"- Arthur Charles Clarke - 2001 - Odissea Nello Spazio" - читать интересную книгу автора (Clarke Arthur C)sbucarono fuori dai loro rifugi, pi∙ in basso sulla parete rocciosa, e
incominciarono ad affrettarsi verso le acque melmose del torrente per l'abbeverata mattutina. GuardalaLuna spinse lo sguardo oltre la valle per vedere se gli Altri fossero visibili, ma non se ne scorgeva traccia. Forse non erano ancora usciti dalle loro caverne, oppure stavano giр foraggiando pi∙ avanti, lungo il fianco della collina. Poichщ rimanevano invisibili, GuardalaLuna li dimenticЄ; era incapace di crucciarsi per pi∙ di una cosa alla volta. Anzitutto doveva sbarazzarsi del Vecchio, ma questo era un problema che richiedeva poca riflessione. Vi erano state molte morti in quella stagione, una di esse nella sua caverna; doveva soltanto lasciare il cadavere dove aveva abbandonato l'ultimo piccolo, all'ultimo quarto di luna, e le iene avrebbero fatto il resto. Giр erano in attesa, ove la valletta si apriva a ventaglio nella savana, quasi avessero saputo che lui stava arrivando. GuardalaLuna lasciЄ 11 cadavere sotto un piccolo cespuglio (tuttele ossa di prima erano giр scomparse) e si affrettЄ a tornare indietro per raggiungere la trib∙. Non doveva pensare mai pi∙ a suo padre. Le sue due femmine, gli adulti delle altre caverne, e quasi tutti i giovani stavano foraggiando tra gli alberi resi stenti dalla siccitр, pi∙ a monte nella valle, in cerca di bacche, di radici succulente e di foglie, nonchщ, occasionalmente, di inaspettati colpi di fortuna come piccole lucertole o roditori. Soltanto i piccoli e i pi∙ deboli tra i vecchi venivano lasciati nelle caverne; se al termine delle ricerche di sfamarsi. Altrimenti, ben presto, le iene sarebbero state fortunate una volta di pi∙. 11 Ma quel giorno era propizio, anche se, non serbando alcun vero ricordo del passato, GuardalaLuna non poteva paragonare un periodo di tempo con l'altro. Egli aveva trovato un alveare nel tronco di un albero morto, e si era cosь goduto la suprema ghiottoneria che il suo popolo potesse mai conoscere; seguitava a leccarsi le dita, di tanto in tanto, nel tardo pomeriggio, guidando il gruppo verso la caverna. Naturalmente, gli era toccato anche un bel numero di punture, ma quasi non ci aveva badato. Si trovava adesso tanto vicino al completo soddisfacimento quanto forse non lo sarebbe mai pi∙ stato; infatti, sebbene fosse ancora affamato, non era effettivamente indebolito dalla fame. Questo era il massimo cui un uomo-scimmia potesse mai aspirare. La sua contentezza svanь quando giunse al torrente. Gli Altri erano lр. Vi si trovavano ogni giorno, ma non per questo la cosa sembrava meno esasperante. Erano una trentina circa, e sarebbe stato impossibile distinguerli dagli appartenenti alla trib∙ di GuardalaLuna. Vedendolo sopraggiungere, incominciarono a danzare, ad agitare le braccia e a strillare, dal loro lato del torrente, e il popolo di GuardalaLuna rispose nello stesso modo. Non accadde altro. Sebbene gli uomini-scimmia si battessero e lottassero spesso gli uni con gli altri, le loro dispute davano luogo |
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