"La Luna è una severa maestra" - читать интересную книгу автора (Heinlein Robert Anson)

9

Trascorremmo un’ora piacevole e lunga. Quando versammo il caffè, Prof si appoggiò alla spalliera della sedia, sospirò e disse: — È stata una colazione meravigliosa; credo di non essere stato mai così in pace con il mondo. Ah, sì! Mi ricordo: ieri sera. Non ho visto molto di quello che succedeva perché, mentre voi due stavate compiendo quella mirabile ritirata, ero troppo impegnato a sopravvivere. Sono riuscito a sgattaiolare fuori. Ho fatto una lunga volata e ho spiegato le ali. Quando sono riuscito a mettere la pelle in salvo, la festa era finita, quasi tutti se n’erano andati e tutte le giubbe gialle erano morte.

A questo punto devo fare una precisazione. Ho saputo la verità solo più tardi. Quando cominciarono i disordini, mentre io tentavo di trascinare Wyoh fuori dalla porta, Prof cavò fuori una pistola e, sparando al di sopra delle teste, centrò tre poliziotti piantati sulla porta principale della sala compreso quello che muggiva come un toro. Come fosse riuscito a portarsi una pistola sulla Luna… o come fosse riuscito a impossessarsene una volta arrivato… non lo so. Ma la sparatoria di Prof, unita al lavoro di Shorty, rovesciò la situazione. Nemmeno una giubba gialla riuscì a cavarsela. Molta gente fu carbonizzata e altri quattro rimasero uccisi… ma in pochi secondi pugni, calci e coltelli ebbero la meglio sui fucili a laser.

— Forse dovrei dire tutti morti meno uno — proseguì Prof. — Due guardie del corpo alla porta da cui voi siete fuggiti erano state messe a dormire dal vostro compagno Shorty Mkrum… con dolore debbo annunciarvi che Shorty giaceva sopra di loro, morente.

— Lo sappiamo.

— Una delle due guardie aveva la mascella fracassata, ma si muoveva ancora; ho dato al suo collo il trattamento noto nei circoli professionali della Terra come torsione Istanbul. Ha raggiunto subito i suoi commilitoni. A quel punto, quasi tutti i compagni rimasti vivi se n’erano andati. Eravamo rimasti solo io, il presidente dell’assemblea Finn Nielsen e una compagna nota come Mom, così la chiamano i suoi mariti. Mi sono consultato con il compagno Finn e abbiamo chiuso a chiave tutte le porte. C’era da fare il lavoro di sgombero. Sapete che cosa c’è dietro il palcoscenico, in quel teatro?

— Io no — risposi. Anche Wyoh scosse la testa.

— C’è una cucina con dispensa, serve per i banchetti. Credo che Mom e la sua famiglia facciano i macellai di mestiere, perché eliminarono i cadaveri a mano a mano che Finn e io glieli consegnavamo: la loro velocità era limitata solo dal tempo necessario per fare a pezzi i cadaveri e infilarli nella fogna municipale. La vista mi fece quasi svenire e allora preferii starmene nella sala a riordinare. È stato difficile sbarazzarsi degli abiti, specie delle uniformi militari.

— Che cosa avete fatto dei fucili a laser?

Prof si volse verso di me con lo sguardo vuoto. — I fucili? Accidenti, devono essere scomparsi. Abbiamo tolto dai cadaveri dei compagni caduti gli effetti personali… per i parenti, per identificarli e per un fatto sentimentale. Alla fine tutto era in perfetto ordine. Non un lavoro che avrebbe tratto in inganno l’Interpol, ma tale da far sembrare improbabile che un avvenimento straordinario fosse successo poco prima. Discutemmo di nuovo e stabilimmo che sarebbe stato meglio non farsi vedere in giro per un poco; ce ne andammo uno alla volta, io da una porta stagna al di sopra del palcoscenico, che conduceva al livello sei. Da allora ho cercato di mettermi in contatto con te, Manuel, preoccupato per la tua salvezza e quella di questa cara signorina. — Prof fece un inchino a Wyoh. — La mia storia finisce qui. Ho passato la notte in posti tranquilli.

— Prof — dissi — quelle guardie del corpo dovevano essere novellini, non ancora ben addestrati. Altrimenti non avremmo vinto.

