"L’uomo disintegrato" - читать интересную книгу автора (Bester Alfred)

PARTE SECONDA

6

Come accade in tutti i delitti premeditati, un particolare non era stato previsto. Con tutte le sue ricchezze e con un abilissimo esper al suo servizio, Reich sarebbe riuscito a correre ai ripari in tempo?

Alle dodici e mezzo del mattino seguente la Pattuglia d’Emergenza giunse a casa Beaumont in seguito al messaggio trasmesso dal corpo di guardia locale: G. Z. Beaumont. Y. L. P. R. che significava: Una azione illegale è stata compiuta in casa Beaumont, Park South numero nove.

Alle dodici e cinquanta comparvero gli operatori pantygrafici in seguito a un anonimo messaggio. Venite subito a casa della Mummia Dorata. Un uomo morto in una rissa. Furono immediatamente fatti uscire, ma si aggirarono lì intorno pieni di speranze.

All’una, Preston Powell arrivò a casa Beaumont in seguito all’affannosa chiamata di un ispettore: — Ve lo dico io, Powell, qui si tratta di un delitto con le tre aggravanti massime. Non so se essere contento o seccato; so solo che nessuno di noi è in grado di risolvere la situazione.

— Ma in che cosa consiste esattamente il problema?

— Ecco qui, Powell. L’assassinio è un fatto anormale. Solo una psiche alterata può concepire di dare la morte con la violenza. Giusto?

— Giusto.

— E questo è il motivo per cui negli ultimi settant’anni non si è verificato un delitto così grave. Un uomo non può andarsene in giro in stato di alterazione psichica, meditando il delitto. Voi telespie lo scoprirete invariabilmente prima che possa realizzare i suoi loschi disegni.

— Finora — ammise Powell.

— Qui siamo di fronte a un assassinio che deve essere stato premeditato in ogni particolare, e a un assassino che è riuscito a sfuggire all’attenzione di tutti, perfino delle due telespie di Marie Beaumont. Deve essere psichicamente non molto diverso da tutti gli altri eppure abbastanza anormale da uccidere. Come diavolo si spiega un paradosso del genere?

— Non ho ancora idee in proposito. Nessun indizio?

— Nessun indizio fondato. Non sappiamo che cosa abbia causato la morte di D’Courtney. Sua figlia è scomparsa; qualcuno ha proiettato fuori del tempo per un’ora intera i due uomini messi a guardia di D’Courtney, e non riusciamo a capire con che mezzo. E inoltre…

— Basta così. Vengo immediatamente.

Il salone di casa Beaumont splendeva di una bianca luce abbagliante. Poliziotti in uniforme si aggiravano dappertutto. I tecnici del Laboratorio Legale in camice sbucavano qua e là improvvisi, come scarafaggi. Quattro Rivelatori Molecolari, lucenti apparecchi con lunghe spire da serpi e lucidi tubi, stridevano rumorosamente sui pavimenti azionati da squadre del Reparto Molecolare, che avevano la precisione di movimenti di un fotografo astronomico. Gli ospiti erano riuniti nel centro del salone.

Scendendo dalla scalinata orientale, Powell avvertì l’ondata di ostilità che accolse il suo arrivo. Rapidamente si mise in contatto telepatico con Charley Son, Ispettore di polizia, un secondo grado: Come si presenta la situazione, Chas?

Parla in gergo.

Servendosi del Codice informativo in uso presso la polizia, fatto di sintesi di immagini, scambi di significati e simboli specifici, Son continuò: Ci sono telespie qui in giro. Meglio non farsi capire. E informò Powell degli ultimi avvenimenti.

Capisco. Va male. Che cosa fa tutta questa gente ammassata lì in mezzo? Stai inscenando qualcosa?

Sì, faremo la scena del buono e del cattivo.

Necessario?

È gente marcia. Viziata. Bisogna ricorrere a un trucco per cavarle qualcosa di bocca. Io farò il cattivo; tu farai il buono, naturalmente.

Va bene. Fa’ registrare.

A metà scalinata Powell si fermò. Un’espressione di stupita indignazione si dipinse sul suo viso.

— Son! — sbottò. Tutti gli occhi si rivolsero a lui. — È così che usate condurre le vostre indagini? Ammucchiate della povera gente innocente tutta insieme, come un branco di bestie?

