"Christopher Paolini - Eldest (L'Eredit" - читать интересную книгу автора (Paolini Christopher)

Eragon fu colto da unТidea improvvisa, ma prima di esprimerla fece unТaltra domanda. Possiamo fidarci di lei? Terrр fede a quanto ha detto? ╚ molto importante.
Sь, rispose Saphira convinta. Ha parlato col cuore.
A quel punto Eragon spiegЄ le sue intenzioni a Saphira, che accondiscese, poi estrasse ZarТroc e si avvicinЄ a Nasuada. Il volto della donna fu attraversato da un lampo di timore; il suo sguardo guizzЄ verso la porta; la sua mano sТinfilЄ lesta in una piega del vestito per stringere qualcosa. Eragon si fermЄ dinnanzi a lei e sТinginocchiЄ, con ZarТroc adagiata sulle mani tese.
лNasuada, Saphira e io siamo qui da poco. Ma in questo periodo abbiamo imparato a rispettare Ajihad e, adesso, anche te. Hai combattuto nel Farthen D∙r quando
altri fuggivano, comprese le due donne del consiglio, e ci hai trattati con onestр, senza ricorrere a infidi raggiri. Per questo ti offro la mia spada... e la mia fedeltр come Cavaliere.╗
Eragon pronunciЄ il suo giuramento con assoluta determinazione, sapendo che non lo avrebbe mai fatto prima della battaglia. Ma assistere alla morte di cosь tanti uomini intorno a sщ aveva cambiato il suo modo di vedere le cose. Resistere allТImpero non era pi∙ qualcosa che faceva per se stesso, ma per i Varden e per tutti i popoli ancora schiacciati dalla tirannia di Galbatorix. Non importava quanto ci sarebbe voluto; si sarebbe dedicato con ogni fibra del suo essere a quella missione. Per il momento, la cosa migliore che poteva fare era servire la causa dei Varden.
Tuttavia lui e Saphira stavano correndo un terribile rischio a impegnarsi con Nasuada. Il consiglio non avrebbe potuto obiettare, poichщ Eragon aveva promesso soltanto di
giurare fedeltр, ma non a chi. DТaltro canto, lui e Saphira non potevano avere la certezza che Nasuada sarebbe stata un buon capo. ╚ meglio giurare fedeltр a uno stolido onesto che a un saggio menzognero, si disse Eragon.
Nasuada non nascose la sua sorpresa. ImpugnЄ lТelsa di ZarТroc e la sollevЄ, ammirandone la lama cremisi, poi ne posЄ la punta sulla testa di Eragon. лAccetto con onore la tua fedeltр, Cavaliere, come tu accetti tutte le responsabilitр derivanti dal tuo rango. Alzati come mio vassallo, e riprendi la tua spada.╗
Eragon fece come gli era stato detto. лOra che sei la mia signora, posso rivelarti che il consiglio mi ha fatto promettere di giurare fedeltр ai Varden, una volta che tu fossi stata designata. Questo ш lТunico modo in cui Saphira e io possiamo raggirarli.╗
Nasuada rise di cuore. лAh, vedo che hai giр imparato a giocare il nostro gioco. Bene. Come mio nuovo e unico vassallo, acconsenti a giurarmi di nuovo la tua fedeltр... questa volta in pubblico, quando il consiglio si aspetterр il tuo impegno?╗
лMa certo.╗
лBene, cosь il consiglio sarр servito come merita. Adesso potete andare. Mi occorre tempo per pianificare, e devo prepararmi per i funerali... Ricorda, Eragon, il legame che abbiamo appena stretto ci vincola in pari misura: io sono responsabile delle tue azioni cosь come tu hai il dovere di servirmi. Non disonorarmi.╗
лCosь sia per entrambi.╗
Nasuada fece una breve pausa, poi lo guardЄ negli occhi e addolcь il tono. лTi porgo le mie condoglianze, Eragon. Mi rendo conto che altri, oltre a me, hanno motivo di cordoglio. Io ho perso mio padre, mentre tu hai perso un amico. Mi piaceva molto Murtagh, e mi rattrista il fatto che sia morto... Ora ti saluto.╗
Eragon annuь, e lasciЄ la sala con lТamaro in bocca. Una volta uscito nellТampio e deserto corridЄio di pietra grigia, si fermЄ, le mani sui fianchi, gettЄ indietro la testa ed esalЄ un lungo sospiro. La giornata era appena iniziata, e giр si sentiva esausto per tutte le emozioni che aveva provato.
Saphira lo spronЄ con il muso e gli disse: Da questa parte. Senza altre spiegazioni, la dragonessa imboccЄ il tunnel a destra, con le unghie lucide che ticchettavano sul duro pavimento.
