"Christopher Paolini - Eldest (L'Eredit" - читать интересную книгу автора (Paolini Christopher)

Roran serrЄ i pugni, i muscoli della mascella contratti nello sforzo di reprimere il misto di rabbia e di angoscia che provava. Rimase immobile per lunghi minuti, rabbrividendo ogni volta che gli sovveniva un ricordo piacevole. Quel luogo rappresentava tutta la sua vita, e anche di pi∙. Era il suo passato... e il suo futuro. Suo padre, Garrow, una
volta gli aveva detto: ФLa terra ш qualcosa di speciale. Abbi cura di lei, e lei si prenderр cura di te. Non ci sono molte altre cose che lo fanno.Ф Roran aveva avuto intenzione di seguire alla lettera quel saggio consiglio, fino al momento in cui un breve messaggio di Baldor aveva sconvolto il suo mondo.
Lasciandosi sfuggire un gemito, si volse e scese lungo il pendio per tornare sulla strada maestra. LТangoscia di quel momento riecheggiava ancora dentro di lui: aver perso tutti coloro che amava era un evento sconvolgente da cui non si sarebbe mai ripreso e che aveva alterato ogni aspetto del suo comportamento e del suo modo di pensare.
Si era visto costretto a riflettere molto pi∙ di quanto non fosse abituato a fare. Era come se fino ad allora avesse avuto la mente fasciata di bende; bende che gli erano state strappate via di colpo, dandogli modo di contemplare certe idee inimmaginabili solo qualche tempo prima. Come il fatto che forse non sarebbe mai diventato un agricoltore, o che la giustizia - tanto decantata nelle ballate e nelle leggende - aveva ben poco spazio nella realtр. A volte si sentiva talmente oppresso da questi pensieri da non riuscire quasi ad alzarsi dal letto la mattina, tanto erano penosi.
Imboccata la strada maestra, si diresse a nord, percorrendo la Valle Palancar per tornare a Carvahall. Le montagne frastagliate che svettavano su entrambi i lati erano coperte di neve, malgrado il verde primaverile avesse giр cominciato a insinuarsi nella valle durante le ultime settimane. Nel cielo, una solitрria nube grigia avanzava verso i picchi.
Roran si passЄ una mano sul mento, coperto da una barba sottile. Eragon ш stato la causa di tutto questo - lui e la sua maledetta curiositр - quando ha raccolto quella pietra sulla Grande Dorsale. Gli ci erano volute settimane per arrivare a quella conclusione. Aveva ascoltato i racconti della gente.
Pi∙ e pi∙ volte aveva chiesto a Gertrude, la guaritrice del paese, di leggergli ad alta voce la lettera che Brom gli aveva lasciato. Non cТerano altre spiegazioni. Qualunque cosa fosse, devТessere stata quella pietra ad attirare gli stranieri. Per questo riteneva Eragon responsabile della morte di Garrow, pur senza provare rancore; sapeva che Eragon non aveva agito con lТintenzione di fare del male. No, ciЄ che pi∙ lo faceva infuriare era il fatto che Eragon avesse lasciato Garrow senza sepoltura e che fosse fuggito dalla Valle Palancar, abbandonando le sue responsabilitр per seguire un vecchio cantastorie in un viaggio assurdo. Come ha potuto avere cosь poco rispetto per coloro che lasciava? ╚ fuggito perchщ si sentiva in colpa? Perchщ aveva paura? Brom lo ha convinto parlandogli di chissр quali fantastiche avventure? E perchщ Eragon gli ha prestato ascolto in un momento del genere?... Non sapeva nemmeno se Eragon era vivo o morto.
Roran si accigliЄ e scrollЄ le spalle, cercando di schiarirsi la mente. La lettera di Brom... bah! Non aveva mai sentito una pi∙ sconclusionata sequela di insinuazioni e ammonimenti. LТunica cosa che risultava chiara era il consiglio di evitare gli stranieri, ma per quello bastava un poТ di buon senso. Il vecchio era un pazzo, decise.
Con la coda dellТocchio colse un movimento, si volse e vide un branco di dodici cervi - tra cui un giovane maschio dalle corna vellutate - che trottava verso gli alberi. AnnotЄ mentalmente il luogo per poterlo ritrovare lТindomani. Era fiero di saper cacciare abbastanza bene da contribuire al sostentamento della famiglia di Horst, di cui era ospite, anche se non era mai stato bravo quanto Eragon.