— Non sono innocenti — grugnì Son. — È stato ucciso un uomo, qui.

— Son, finché l’assassino non sarà stato scoperto, bisogna trattarli come se fossero tutti innocenti, con quella cortesia che si meritano.

— Che cosa? — sbuffò Son. — Questo branco di iene, questa gentaglia marcia e corrotta?

— Come osate! Fate immediatamente le vostre scuse!

Son trasse un profondo respiro, strinse i pugni con gesto rabbioso, poi si volse agli ospiti attoniti: — Le mie scuse — brontolò.

— E vi avverto, Son — continuò Powell con voce dura — se qualcosa del genere dovesse ripetersi, ve la farò pagare cara. E adesso andatevene.

Powell discese la scalinata e sorrise agli ospiti. — Signore e signori, naturalmente vi conosco di vista. No, non sono tanto famoso, quindi permettete che mi presenti. Preston Powell. Ispettore del Reparto Psicologico. Titoli antiquati, eh? Ispettore e psicologo. Ma non ci faremo caso. — Avanzò verso Marie Beaumont con la mano tesa. — Ve la siete passata male. Lo so. Con questi villani in uniforme.

Un mormorio di soddisfazione si levò dalla folla degli ospiti. L’atmosfera di ostilità cominciò a dissolversi. Marie strinse meccanicamente la mano di Powell, come affascinata, e cominciò a rassettarsi.

— Caro ispettore! — Era come un’attempata ragazzina, così aggrappata al suo braccio. — Ho avuto tanta paura.

Powell fece schioccare le dita. Al capitano che gli si presentò disse: — Conducete Madame e i suoi ospiti nello studio. Niente guardie.

Il capitano si schiarì la voce. — Per quel che riguarda gli ospiti di Madame, uno è arrivato quando il delitto era già stato denunciato. Si tratta di un legale, San Jordan.

Powell trovò San Jordan, secondo grado, legale, tra la folla, e si mise in contatto telepatico con lui:

Come mai sei qui, San?

Affari. Chiamato dal mio cliente, Ben Reich.

Quel pescecane. Aspetta qui con Reich. Ci metteremo d’accordo.

— Signori e signore… nello studio, prego…

La folla degli ospiti si mosse, guidata dal capitano. Tutti chiacchieravano con rinnovata animazione. Tra il brusio e gli scoppi di risa Powell avvertì la durezza di una resistenza telepatica. Ne riconobbe il carattere ed espresse il suo stupore.

Gus! Gus T8!

Oh! Salve, Powell.

Tu? Così pauroso di essere scoperto?

Gus? interloquì Son. Qui? Non me ne ero assolutamente accorto.

Ma perché diavolo ti nascondi?

Caotica risposta di rabbia, dolore, terrore di perder la stima altrui, autodeprecazione, vergogna…

Calmati, Gus. Non sarà questo piccolo scandalo a rovinarti. Sii più sereno. Sta’ qui e aiutaci. È un bel colpo poter disporre di un altro primo grado.

Quando la sala si fu svuotata degli ospiti, Powell rivolse un’occhiata penetrante ai tre uomini che rimanevano con lui. San Jordan era un uomo di corporatura robusta, pesante, solido, con una lucente testa calva, viso dai lineamenti forti ed espressione cordiale. Il piccolo T8 era nervoso ed eccitato… più del solito. Peccato che i chirurghi estetici non potessero far nulla per farlo crescere fino a un metro e ottanta. Ciò avrebbe risolto gran parte dei complessi di T8.

E il famoso Ben Reich. Powell lo vedeva per la prima volta. Alto, spalle ampie, deciso, emanante fascino e forza.

Gli occhi di Reich erano belli, ma la bocca era troppo piccola, con labbra troppo sottili, e faceva lo strano effetto di una ferita. Un uomo magnetico con qualcosa di repellente.

Reich sorrise. Spontaneamente i due si strinsero la mano. Un’inaspettata forma di chemotropismo avvicinava l’uno all’altro. Era pericoloso. Powell cercò di scuotersi.

Si volse a Jordan: — Ebbene San?