— Può darsi — ammise. — Ma anche se fossero stati dei vecchi lupi, la battaglia sarebbe finita allo stesso modo.

— E com’è possibile? Erano armati!

— Amico, hai mai visto un boxer? Credo di no; non ci sono cani così grandi sulla Luna. Il boxer è il risultato di una speciale selezione. Gentile e intelligente, si trasforma istantaneamente in furia mortale, se la necessità lo richiede. Sulla Luna è stata forgiata una creatura ancora più strana. Non esiste città, sulla Terra, dove ci sia un livello di buone maniere e di considerazione per i propri simili tanto alto come quello della Luna. In confronto le città terrestri… ho conosciuto quasi tutte le maggiori… sono barbariche. Eppure il Lunare può diventare una furia omicida come i cani boxer. Manuel, nove poliziotti, armati fin che vuoi, non avevano alcuna possibilità di farcela contro quella folla. Il nostro padrone si è sbagliato sul nostro conto.

— Uhm. Prof, hai visto un giornale di stamane? O il notiziario televisivo?

— Ho visto la televisione.

— Il telegiornale della notte non ha dato nessuna notizia.

— E nemmeno quello di stamane?

— Strano — dissi.

— Perché strano? — disse Wyoh. — Noi non parliamo e abbiamo compagni nei posti chiave di ogni giornale della Luna.

Prof scosse la testa. — No, mia cara. Non è così semplice. Censura. Sai come vengono composte le pagine dei nostri giornali?

— Non esattamente. Immagino che siano fatte a macchina.

— Ecco che cosa vuol dire il Professore — le spiegai. — Le notizie vengono scritte a macchina nelle redazioni. Da qui trasmesse per telefono al calcolatore principale dell’Ente. — Speravo che notasse l’espressione calcolatore principale invece che Mike. - Un settore del calcolatore legge, impagina e stampa i giornali nelle varie città di destinazione. L’edizione di Novylen del Daily Lunatic viene stampata a Novylen con la cronaca e la pubblicità locale cambiate; il calcolatore sostituisce le pagine locali automaticamente, non c’è bisogno di dirgli come. Prof vuole dire che appena le notizie arrivano all’Ente, il Governatore può intervenire. Così per i giornali come per ogni altro tipo di notizia, da o per la Luna. Vengono setacciate nella sala calcolatori.

— Il punto — proseguì Prof — è che il Governatore potrebbe aver censurato la notizia. È irrilevante se lo ha fatto. Potrebbe far pubblicare qualsiasi notizia, nonostante tutti i compagni che abbiamo nelle redazioni dei giornali.

— Certamente — confermai. — L’Ente può aggiungere, tagliare o cambiare tutte le notizie che vuole.

— Questa, señorita, è la debolezza della nostra Causa: le comunicazioni. Quei poliziotti che abbiamo eliminato non erano molto importanti. È invece di importanza vitale che dipenda dal Governatore, e non da noi, se il resoconto viene pubblicato o no. Per i rivoluzionari, le comunicazioni sono una condizione sine qua non.

Wyoh mi guardò, io mi accorsi che aveva i nervi a fior di pelle, pronti a saltare. Cambiai argomento. — Prof, perché liberarsi dei cadaveri? A parte il fatto che è un’operazione macabra, è stato un grosso rischio. Non so quante guardie del corpo abbia il Governatore, ma ne sarebbero potute intervenire altre, mentre eravate impegnati.

— Credimi, amico, lo temevamo anche noi. E benché io fossi praticamente inutile per quel lavoro macabro, è stata una mia idea a cui ho fatto aderire gli altri. Oh, non proprio un’idea originale, piuttosto un ricordo del passato, un principio storico.

— Che principio?

— Terrore! Un uomo affronta un pericolo noto. Ma l’ignoto lo spaventa. Abbiamo fatto scomparire quei piedipiatti, denti e unghie comprese, per terrorizzare i loro colleghi. Nemmeno io so quanti effettivi abbia il Governatore, ma ti garantisco che oggi sono meno efficienti di ieri. I loro colleghi sono usciti per una semplice missione. E non è tornato indietro nessuno.