Mentre camminava, continuava a mettere ordine nei propri pensieri. Dopo la morte di Garrow, Roran aveva lasciato il suo lavoro al mulino di Dempton a Therinsford per tornare a Carvahall. Horst lo aveva accolto in casa propria e, nei mesi successivi, gli aveva procurato un lavoro nella fucina. Il dolore del lutto aveva ritardato le decisioni di Roran circa il suo futuro fino a due giorni prima, quando aveva stabilito una linea dТazione.
Voleva sposare Katrina, la figlia del macellaio. La ragione per cui allТinizio era andato a Therinsford era stata quella di guadagnare abbastanza da garantire un sereno inizio alla loro vita insieme. Ma adesso, senza pi∙ casa, senza pi∙ fattoria, e mezzi per sostenerla, Roran non poteva in tutta coscienza chiedere la mano di Katrina. Era il suo orgoglio a impedirglielo. E comunque non pensava che Sloan, il padre della ragazza, avrebbe mai accettato un pretendente dalle prospettive cosь misere. Anche nella pi∙ rosea delle ipotesi, Roran si era aspettato di dover faticare per convincere Sloan a concedergli Katrina: i due non erano mai stati in buoni rapporti. Ed era praticamente impossibile per Roran sposare Katrina senza il consenso del padre, se non volevano dividere la famiglia, provocare il villaggio sfidando le tradizioni e, con ogni probabilitр, ingaggiare una faida sanguinosa con Sloan.
Tutto considerato, Roran riteneva che la sua unica opportunitр era quella di rimettere in piedi la fattoria, avesse dovuto ricostruire la casa e il fienile lui stesso. Sarebbe stata unТimpresa ardua, dovendo partire da zero, ma una volta consolidata la sua posizione, avrebbe potuto affrontare Sloan a testa alta. La prossima primavera potrЄ andargli a parlare, pensЄ Roran con un sorriso mesto.
Sapeva che Katrina avrebbe aspettato... almeno per qualche tempo.
ContinuЄ di buon passo fino a sera, quando arrivЄ in vista del villaggio. Nella piccola cerchia di umili dimore, sventolavano i panni stesi ad asciugare da una finestra allТaltra. Gli uomini tornavano a casa dai campi verdeggianti di grano. Sullo sfondo, le Cascate di Igualda, alte mezzo miglio, scintillavano al tramonto precipitando dalla Grande Dorsale nellТAnora. La visione confortЄ Roran con la sua normalitр. Niente era pi∙ rassicurante di vedere che tutto era come doveva essere.
LasciЄ la strada maestra e risalь il pendio in cima al quale si trovava la casa di Horst, affacciata sulla Grande Dorsale. La porta era giр aperta. Roran entrЄ e seguь le voci che conversavano fino in cucina.
Al tavolo di legno grezzo, addossato a una parete della stanza, cТerano Horst, con le maniche arrotolate fino ai gomiti, e sua moglie Elain, incinta di cinque mesi e sorridente; di fronte erano seduti Albriech e Baldor, i loro figli.
Quando Roran entrЄ, Albriech stava dicendo: л... e non mi ero mosso dalla fucina! Thane giura di avermi visto, ma io ero dallТaltra parte del villaggio.╗
лChe succede?╗ domandЄ Roran, sfilandosi lo zaino dalle spalle.
Elain scambiЄ unТocchiata con Horst. лTi porto qualcosa da mangiare╗ disse, e gli andЄ a prendere del pane e un piatto di manzo freddo. Poi lo guardЄ negli occhi, come in cerca di una particolare espressione. лComТш andata?╗
Roran si strinse nelle spalle. лTutto il legno ш bruciato o marcito... non si puЄ riutilizzare niente. Ma almeno il pozzo ш rimasto intatto, qualcosa di cui dovrei rallegrarmi, suppongo. DovrЄ tagliare legna per la casa il pi∙ presto possibile se voglio avere un tetto sulla testa per la stagione della semina. Ma ditemi. Cosa ш successo?╗
лHa!╗ fece Horst. лUna disputa bellТe buona, ecco cosa. Thane dice che gli manca una falce e che pensa lТabbia presa Albriech.╗
лProbabilmente lТha lasciata nel campo e si ш dimenticato dove╗ sbuffЄ Albriech.