— Reich mi ha chiamato qui a rappresentare lui e tutte le altre persone sospettate. Niente telepatia, Pres. Si tratta di una questione che va risolta su un piano obiettivo. Io sono qui per controllare che le cose si svolgano in questo modo. Assisterò a ogni interrogatorio.

— Non si può smettere di captare, San. Non c’è nessuna legge che lo impedisca. Noi possiamo scoprire quanto è possibile…

— Se l’esaminando dà il suo consenso. Io sono qui appunto per dirti se hai o no tale consenso.

Powell guardò Reich. — Avete un’idea dei vostri diritti e doveri legali?

— Ne ho un’idea vaga.

— Vaga? — sorrise Powell. — Devo accettare questa risposta dalla volpe della Sacramento?

— Talvolta la volpe finge di dormire.

— Ebbene, vi chiarirò io le idee. Ogni individuo ha il diritto di opporsi a una teleanalisi, come ha il diritto di opporsi a un interrogatorio orale.

— E c’è poi il Quinto Emendamento — disse Jordan.

Powell annuì. — Ma la legge dichiara che non si può rispondere ad alcune domande e rifiutarsi di rispondere ad altre. Dev’essere tutto o niente.

— Capisco — disse Reich.

— Naturalmente se in un caso grave come questo uno ricorre al Quinto Emendamento e rifiuta di rispondere a qualunque domanda posta in qualsiasi modo, ci obbliga a dedurre che ha qualcosa da nascondere.

— Comunque — lo interruppe Jordan — non vi ho interpellato su questo.

— Stavo per chiedervi come stanno le cose circa la telepatia — disse Reich.

— Ebbene — rispose Powell — se decidete di spalancare le porte della vostra mente al telepate che vi analizza, dovete rispondere a tutte le eventuali domande, ma sottomettersi all’analisi telepatica non è obbligatorio, è volontario. La legge si accontenta di risposte orali.

— Infatti — soggiunse Jordan — la legge impone al teleesaminatore al servizio della polizia, di chiedere un’approvazione all’interrogato per ogni singola domanda. Io sono appunto qui perché, se voi rifiutate, non si forzi la vostra volontà. Non c’è bisogno che mi confidiate nulla. Ditemi semplicemente che non volete essere analizzato e vedrò che nessuno lo faccia. Non è necessario che io sappia quali motivi vi inducono a tale decisione.

— Naturalmente — disse Powell, in tono scherzoso — ci sono casi in cui non potreste vietare che si capti la vostra risposta a certe domande. Ad esempio, se vi chiedessi cos’avete mangiato ieri sera…

— Avrebbe tutti i diritti del mondo di rifiutare di essere teleesaminato anche su questo punto.

Powell si volse a Reich. — Son è un secondo grado. Io sono un primo. Volete aspettare finché riuscite a trovare un altro primo che vi rappresenti? È vostro diritto.

— No — disse Reich lentamente. — Mi fido di voi.

— Grazie. Come mai vi siete procurato immediatamente un avvocato? Siete implicato in questo pasticcio?

— Non si dirige la Sacramento senza accumulare un mucchio di segreti che si ha il dovere di tenere celati.

— Perché Jordan dovrebbe rappresentare gli altri invitati?

Smettila di insistere su questo tono, Pres.

E tu smettila di oppormi resistenze psichiche. Sto cercando di rendermi conto in che rapporto emotivo si trova con il resto delle persone sospettate.

Non hai il diritto di rendertene conto con questi mezzi.

Che il diavolo mi porti se non ce l’ho. Il problema fu risolto al processo Carmody venticinque anni fa. Noi possiamo ricostruire l’atmosfera generale, purché lo facciamo senza ricercare particolari specifici.

Sì, a patto che le domande poste oralmente rivelino chiaramente lo scopo preciso della teleanalisi. Tu non hai fatto nulla del genere.

— Porrò la questione in altri termini — disse Powell prima che Reich potesse rispondere. — Pensavate che qualcuno, o tutti gli invitati avessero particolarmente bisogno del sostegno del signor Jordan, un legale esper di grande autorità? Vorrei captare la vostra risposta per avere una idea delle vostre reazioni emotive generali.

— Non siete obbligato a dare la vostra approvazione — disse Jordan.

— E non la darò — replicò Reich.

— Volete rispondermi a voce?