Eragon aggrottЄ la fronte, ma la seguь. Dove stiamo andando? Nessuna risposta. Saphira, allora? Lei si limitЄ a un guizzo di coda. Rassegnato allТattesa, Eragon mutЄ registro. Le cose cambiano cosь in fretta per noi. Non so mai cosa aspettarmi da un giorno allТaltro... tranne che dolore e spargimento di sangue.
Non va cosь male, ribattш lei. Possiamo vantare una grande
vittoria. Dovremmo celebrarla, non rammaricarcene.
Scusa, ma non mi sento di condividere la tua euforia.
La dragonessa sbuffЄ seccata. Una sottile lingua di fuoco le scaturь dalle narici, scottando la spalla di Eragon. Il giovane fece un salto indietro con uno strillo di sorpresa, mordendosi le labbra per non lasciarsi andare a una sfilza di imprecazioni. Oops, disse Saphira, scuotendo la testa per dissipare il fumo.
Oops? Per poco non mi mandavi arrosto!
Non volevo. Continuo a dimenticare che il fuoco esce da solo se non sto attenta. Immagina che ogni volta che alzi la mano ti parta un fulmine. Sarebbe facile fare un movimento distratto e distruggere qualcosa senza volerlo.
Hai ragione... Scusa se me la sono presa.
Le sue palpebre coriacee schioccarono quando gli fece lТocchiolino. Non fa niente. Il punto dove volevo arrivare ш che nemmeno Nasuada puЄ costringerti a fare qualcosa.
Ma le ho dato la mia parola di Cavaliere!
PuЄ darsi, ma se dovessi infrangerla per salvarti, o per fare la cosa giusta, io non esiterei. ╚ un fardello che so di poter sopportare. Poichщ sono legata a te, il mio onore ш insito nel tuo giuramento, ma come individuo non sono vincolata. Se necessario, potrei rapirti. In questo modo, qualunque atto di disobbedienza non sarebbe colpa tua. Non si arriverр mai a questo. Se fossimo costretti a ricorrere a simili trucchi, vorrebbe dire che Nasuada e i Varden hanno perso la loro integritр. Saphira si fermЄ. Erano giunti davanti allТarco intarsiato della biblioteca di Tronjheim. LТampia sala silenziosa sembrava deserta, ma le file di alti scaffali intervallati da colonne potevano nascondere molte persone. Le lanterne spandevano una morbida luce sulle pareti tappezzate di pergamene, illuminando le nicchie destinate alla consultazione. Facendosi strada fra gli scaffali, Saphira lo condusse a una nicchia dovТera seduta Arya. Eragon si fermЄ a studiarla. Sembrava pi∙ agitata di quanto lТavesse mai vista, anche se lo manifestava soltanto con una lieve tensione nei movimenti. Al contrario di poco prima, portava la spada dalla squisita impugnatura a croce, una mano appoggiata sullТelsa.
Eragon si sedette dallТaltra parte del tavolo di marmo. Saphira prese posto tra di loro, dove nessuno poteva sfuggire al suo sguardo. лCosТhai fatto?╗ esclamЄ Arya con inattesa ostilitр. лChe cosa vuoi dire?╗ Lei sollevЄ il mento. лCosТhai promesso ai Varden? CosТhai fatto?╗
LТultima frase raggiunse Eragon anche mentalmente, chiaro indice di quanto lТelfa fosse vicina a perdere il controllo. ProvЄ una punta di timore. лAbbiamo fatto quel che dovevamo. Non conosco le usanze degli elfi, e se le nostre azioni ti hanno arrecato offesa, chiedo scusa. Non cТш motivo di essere arrabbiata.╗
лStupido! Non sai niente di me. Ho trascorso qui sette decenni in rappresentanza della mia regina, e per quindici anni ho portato lТuovo di Saphira avanti e indietro fra i Varden e gli elfi. Per tutto questo tempo mi sono battuta per assicurare ai Varden una guida forte e saggia, in grado di resistere a Galbatorix e rispettare i nostri desideri. Brom mi ha aiutata elaborando lТaccordo che riguardava il nuovo Cavaliere... te. Ajihad si impegnЄ affinchш tu restassi indipendente, per non alterare lТequilibrio dei poteri. E ora ti vedo schierarti, volente o nolente, con il Consiglio degli Anziani che intende controllare Nasuada! Hai distrutto una vita di lavoro! CosТhai fatto?╗
Sgomento, Eragon si affrettЄ a spiegarle, in modo chiaro e conciso, il motivo per cui aveva accettato le richieste del consiglio e il modo in cui lui e Saphira avevano cercato di aggirarle.
