"K. W. Jeter - Dr Adder" - читать интересную книгу автора (Jeter K. W) K.W. JETER
DR. ADDER (Dr. Adder, 1984) Anch'io sono favorevole a che la vostra rivista ospiti immagini di donne mutilate. Le donne con un braccio solo e soprattutto quelle con una sola gamba offrono un'eccitazione unica, e un servizio fotografi-co con delle belle ragazze mutilate sicuramente sarebbe gradito a mol-ti lettori... da una lettera inviata alla rivistaPenthause (novembre 1972) PROLOGO C'├и solo una cosa che ricordo molto bene di quand'ero bambino, forse a causa di tutto il trambusto che provoc├▓ all'epoca. Mi trovavo davanti alla porta d'ingresso dell'asilo, tutto intento ad aprire dei lombrichi con un paio di forbici cos├м grandi che per impugnarle dovevo usare entrambe le mani. Come al solito, c'era un gran caldo, secco e nebbioso, me lo ricordo ancora adesso. Era da un bel po' che la maestra mi stava cercando, aveva un'aria decisamente esasperata. Mi sollev├▓ di peso e mi tolse le forbici. Mi port├▓ in una stanza che aveva una targhetta sulla porta con sopra scritto 4 ANNI. Mi mise a sedere davanti a un grosso televisore, assieme a tantissimi altri bambini completamente assorti nella vi-sione con la bocca spalancata. Non si accorse che la guardavo mentre usciva dalla stanza e si allontanava con le forbici in mano, come armi catturate al nemico. Nello sgabuzzino apr├м il cassetto in cui venivano custodite le forbici. Me la ricordo abbastanza giovane, e raffreddata. Probabil-mente stava pensando:Come avr├а fatto a entrare qui?E poi: che strano, dovrebbe esserci un altro paio di forbici qui dentro.Ma pro-prio in quell'istante ero riuscito ad afferrarla da dietro, e a ficcarle l'attrezzo in questione nel polpaccio, attraverso le calze a rete, nella carne morbida, dentro il muscolo irrigidito, fin quasi a scorgere l'osso, mentre guardavo il sangue che scorreva dalla met├а sporgen-te delle forbici fino alle mie manine. Ce l'ho ancora davanti agli occhi. Lei che cadeva di fronte a me sulle ginocchia, con gli occhi e la bocca spalancati in silenziose O di sorpresa e di dolore. A venticinque anni di distanza, giacevo moribondo in quel vicolo sporco di merda. Un quarto di secolo esatto. Sembrava che il san-gue, appiccicoso e caldo, non avesse mai cessato di scorrere: ero completamente fradicio. Rosso e denso, raccolto sotto di me in una piccola pozzanghera, con granuli di frammenti d'ossa e brandelli di carne attaccati ai vestiti e al corpo. Con l'avambraccio che ronzava e |
|
|