria era colma di
odori spessi e ricchi: il pro-fumo di molti frutti diversi, l'odore pi├╣ terroso delle verdu-re e delle patate
crude. Se non ci fosse stato tutto quel caos, avrei creduto di aver trovato il paradiso.

Era il mercato: non un mer-catino rionale, ma un grande mercato coperto dove venivano a fare spesa i
ristoranti, i frutti-vendoli, i venditori ambulanti, insomma, dove venivano tutti quanti avevano da comprare
fiori, frutta e verdura; dove i contadini portavano i loro pro-dotti; dove dai moli arrivavano camion e
camion carichi di pro-dotti esotici; da dove ripartiva-no camion carichi fino a scop-piare diretti in tutto il
paese o al porto; dove c'erano voci aspre e contrattazioni accalorate e dove si faceva anche credi-to... a