Wyoh fu scossa da un brivido. — È un’idea che spaventa anche me. Non avranno tanta voglia di penetrare di nuovo in un quartiere. Però, Professore, tu dici di non sapere quante guardie del corpo abbia il Governatore. L’organizzazione lo sa: ventisette. Se nove sono state uccise, ne rimangono diciotto. Forse è il momento di agire. Non vi pare?

— No — risposi.

— Perché no, Manuel? Non saranno mai più così deboli.

— Non sono abbastanza deboli. Ne abbiamo uccisi nove perché sono stati tanto stupidi da venire a farsi ammazzare. Ma se il Governatore se ne sta a casa con le guardie del corpo intorno… Insomma di storie della marcia a fianco a fianco ne abbiamo avute abbastanza ieri sera. — Mi volsi al Professore. — Comunque, mi interessa il fatto, se è vero, che il Governatore abbia solo diciotto armigeri, ora. Hai detto che Wyoh non dovrebbe tornare a Hong Kong e che io non dovrei andare a casa. Ma se ci sono solo diciotto poliziotti in circolazione, che pericolo può esserci? Più tardi, quando saranno affluiti i rinforzi, ce ne sarà, ma ora… Insomma, Luna City ha quattro uscite principali, più molte altre piccole. Quante ne potranno tenere sotto controllo? Che cosa impedisce a Wyoh di andare fino alla Stazione Metropolitana Ovest, prendersi la sua tuta a pressione e andarsene a casa?

— Potrebbe farlo — ammise il Professore.

— Credo di doverlo fare — disse Wyoh. — Non posso starmene qui per sempre. Se devo nascondermi, posso riuscirci meglio a Hong Kong, dove conosco molta gente.

— Forse ci riusciresti, mia cara, ma io ne dubito. Ieri sera c’erano due giubbe gialle alla Stazione Ovest, le ho viste io. Ammettiamo che ora non ci siano più. Vai alla stazione, magari travestita, ritiri la tuta a pressione e prendi la capsula per Beluthatatchie. Mentre smonti dalla capsula per prendere l’autobus di Endsville, vieni arrestata. Si tratta di comunicazioni: non c’è bisogno di mettere di guardia alla stazione una giubba gialla, basta che qualcuno ti veda. Una telefonata fa tutto il resto.

— Però, hai ammesso che potrei essere travestita.

— La tua altezza non passerebbe inosservata e la tuta a pressione è certamente controllata. Da qualcuno che non sospettiamo nemmeno che sia in contatto con il Governatore. Molto probabilmente un compagno. — Prof mise in mostra le fossette. — Il guaio di tutte le cospirazioni è che sono bacate all’interno. Quando i congiurati sono quattro, ci sono cinquanta probabilità su cento che uno sia una spia.

Wyoh era tetra. — Da come la metti tu, sembra che non ci sia più speranza.

— Per niente, mia cara. Abbiamo una possibilità su mille, forse.

— Non posso crederlo. Non ci credo! Da quando ho cominciato a interessarmi io, la nostra Causa ha attirato nuovi membri a centinaia! Abbiamo un’organizzazione in ogni grande città. Il popolo è con noi.

Prof scosse la testa. — A ogni nuovo membro, le tue probabilità di essere tradita aumentano. Wyoming, mia cara ragazza, non si vincono le rivoluzioni arruolando le masse. La rivoluzione è una scienza che solo pochi sono in grado di praticare. Dipende da un’organizzazione funzionante e, soprattutto, da una buona rete di comunicazioni. Poi, al momento storicamente opportuno, la rivoluzione scatta. Organizzata in modo funzionale, può essere incruenta. Realizzata in modo rozzo o prima del tempo si trasforma in guerra civile, violenza popolare, purghe, terrore. Spero che tu mi perdoni se dico che, fino a ora, la rivoluzione è stata preparata in modo rozzo.

Wyoh parve sconvolta. — Che cosa intendi dire con organizzazione funzionale?

— Quello che ho detto: organizzazione funzionale. Come si fa a progettare un motore elettrico? Gli applicheresti una vasca da bagno solo perché ne hai una a portata di mano? Servirebbe un mazzo di fiori? Un mucchio di sassi? No! Impiegheresti solo gli elementi necessari per lo scopo del motore e lo fabbricheresti delle minime dimensioni possibili, in più, aggiungeresti i dispositivi di sicurezza. È la funzione che determina il progetto.