— Sì — disse Reich. — Erano tutti spaventati. Marie era terrorizzata. Mi chiese aiuto. Questo era il miglior aiuto che potessi darle.

— Volete dirmi perché vi siete rifiutato di lasciarvi analizzare su questa domanda?

— Non preoccupatevi di rispondere — consigliò Jordan. — Pres non ha il diritto di fare questa domanda. Nessuno ce l’ha. Il processo per il vecchio caso Alan Courtney l’ha stabilito definitivamente.

— Dannazione — disse Powell, seccato — m’hai bloccato. Passiamo alla fase investigativa.

I tre si avviarono verso lo studio. Mentre attraversavano il salone Son si rivolse a Powell in gergo: Pres, perché ti sei lasciato avvolgere da San in quella rete di cavilli?

Perché, mentre era tutto preso coi suoi cavilli, sono riuscito nell’unica cosa che mi interessava.

E che cos’era?

Una risposta ai miei dubbi su Ben Reich. Ci ha aperto uno spiraglio, Chas, e non potrà più richiuderlo.

Ci fu un momento di profondo silenzio e poi, mentre Powell si allontanava verso lo studio, sotto l’arco nord, un messaggio di ammirazione lo seguì. Mi inchino, Pres, mi inchino al Maestro.

Powell entrò nella stanza e, staccandosi da Reich, T8, e Jordan, si avviò direttamente al centro. Poi si guardò intorno, cercando di valutare la psicologia di massa di quei gaudenti e chiedendosi quale tattica avrebbe dovuto impiegare.

Si accese una sigaretta. — Tutti sapete, naturalmente, che sono una telespia. Probabilmente qualcuno di voi si è sentito allarmato dalla mia presenza. Così mi immaginate come un mostro favoloso che sia qui a sondare la vostra psiche. Ebbene, Jordan me lo impedirebbe, qualora ne fossi capace. E francamente parlando, captare le reazioni psicologiche di una massa è un lavoro che nessun esper saprebbe fare. È già abbastanza difficile sondare la psiche di un singolo individuo, ma diventa impossibile quando dozzine di figure telepatiche affollano il quadro, confondendo le linee. E quando ci troviamo di fronte a un gruppo di persone eccezionali, altamente differenziate come siete voi, non possiamo trovarci che a vostra completa mercé.

— E ha detto che io ho del fascino! — mormorò Reich.

— Stanotte — proseguì Powell — vi siete divertiti a giocare un vecchio gioco detto Sardina. Vorrei essere stato tra i vostri invitati, Madame. Dovete ricordarvi di me la prossima volta.

— Certo — promise Marie, — certo, carissimo Ispettore.

— Nel corso del gioco, il vecchio D’Courtney è stato ucciso. Siamo quasi sicuri che si tratta di omicidio premeditato. Ne saremo certi quando il laboratorio legale avrà compiuto le sue analisi. Ma supponiamo che si tratti di un crimine aggravato. Questo ci permetterà di giocare a un altro antico gioco, detto Delitto.

Gli invitati parvero interessarsi. Powell proseguì con lo stesso tono leggero, riuscendo a far apparire il più spaventoso delitto del secolo come un pretesto al più piacevole degli svaghi.

— Nel gioco chiamato Delitto — disse — la presunta vittima viene uccisa. Colui che fa la parte dell’investigatore deve scoprire chi l’ha uccisa. Così sottopone a interrogatori i presunti sospettati. Tutti devono dire la verità, tranne l’assassino, che può mentire. L’investigatore, dall’analisi compatta delle varie storie, deduce chi ha mentito e scopre l’assassino. Ho pensato che vi potreste divertire partecipando al gioco.

Una voce chiese: — E come si fa, esattamente?

Un’altra aggiunse: — Sono proprio qui in giro turistico.

— L’inchiesta — disse Powell con un sorriso — analizza tre aspetti diversi del delitto. Primo: il motivo. Secondo: il metodo. Terzo: l’occasione. I tecnici del nostro Laboratorio si occupano del secondo e del terzo. Il primo lo scopriremo nel corso del nostro gioco. Se ci riusciremo saremo anche in grado di risolvere gli altri due problemi su cui ora si accaniscono quelli del Laboratorio. Sapevate che non riesco a immaginare chi può aver ucciso D’Courtney? Sapevate che la figlia di D’Courtney è scomparsa? Se n’è andata mentre voi stavate giocando a Sardina. Sapevate che i guardiani di D’Courtney sono stati misteriosamente travolti da un corto circuito? Qualcuno li ha proiettati fuori del tempo per un’ora intera. Tuti vorremmo sapere come sia avvenuto.

