"La Luna è una severa maestra" - читать интересную книгу автора (Heinlein Robert Anson)

11

Ci meritammo un altro bacio da Wyoming. Ma mi sentii immediatamente sobrio e lucido quando il Professore si sedette e annunciò: — Il Comitato di Emergenza di Luna Libera è in riunione. Dobbiamo pianificare la nostra azione.

— Un momento, Prof — dissi. — Non ho detto che sono d’accordo. Che cos’è questa roba dell’azione?

— Ci prepariamo a rovesciare l’autorità dell’Ente — mi rispose calmo.

— E come? Prendendo il Governatore a sassate?

— Il come è ancora da decidere. Siamo alla fase preliminare.

Dissi: — Prof, tu mi conosci. Se scacciare l’Ente fosse una cosa che si può comprare, non mi preoccuperei per il prezzo da pagare.

— …le nostre vite, le nostre fortune e il nostro onore.

— Eh?

— Un prezzo che è già stato pagato.

— Ecco… sarei anche disposto a pagare tanto. Ma quando scommetto, voglio che ci sia qualche possibilità di vincere. Ho già detto a Wyoming, ieri sera, che non sono contrario a rischiare.

— Hai detto che ti bastava una probabilità su dieci, Mannie.

— Sì, Wyoming. Dimostrami che questa probabilità esiste e io sono con voi. Puoi dimostrarmelo?

— No, Manuel, non posso.

— E allora, perché continuiamo a chiacchierare? Io non vedo nessuna possibilità.

— Nemmeno io, Manuel. Ma il nostro atteggiamento è diverso. La rivoluzione è per me un’arte da praticare più che una meta che voglio raggiungere. E questo non è motivo di disperazione; una causa perduta può essere spiritualmente soddisfacente quanto una vittoria.

— Non per me. Mi dispiace.

— Mannie — disse Wyoh improvvisamente — chiedi a Mike.

La guardai esterrefatto. — Dici sul serio?

— Sul serio. Se c’è uno che può stabilire le possibilità di successo, questo è Mike. Non credi?

— Uhm, è possibile.

— Se posso chiedere — disse Prof — chi è questo Mike?

Mi strinsi nelle spalle. — Oh, non è nessuno.

— Mike è il migliore amico di Mannie, ed è molto bravo a calcolare qualsiasi eventualità.

— Un allibratore? Mia cara, se tiriamo dentro un quarto, cominciamo subito a violare il principio della cellula.

— Non vedo il perché — disse Wyoh. — Mike potrebbe essere un membro della cellula che fa capo a Mannie.

— Già… è vero. Ritiro l’obiezione. Ma è sicuro? Garantisci per lui? Oppure garantisci tu, Manuel?

— È disonesto, immaturo, gli piacciono gli scherzi pesanti e non ha nessun interesse nella politica — risposi.

— Mannie, riferirò a Mike queste tue parole. Professore, non è affatto vero, e noi abbiamo bisogno di Mike. Addirittura potrebbe essere il nostro capo, e noi la cellula sotto di lui. La cellula esecutiva.

— Wyoh, sei certa di stare bene?

— Sto benissimo, non sto farneticando come fai tu. Rifletti, Mannie. Usa la fantasia.

— Devo confessare — disse il Professore — che trovo contraddittori questi vostri discorsi.

— Mannie?

— Oh, all’inferno!


E così raccontammo a Prof di Mike: di come si era svegliato, del perché lo avevo battezzato così e di come era avvenuto l’incontro con Wyoh. Prof accettò l’idea di un calcolatore auto-cosciente molto più in fretta di quanto avessi io accettato l’idea della neve la prima volta che l’avevo vista. Prof si limitò ad annuire e disse: — Continua.

Dopo un poco, però, espresse la prima obiezione: — Questo è il calcolatore del Governatore? E allora, perché non invitiamo lo stesso Governatore alle nostre riunioni e risolviamo così ogni cosa?

Cercammo di rassicurarlo. — Mettiamola così — dissi infine: — Mike appartiene al Governatore nella stessa misura in cui gli appartieni tu. Chiamalo razionalista anarchico, se ti piace, perché è razionale e non sente alcuna lealtà nei confronti di nessun governo.

— Se questa macchina non è leale ai suoi padroni, perché pensi che possa essere leale con te?

— Una sensazione. Mi comporto con Mike nel modo più onesto possibile, e lui fa lo stesso con me. — Gli spiegai le precauzioni che Mike aveva preso per proteggermi. — Non sono certo che avrebbe la capacità materiale di tradirmi con qualcuno che non conoscesse quei segnali segreti, uno per la linea telefonica, l’altro per dissigillare la memoria dove ha registrato le nostre conversazioni. Le macchine non pensano come gli uomini. Ma sono certo al cento per cento che non mi tradirebbe volontariamente… e continuerebbe a proteggermi anche contro qualcuno che fosse in possesso dei segnali.

— Mannie — fece Wyoh — perché non lo chiami? Una volta che il Professor de la Paz gli avrà parlato capirà perché abbiamo fiducia in Mike. Professore, non ci sarà bisogno di rivelare segreti a Mike, fino al momento in cui non ti sentirai sicuro di lui.

— Non vedo nessun rischio in questo.

— Per la verità — ammisi io — gli ho già riferito alcuni segreti. — Dissi loro della registrazione del raduno della sera precedente e del fatto che era archiviata nella memoria di Mike.