лGiр╗ convenne Horst sorridendo.
Roran addentЄ il pane. лMa che senso ha accusarti? Se ti serviva una falce, ti bastava forgiarne una.╗
лLo so╗ disse Albriech, appoggiandosi allo schienale, лma invece di cercarla, ha cominciato a borbottare di aver visto qualcuno che si allontanava dal suo campo, qualcuno che mi somigliava... e siccome nessuno mi assomiglia, ha concluso che devo essere stato io.╗
Era vero che nessuno gli assomigliava. Albriech aveva ereditato la corporatura massiccia del padre e i capelli biondo miele della madre, il che lo rendeva una raritр a Carvahall, dove il castano era il colore predominante. In contrasto, Baldor era pi∙ magro e aveva i capelli scuri.
лSono sicuro che salterр fuori╗ disse Baldor con voce sommessa. лNel frattempo, cerca di non prendertela troppo.╗
л╚ facile dirlo per te.╗
Mentre Roran finiva il pane e attaccava il manzo, chiese a Horst: лHai bisogno di me domani?╗
лNon credo. Devo lavorare al carro di Quimby. Quel maledetto coso non ne vuol sapere di stare dritto.╗
Roran annuь compiaciuto. лBene. Allora mi prendo la giornata per andare a caccia. Ho visto un piccolo branco di cervi gi∙ nella valle, che mi sembrano abbastanza in carne. Almeno non gli si contavano le costole.╗
Baldor sТilluminЄ di colpo. лTi serve compagnia?╗
лCerto. Partiamo allТalba.╗
Terminata la cena, Roran si lavЄ il viso e le mani, e uscь per schiarirsi le idee. Sulla soglia si stiracchiЄ e poi si avviЄ verso il centro del paese.
A metр strada, un brusьo di voci eccitate davanti ai Sette Covoni attirЄ la sua attenzione. Si volse, incuriosito, e si diresse alla taverna, dove lo aspettava un insolito spettacolo. Seduto sotto il portico cТera un uomo di mezzТetр che indossava un soprabito di pelli cucite. Accanto a lui cТera uno zaino festonato dalle ganasce dТacciaio delle tagliole da cacciatore. CТerano decine di persone del villaggio che
ascoltavano mentre lТuomo gesticolava eccitato e diceva: лCosь quando sono arrivato a Therinsford, sono andato da questo Neil, un bravТuomo. Lo aiuto nei campi in primavera e dТestate.╗
Roran annuь. I cacciatori di pellicce trascorrevano lТinverno fra le montagne, tornando in primavera per vendere le pelli ai conciatori come Gedric e lavorare come braccianti per i contadini. Poichщ Carvahall era il villaggio pi∙ a nord della Grande Dorsale, molti cacciatori vi passavano: una delle ragioni per cui Carvahall aveva una sua taverna, un fabbro e un conciatore.