Erano tutti sospesi sull’orlo della trappola, affascinati, senza respiro. Bisognava farla scattare con infinita cautela.

— Morte, sparizione, cronoteleruttori… Possiamo chiarire il mistero una volta individuato il motivo. Io farò la parte dell’investigatore, voi farete la parte dei sospettati. Mi direte la verità… tutti tranne l’assassino, naturalmente. Ma noi lo prenderemo in trappola, e questa festa avrà una fine trionfale se solo mi permetterete di esaminare telepaticamente ciascuno di voi.

— Oh! — gridò Marie allarmata.

— Aspettate, Madame. Tutto ciò che chiedo è il vostro permesso. Non sarà necessario che io vi analizzi perché, credete, se tutti quelli che tra voi sono innocenti mi daranno il loro permesso, allora l’unico che rifiuterà dovrà essere il colpevole.

— Ma ha il diritto di fare tutto questo? — sussurrò Reich a Jordan.

Jordan annuì.

— Immaginatevi per un momento la scena — Powell voleva dar loro la netta impressione del gioco tramutando la stanza in palcoscenico. — Io chiedo formalmente: Mi permettete di farvi un esame telepatico? Poi comincio il giro. — E cominciò lentamente il suo giro inchinandosi davanti a ciascuno degli ospiti, uno dopo l’altro. — E tutti rispondono: Sì, sì. Naturalmente, perché no? E poi improvvisamente una pausa drammatica. — Powell si fermò a questo punto dinanzi a Reich, impassibile. — Voi signore, ripeto, volete permettermi di farvi un esame telepatico?

Tutti fissavano la scena, come ipnotizzati. Anche Reich era allibito, come trafitto dall’indice puntato contro di lui e da quel volto penetrante.

— Esitazione. Il suo viso arrossisce violentemente, poi diventa di un pallore terreo come se il sangue fosse risucchiato dall’interno. Udite il suo convulso rifiuto: No! — L’ispettore si volse e parve travolgerli tutti in un gesto elettrizzante: — E in quel momento carico d’emozione sappiamo di aver scoperto l’assassino.

Li aveva quasi nelle sue mani. Quasi, ma a Tom Moyse pesava sull’animo il segreto della sua nascita illegittima, a Gloria Blomefield Junior quello dei suoi adulterii; Tony Asj aveva molte cose di cui vergognarsi; Nick Boutman era uno spergiuro.

— No! — gridò Marie. E tutti gli altri balzarono in piedi e urlarono: — No! No!

È stato un bel tentativo, Pres. Ma vedi il risultato.

Powell rimase affascinante anche nella sconfitta. — Mi dispiace, signore e signori, ma non mi sento davvero di biasimarvi. Soltanto uno sciocco si fiderebbe di un poliziotto. — Sospirò. — Uno dei miei aiutanti registrerà le dichiarazioni orali di coloro che vorranno farne. Il signor Jordan rimarrà a vostra disposizione per consigliarvi e tutelare i vostri interessi. — Guardò Jordan con aria triste. E tagliarmi la strada.

Non cercare di prendermi dalla parte del cuore. Si tratta del più affascinante caso di crimine aggravato che si sia verificato negli ultimi settant’anni. Una grande occasione. E tu vorresti sbarazzarti di me?

Powell strizzò l’occhio a Ben Reich e lasciò la stanza.

Nello sfarzoso appartamento nuziale, le indagini scientifiche erano finite. Kr I-2t, brusco, nervoso, tese a Powell il suo rapporto e disse: — Magri risultati!

Powell gettò un’occhiata al cadavere di D’Courtney. — Suicidio? — lo assalì. Era sempre pungente con Kr I-2t, che d’altra parte si trovava a suo agio solo con se stesso.

— Del tutto escluso. Non ci sono armi.

— Ma con che mezzo è stato ucciso?

— Non si sa.

— Se ha un buco nella testa che ci passerebbe un pugno!