"Lo stesso avviene per la rivoluzione. L’organizzazione non deve essere più vasta del minimo necessario. Non si deve mai reclutare un nuovo membro, solo perché vuole unirsi. Né tentare di persuadere qualcuno per il piacere di avere un altro che condivide le tue idee. Le condividerà quando sarà l’ora… Altrimenti è segno che non si è scelto bene il momento storico. Oh, ci sarà un’organizzazione per l’istruzione delle masse, ma deve essere separata: gli agitprop non fanno parte della struttura di base.

"Veniamo alla struttura di base: una rivoluzione muove i primi passi in seno a un gruppo di cospiratori e perciò i cospiratori devono essere pochi, segreti e organizzati in modo tale da minimizzare i danni di un eventuale tradimento, dato che ci sarà sempre un tradimento. Una soluzione è il sistema a cellula e fino a ora non è stato inventato niente di meglio.

"Si è fatta molta teoria a proposito delle dimensioni ottimali di una cellula rivoluzionaria. Credo che la storia dimostri che la cellula di tre persone è la migliore possibile. Più di tre persone difficilmente si trovano d’accordo sull’ora a cui si deve mangiare; figuriamoci se si tratta di proclamare uno sciopero. Manuel, tu appartieni a una famiglia numerosa, votate per stabilire l’ora dei pranzi?"

— Santo cielo, no! Decide Mum.

— Ah! — Prof prese carta e matita dal portafoglio e cominciò a tracciare linee. — Ecco lo schema di una cellula a tre. Se dovessi progettare di prendere il potere sulla Luna, incomincerei da noi tre. Uno verrebbe scelto come presidente. Non voteremmo; la scelta sarebbe ovvia. … altrimenti non saremmo le tre persone adatte. Noi conosceremmo altre nove persone, i membri delle tre cellule successive… Ma ogni cellula conoscerebbe solo uno di noi.

— Sembra un diagramma da calcolatore elettronico… a logica ternaria.

— Davvero? Al livello successivo ci sono due modi di stabilire i contatti: questo compagno al secondo livello conosce il suo capo-cellula, i due compagni di cellula e al terzo livello conosce i tre membri della sua sottocellula. Può conoscere, o non conoscere, le sottocellule dei compagni di cellula. Nel primo caso si raddoppia la sicurezza. Nel secondo si raddoppia la velocità di recupero nel caso che salti la sicurezza. Facciamo l’ipotesi che non conosca le sottocellule dei suoi compagni di cellula. Manuel, quante persone può tradire? Non dire che non può tradire; oggi si può lavare il cervello di chiunque, stirarlo e inamidarlo e usarlo a proprio piacimento. Quanti, allora?

— Sei — risposi. — Il suo capo, due compagni di cellula, tre membri della sottocellula.

— Sette — corresse il professore. — Tradisce anche se stesso. Il che lascia sette contatti spezzati, su tre livelli, da riparare. Come si fa?

— Non vedo come — disse Wyoh. — L’organizzazione, a questo punto, è così sfaldata che casca a pezzi.

— Manuel? Un’esercitazione per lo studente.

— Ecco… i compagni del terzo livello devono avere il modo di spedire un messaggio, in su, per tre livelli. Non devono sapere a chi consegnarlo, solo dove consegnarlo — risposi.

— Precisamente!

— Però, Prof — continuai — c’è un metodo migliore di organizzarsi.

— Davvero? Molti teorici della rivoluzione hanno escluso che esista un sistema migliore, Manuel. Ho tanta fiducia in loro che sono disposto a fare una scommessa con te… Diciamo a dieci contro uno.

— Credo che guadagnerò i tuoi soldi. Prendiamo delle cellule e le organizziamo in piramide aperta di tetraedri. Dove i verticali sono in comune, ciascun membro ne conosce uno della cellula vicina, sa come fargli arrivare un messaggio e non ha bisogno di sapere altro. Le comunicazioni non si interrompono mai perché si muovono lateralmente oltre che su e giù. Come una rete nervosa. Ecco perché si può fare un buco nel cervello di un uomo, togliere un pezzetto di materia grigia senza danneggiare troppo la capacità di pensare. C’è un eccesso di capacità e quindi i pensieri in qualche modo circolano lo stesso, evitando la zona danneggiata. Il cervello perde la parte distrutta ma continua a funzionare.