Quando ebbe finito, Arya disse: л╚ cosь?╗
л╚ cosь.╗ SettantТanni. Pur sapendo che la vita di un elfo era straordinariamente lunga, non aveva mai sospettato che lei fosse tanto vecchia, dato che aveva lТaspetto di una ventenne. LТunico indizio che tradiva la vetustр sul suo volto privo di rughe erano gli occhi smeraldini: profondi, saggi e, molto spesso, solenni.
Arya si appoggiЄ allo schienale, studiandolo a fondo. лLa tua posizione non ш quella che desideravo, ma ш meglio di quanto sperassi. Sono stata scortese; Saphira... e tu... comprendete molto pi∙ cose di quanto pensassi. Gli elfi accetteranno il tuo compromesso, ma tu non dovrai mai dimenticare di esserci debitore per Saphira. Non esisterebbero Cavalieri senza i nostri sacrifici.╗
лIl debito ш impresso a fuoco nel mio sangue e nel mio
palmo╗ disse Eragon. Nel silenzio che seguь, il giovane si affannЄ a cercare un altro argomento, avido di prolungare la conversazione e magari di apprendere qualcosa di pi∙ sul suo conto. лSei stata lontana per cosь tanto tempo... Ti manca Ellesmщra? Oppure vivi da qualche altra parte?╗
лEllesmщra era e sarр sempre la mia patria╗ rispose lei, con lo sguardo perso oltre le spalle di lui. лNon vivo nella mia casa natale da quando sono partita per unirmi ai Varden, quando le mura e le finestre sfoggiavano i primi boccioli di primavera. Le volte che sono tornata sono state soltanto fugaci passaggi, minuscoli brandelli di memoria, secondo i nostri criteri di misura.╗
Eragon notЄ, ancora una volta, che lТelfa odorava di aghi di pino. Era un profumo evanescente eppure acuto, che gli acuiva i sensi e gli rinfrescava la mente. лDevТessere difficile vivere fra tutti questi umani e nani, senza nessuno della tua specie.╗
Lei inclinЄ la testa da un lato. лParli degli umani come se tu non ne facessi parte.╗
лForse...╗ esitЄ lui, лforse sono qualcosТaltro... un misto di due razze. Saphira vive dentro di me, cosь come io vivo in lei. Condividiamo sentimenti, sensazioni, pensieri, a tal punto che spesso siamo una sola mente, invece che due.╗ Saphira abbassЄ la testa per manifestare il suo accordo, rischiando di ribaltare il tavolo con il muso.
л╚ come dovrebbe essere╗ osservЄ Arya. лUn patto pi∙ antico e potente di quanto tu possa immaginare vi unisce. Non potrai comprendere appieno cosa significa essere un Cavaliere finchщ non avrai completato il tuo addestramento. Ma per questo occorrerр aspettare fino alle esequie. Nel frattempo, che le stelle ti proteggano.╗
Arya si alzЄ e si allontanЄ inghiottita dalle ombre della biblioteca. Eragon sbattш le palpebre. Sono io, oppure oggi
hanno tutti i nervi afior di pelle? Guarda Arya... un momento prima ш su tutte le furie, un momento dopo mi da la sua benedizione!
Nessuno si sentirр a proprio agio finchщ le cose non torneranno alla normalitр.
Se riesci a spiegarmi che cosa vuol dire normalitр...
RORAN
Roran arrancava su per la collina. SostЄ e socchiuse gli occhi contro il riverbero del sole, sotto la frangia di capelli ispidi. Ancora cinque ore al tramonto. Non potrЄ restare a lungo. Con un sospiro, riprese il cammino lungo il filare di olmi, che svettavano da zolle dТerba incolta.
Era la sua prima visita alla fattoria da quando lui, Horst e altri sei uomini di Carvahall avevano raccolto le poche cose che si erano salvate dalla casa distrutta e dal fienile bruciato. Aveva lasciato passare ben cinque mesi prima di trovare la forza di tornare.
Raggiunta la cima del colle, Roran si fermЄ e incrociЄ le braccia. Davanti a lui giacevano le rovine della sua casa natale. Un angolo della casa restava in piedi, diroccato e annerito, ma il resto era disseminato sul terreno, giр ricoperto da un folto tappeto di erbacce. Del fienile non restava pi∙ nulla. I pochi acri che ogni anno riuscivano a coltivare erano stati invasi da piante di tarassaco, senape selvatica e altre erbe infestanti. Qualche rapa o barbabietola era sopravvissuta, ma non altro. Poco oltre la fattoria, una folta cinta di alberi oscurava il fiume Anora.