— Entrata sotto il velo pendulo. Uscita dalla cosiddetta fontanella. Morte istantanea. Ma che cosa gli ha perforato il cranio? Non lo sappiamo.

— Radiazioni?

— Nessuna bruciatura.

— Cristallizzazione?

— Nessun segno di congelamento.

— Una carica di nitro vapore?

— Nessun residuo di ammoniaca.

— Acido?

— Un getto d’acido non avrebbe potuto sfondargli il cranio a quel modo.

— Un pugnale o un coltello?

— Impossibile. Avete un’idea di che forza ci vuole per un colpo del genere? Nessuno ci sarebbe riuscito.

— Bene, non riesco a immaginare nessun’altra arma. No, aspetta. Che ne diresti di un proiettile?

— Escluso anche questo. Non c’è traccia di proiettili. Nulla nell’interno della ferita. Nulla nella camera.

— Maledizione!

— Sono d’accordo.

— Allora non hai proprio nulla di speciale da riferirmi?

— Sì. Al momento di morire stava mangiando zucchero candito. Gli abbiamo trovato in bocca un frammento di materia plastica del tipo in cui in genere si avvolge lo zucchero candito.

— Ebbene?

— Nessuna traccia di zucchero candito nella stanza.

— Potrebbe averlo mangiato tutto.

— Nessuna traccia di zucchero candito nel suo stomaco. Comunque, non avrebbe potuto mangiarlo, con la gola che aveva.

— Perché no?

— Cancro di origine psichica. Un brutto caso. Non poteva parlare, figuriamoci se poteva mangiare zucchero candito.

— Dobbiamo mettere le mani sull’arma, di qualunque cosa si tratti.

— Cerca la figlia e troverai l’arma — disse Kr I-2t. — Ha fatto fuori il vecchio e poi se ne è andata di corsa con l’arma.

— E sai anche perché lo avrebbe fatto?

— Non ti posso dire perché l’abbia ucciso — rispose, con disperata calma, Kr I-2t — non ti posso dire come, l’ha ucciso… — e improvvisamente esplose: — Non posso nemmeno dirti a che ora! Powell, io do le dimissioni!

Con questa, Kr I-2t aveva dato le dimissioni diciassette volte nel corso di due anni. Ignorando completamente il fatto, Powell sfogliò il fascicolo del rapporto, fissò il cadavere bianco come cera, fischiettò un motivetto. Ricordava di aver letto un romanzo in cui si narravano le vicende di un esper capace di leggere nella psiche di un cadavere… qualcosa di simile all’antico mito secondo cui si poteva, fotografando la retina di un morto, avere l’immagine dell’assassino. Gli sarebbe piaciuto possedere quella eccezionale capacità.

— Bene — disse infine con un sospiro. — Ci hanno battuto per quel che riguarda il motivo e il metodo. Speriamo che il Reparto Molecolare ci illumini sull’occasione, Kr I-2t, o non riusciremo mai a battere Reich.

— Reich? Ben Reich? E che cosa c’entra?

— È Gus T8 che mi preoccupa, più che altro — mormorò Powell. — Se davvero è immischiato in questa faccenda… Che cos’hai detto? Oh, Reich? È lui l’assassino, Kr I-2t. Ho giocato San Jordan, giù nello studio di Marie Beaumont. Recitando la mia parte della piccola commedia che ho inscenato, sono riuscito a distrarre l’attenzione di San e ne ho approfittato per telespiare il suo cliente. Nessuna prova obiettivamente valida, naturalmente, ma ho captato abbastanza per convincermi che Reich è l’assassino.

— Davvero? — esclamò Kr I-2t.

— Ma ci vuol altro per consegnarlo alla legge, fratello. È un lungo, lungo cammino.

Di malumore Powell si congedò da Kr I-2t, attraversò l’anticamera e discese al quartier generale, installato nella galleria.

— E ho simpatia per Reich — borbottò.

Il Rivelatore Molecolare era una specie di segugio meccanico. Nel XX secolo, quando si usavano le armi da fuoco, i malviventi facevano scomparire il numero d’identità dell’arma servendosi di una lima e un po’ di acido. Non sapevano che l’incisione aveva alterato a tal punto la struttura molecolare del metallo che con raggi X e altri metodi affini si potevano leggere i numeri anche dopo che la superficie era stata accuratamente raschiata.