— Manuel — disse dubbioso il Professore — potresti disegnare lo schema? Sembra funzionale… ma è così contrario alla dottrina ortodossa che ho bisogno di vederlo graficamente.

— Ecco… potrei fare molto meglio con lo stereografo elettronico. Ma proverò lo stesso.

Chiunque pensi che sia facile disegnare centoventuno tetraedri, entro una piramide aperta, su cinque livelli in modo sufficientemente chiaro da mostrare le interrelazioni, è invitato a farlo!

Infine dissi: — Guardate lo schizzo base. Ciascun vertice di ogni triangolo è in comune con nessuno, uno o due altri triangoli. Quando il contatto è unico, ecco il suo legame, in una direzione e nell’altra. Un contatto è sufficiente per una rete di comunicazioni multiple. Negli angoli dove non c’è alcun contatto, si salta a destra sull’angolo vicino. Dove il contatto è doppio, la scelta è ancora sulla destra.

"Ora facciamo l’esempio con le persone. Prendete il livello D. A questo vertice c’è il compagno Dan. No, scendiamo di un altro piano per dimostrare il caso di tre livelli di comunicazione messi fuori causa. Siamo al livello E, e questo è il compagno Egbert. Egbert lavora alle dipendenze di Donald, e i suoi compagni di cellula sono Edward ed Elmer; sotto di lui altri tre, Frank, Fred e Fatso… però sa anche come far giungere un messaggio a Ezra che si trova al suo livello ma non fa parte della sua cellula. Non conosce il nome, né il volto, né l’indirizzo di Ezra, ma ha un modo, probabilmente un numero di telefono, per raggiungere Ezra in caso di emergenza.

"E vediamo lo schema in funzione. Casimir, livello tre, fa una soffiata e tradisce Charlie e Cox nella sua cellula, Baker al livello superiore e Donald, Dan, e Dick nella sottocellula, isolando Egbert, Edward, ed Elmer e tutte le cellule dipendenti da loro.

"Tutti e tre denunciano il tradimento. È un eccesso, ma è necessario per ogni buon sistema di comunicazione. Seguiamo il grido di aiuto di Egbert. Chiama Ezra. Ma Ezra è sotto Charlie ed è isolato anche lui. Non importa, perché Ezra, contemporaneamente, ha avvertito anche Edmund, il suo contatto di sicurezza. Per disgrazia Edmund è sotto Cox, e quindi passa il messaggio lateralmente, tramite Enwright. Quest’ultimo aggira definitivamente le cellule tradite e il messaggio sale a Dover, Chambres e Beeswas, fino ad Adam, il numero uno… che risponde scendendo dall’altra parte della piramide, con passaggi laterali al livello E da Esther a Egbert avanti fino a Ezra ed Edmund. Questi due messaggi, uno di salita e uno di discesa, non solo giungono rapidamente a destinazione, ma dal modo in cui arrivano definiscono con esattezza al numero uno quanto danno è stato fatto all’organizzazione e dove. L’organizzazione non solo continua a funzionare ma comincia ad autoripararsi immediatamente."

Wyoh tracciava linee su linee convincendosi sempre più che lo schema funzionava… Non poteva non funzionare, era un circuito idiota. Bastava che Mike lo studiasse per qualche millisecondo e avrebbe prodotto uno schema migliore, più sicuro; probabilmente, anzi certamente, avrebbe scoperto il modo per evitare tradimenti accelerando la velocità di comunicazione. Il fatto è che io non sono un calcolatore elettronico.

Prof guardava con gli occhi sbarrati.

— Che cosa c’è che non va? — chiesi. — Funziona benissimo; questa roba è come l’alfabeto, per me.

— Manuel, mio caro rag… Scusami: signor O’Kelly… sarete voi il capo di questa rivoluzione?

— Io? Santo Dio, no! Non sono il martire delle cause perse. Stavo solo parlando di circuiti elettronici.

Wyoh alzò gli occhi.

— Mannie — disse con voce asciutta — è deciso: sei il capo.