лDopo qualche boccale di birra - per lubrificarmi la lingua, sapete, visto che non spiccicavo parola da sei mesi, se non per mandare al diavolo il mondo e il resto dellТuniverso quando perdevo una preda - sono andato da Neil, con la barba ancora bagnata di schiuma, e abbiamo cominciato a scambiare quattro chiacchiere. Gli faccio qualche domanda innocente, tanto per dire, tipo che si dice dellТImpero e del re - che possa marcire - e se ш nato o morto o ш stato bandito qualcuno che dovrei sapere. E Neil che fa? Si sporge verso di me tutto serio e mi racconta che da Dras-Leona e da GilТead sono giunte voci di strani accadimenti in tutta Alagaщsia. Gli Urgali sono praticamente scomparsi dai territori civilizzati, evviva, ma nessuno sa dire perchщ o che fine hanno fatto. I commerci dellТImpero languiscono in seguito a una serie di razzьe e attacchi, ma da quanto ho sentito non ш opera di semplici briganti, perchщ gli attacchi sono troppo diffusi e organizzati. Non rubano niente, si limitano a bruciare e a distruggere. Ma non ш tutto, oh no, non finisce qui, per i baffi di quella santa donna di vostra nonna!╗
Il cacciatore scosse la testa e bevve un sorso dallТotre di vino che portava a tracolla prima di proseguire: лSi parla di uno Spettro che vaga per i territori del nord. ╚ stato
avvistato ai margini della Du Weldenvarden e nei pressi di GilТead. Dicono che abbia i denti aguzzi e gli occhi rossi come il vino, e i capelli cremisi come il sangue che beve. E quel che ш peggio, pare che qualcosa abbia fatto infuriare quel pazzo del nostro buon monarca. Cinque giorni fa, un giocoliere proveniente dal sud ha fatto tappa a Therinsford durante il suo viaggio solitario verso Ceunon, e ha detto di aver visto che le truppe venivano radunate e spostate, anche se non sapeva perchщ.╗ Si strinse nelle spalle. лCome mi ha insegnato il mio vecchio fin da quando ero un poppante, non cТш fumo senza arrosto. Forse sono i Varden. Nel corso degli anni hanno dato non poche gatte da pelare al nostro vecchio Ossadiferro. O forse Galbatorix ha finalmente deciso che non intende pi∙ tollerare il Surda. Almeno sa dove si trova, al contrario dei ribelli. Schiaccerр il Surda come un orso schiaccia una formica, date retta a me.╗
Roran si accigliЄ, mentre intorno al cacciatore esplodeva una babele di domande. Era propenso a dubitare dellТavvistamento di uno Spettro - suonava troppo come una panzana da boscaiolo ubriaco - ma il resto gli sembrava abbastanza brutto da essere vero. Il Surda... Ben poche informazioni su quel paese distante raggiungevano Carvahall, ma Roran se non altro sapeva che, pur essendoci una pace apparente fra il Surda e lТImpero, i surdani vivevano nella paura costante che il loro pi∙ potente vicino del nord li invadesse. Per questa ragione si diceva che Orrin, il loro re, sostenesse i Varden.
Se il cacciatore aveva ragione su Galbatorix, poteva significare soltanto una cosa: stava per scoppiare una guerra devastante, con tutte le terribili conseguenze del caso, come lТaumento delle tasse e la leva forzata. Quanto preferirei vivere in unТepoca priva di eventi importanti. Le guerre rendono le vite come la nostra, giр difficili, praticamente impossibili.
лPer di pi∙, si parla di...╗ E qui il cacciatore fece una pausa e, con unТespressione sapiente, si batte il naso con la punta dellТindice. лDi un nuovo Cavaliere in Alagaщsia.╗ E scoppiЄ in una fragorosa risata, tenendosi la pancia mentre si dondolava sul gradino del portico.
Anche Roran si mise a ridere. Ad anni alterni circolavano storie che parlavano dei Cavalieri. Le prime due o tre volte si era lasciato convincere, ma poi aveva imparato a non fidarsi di questi racconti, che non approdavano mai a nulla di concreto. Quelle storie non erano altro che lТespressione di un desiderio da parte di coloro che anelavano a un futuro migliore.
Stava per girare i tacchi quando notЄ Katrina in piedi allТangolo della taverna, vestita con una lunga tunica rossiccia ornata da un nastro verde. La ragazza ricambiЄ il suo sguardo con la stessa intensitр. Roran si avvicinЄ, le sfiorЄ una spalla, e insieme si allontanarono dalla folla.
Camminarono fino ai margini di Carvahall, dove si fermarono a contemplare le stelle. Il cielo era terso quella sera, scintillante di una miriade di fuochi celesti, solcato da nord a sud dalla gloriosa fascia lattiginosa simile a polvere di diamanti.
Senza guardarlo, Katrina gli posЄ la testa su una spalla e gli chiese: лComТш andata la giornata?╗
лSono tornato a casa.╗ La sentь irrigidirsi contro il suo corpo.
лCome ti sei sentito?╗
лMalissimo.╗ La sua voce sТincrinЄ e rimase in silenzio, abbracciandola stretta. La fragranza dei suoi capelli ramati sulla guancia era come un elisir distillato da vino, spezie ed essenze profumate. Gli penetrЄ nelle ossa, riempiendolo di un calore confortante. лLa casa, il fienile, tutto distrutto... Non li avrei mai trovati, se non avessi saputo dove cercare.╗