Il Rivelatore Molecolare agiva su per giù nello stesso senso dei raggi X. Si poteva camminare su un pavimento con la massima circospezione, cancellare accuratamente ogni orma senza lasciare alcuna traccia visibile del proprio passaggio, ma si ignorava che ogni passo lasciava dietro di sé un’inconfondibile, caratteristica traccia molecolare. Il Molecolare seguiva appunto tale traccia, strisciando su pavimenti, scale e scalinate, con uno stridore e un ronzìo insistenti, demoniaci.

La traccia veniva riportata sotto forma di freccioline su una carta graduata di pellicola plastica trasparente, di colore diverso per ogni singolo sospettato. Quando l’indagine era compiuta, le pellicole venivano sovrapposte, ed esaminandole si aveva una visione complessiva di tutti i tortuosi itinerari seguiti da ciascun individuo sospetto.

Son mise il fascio delle carte sotto gli occhi di Powell che osservò attentamente i sinuosi fili colorati per un attimo e poi alzò stancamente lo sguardo.

Lo so, Pres. Sarebbe stato più semplice se non avessero scoperto che il sangue di D’Courtney filtrava attraverso il soffitto. Ma salendo lassù tutti in massa hanno creato questa bella confusione.

Powell esaminò ancora le carte sovrapposte. Linee colorate attraversavano in varie direzioni il salone di casa Beaumont, la sala di musica, lo studio, passavano attorno al palco e alle fontane e confluivano nella sala di proiezione. Da questa un grosso nastro di colori si snodava di nuovo in direzione del salone, risaliva la galleria e raggiungeva l’appartamento nuziale.

Ecco la ragazza. Son indicò un susseguirsi di frecce gialle che partendo da una delle camere dell’appartamento nuziale scendevano per il corridoio, penetravano nella camera delle orchidee, e dopo alcuni giri confusi, lasciavano la stanza e si dirigevano verso la più prossima uscita.

Powell e Son iniziarono uno di quei rapidi scambi di idee che caratterizzavano la conversazione degli esper.

Di chi sono queste, Chas? Le orme rosa e smeraldo? Anche queste portano verso un’uscita.

Due ospiti che non se la sentirono di sopportare quel gioco detto Sardina, benedetti loro. Se ne andarono presto. Una è Duffy Wygs, una compositrice di psicocanzoni, l’altro è il giovane Galen.

Ma guarda!

No, non pensare niente di male, Pres. Galen non appartiene al circolo di Marie Beaumont. M’è bastato esaminare un attimo i due esper segretari. Si è intrufolato tra gli invitati per scommessa. A quel che pare se l’è battuta appena possibile.

Cercalo, comunque, e parla sia con lui sia con la ragazza.

Va bene.

Le orme di Reich quali sono?

Perché Reich in particolare? Forse che…

Mah!

Accidenti! Che cosa deve essere la vita di un primo grado!

Fa’ i tuoi esami alla Lega e lo saprai!

Fatti il mese scorso. Bocciato di nuovo. Le orme di Reich sono quelle scarlatte.

Lo pensavo. Guardale, Chas. Reich è salito al piano superiore due volte ed è sceso due volte. Vedi?

Sì. E allora?

È la prova che ebbe l’occasione di compiere il delitto. Salì una volta con il gruppo, ma era già salito prima, a uccidere D’Courtney.

Non riuscirai mai a provarlo, Pres.

I due guardiani non possono esserci di alcun aiuto?

Nessuno. Sono mancati per un’ora buona. Kr I-2t dice che le loro rétine sono state colpite con un apparecchio Rhodopsin.

Charley, bisogna assolutamente ritrovare quella ragazza.

Barbara D’Courtney?

Sì. Lei ha la chiave di tutto. Se ci può dire che cosa ha visto e perché è fuggita, potremo avere abbastanza prove da soddisfare una Corte. Vaglia tutto quanto abbiamo raccolto finora, il che è praticamente nulla, e archivia. Lascia che ognuno se ne vada per i fatti suoi. Terremo d’occhio Reich per piombargli addosso quando sarà il momento opportuno. Per ora vedremo di raccogliere tutte le prove possibili, ma…

Ma non servirà a niente senza quella dannata ragazza.

Proprio così!