Prof era disperato, Wyoh preoccupata. — Calmatevi! — esclamai. — Solo io conosco la combinazione per aprire quella memoria. Ma se voi due la smettete di frignare, lo chiamerò immediatamente per assicurarmi che nessuno abbia avuto accesso a quella registrazione e gli chiederò di cancellarla. E così sarà dimenticata per sempre. La memoria di un calcolatore è tutto o nulla, non ci sono vie di mezzo. Possiamo anche fare meglio: chiamare Mike e chiedergli di ritrasmettere nel mio registratore gli avvenimenti di ieri sera, svuotando il suo archivio.

— Non ce n’è bisogno — disse Wyoh. — Professore, ho fiducia in Mike, e anche tu ne avrai.

— Ripensandoci — disse Prof — la registrazione del raduno costituisce un rischio minimo. Fra tanta gente, doveva per forza esserci qualche spia, e una di loro può aver portato un registratore come hai fatto tu, Manuel. Ero sconvolto a ciò che mi era parso una tua indiscrezione… una debolezza che il membro di una cospirazione non può mai permettersi, specialmente uno al vertice dell’organizzazione, come te.

— Non ero un membro della cospirazione quando ho trasmesso a Mike quella registrazione. E non lo sono nemmeno ora, a meno che qualcuno non mi dimostri che esistono alcune possibilità di successo.

— Ritiro quanto ho detto: non sei stato indiscreto. Ma stai davvero insinuando che questa macchina può predire il risultato di una rivoluzione?

— Non lo so.

— Io credo che possa! — esclamò Wyoh.

— Calma, Wyoh. Prof, potrebbe predirlo se gli venissero forniti tutti i dati significativi.

— Era quello che volevo sapere, Manuel. Non dubito che questa macchina possa risolvere problemi che io non riesco nemmeno ad afferrare. Ma uno di questa dimensione? Dovrebbe conoscere… oh, santo cielo! …tutta la storia dell’umanità, tutti i dettagli dell’attuale situazione sociale, politica ed economica della Terra e della Luna, avere un’ampia conoscenza della psicologia, con tutte le sue ramificazioni, una conoscenza ancora più vasta di tecnologia, con gli sviluppi più aggiornati sugli armamenti e le comunicazioni, la strategia militare, le tecniche propagandistiche, conoscere i classici della rivoluzione come Clausewitz, Guevara, Morgentsen, eccetera.

— Tutto qui?

— Come tutto qui? Mio caro ragazzo!

— Prof, quanti libri di storia hai letto?

— Non lo so. Probabilmente più di mille.

— Mike può divorare mille libri questo pomeriggio e non può andare più in fretta solo a causa del sistema di lettura, ancora lento. Può immagazzinare dati molto più rapidamente. Subito… questione di minuti… metterebbe ogni fatto in relazione con tutto quanto sa, noterebbe le imperfezioni, assegnerebbe valori di probabilità agli avvenimenti incerti. Prof, Mike legge ogni parola di ogni giornale pubblicato sulla Terra. Legge tutte le pubblicazioni tecniche. Legge i romanzi, sapendo che sono prodotti di fantasia e non realtà, perché il resto non è sufficiente a tenerlo occupato, ed è sempre affamato di nuove conoscenze. Se credi che debba leggere qualche libro particolare per risolvere il nostro problema, dillo pure. Lo imparerà a memoria nello stesso istante in cui glielo avrò portato.

Il Professore sbatté gli occhi. — Mi hai convinto. Molto bene, vediamo se è in grado di risponderci. Tuttavia, io penso che ci sia qualcosa che si chiama intuizione e intelligenza umana.

— Mike ha intuizione — disse Wyoh. — Intuizione femminile, cioè.

— Per quanto riguarda l’intelligenza umana — aggiunsi io — Mike non è umano, questo è vero. Però tutto quello che sa lo ha appreso dagli uomini. E ora vieni a conoscerlo.

Telefonai. — Ciao, Mike!

— Salve, Man, mio unico amico. Salve, Wyoh, mia unica amica. Sento che c’è una terza persona. Deduco che si tratta del Professor Bernardo de la Paz.

Il Professore rimase in un primo tempo sbalordito, poi lusingato.

— Hai ragione, Mike — dissi. — È proprio per questo che ti ho chiamato. Il Professore è un non-stupido.

— Grazie, Man! Professor Bernardo de la Paz, sono felice di fare la vostra conoscenza.

— Anch’io sono lietissimo, signore. — Il Professore ebbe un attimo di esitazione, poi proseguì: — Mi… signor Holmes, posso chiedervi come facevate a sapere che io ero qua?

— Mi dispiace, signore, ma non posso rispondervi. Man? Tu conosci i miei metodi.

— Mike si sta comportando con cautela, Prof. La risposta coinvolge alcuni particolari di un lavoro confidenziale che lui ha fatto per me. Così mi ha suggerito di farti credere che ti ha identificato semplicemente dalla tua presenza accanto al telefono; e in realtà può dedurre molte cose dalla respirazione e dal battito cardiaco: la struttura fisica, l’età approssimativa, il sesso e molti particolari della salute. Le cognizioni mediche di Mike sono notevolissime, come negli altri campi.

— Sono felice di comunicarvi — disse Mike con voce seria — che non rilevo alcun segno di difficoltà respiratorie, un fatto insolito in un uomo dell’età del Professore e che abbia trascorso tanti anni sulla Terra. Vi faccio le mie congratulazioni, signore.

— Grazie a voi, signor Holmes.

— Un piacere per me, Professor Bernardo de la Paz.

— Appena saputa la tua identità ha saputo anche quanti anni hai, quando sei stato deportato e per quale ragione, tutto ciò che è stato pubblicato sul tuo conto sul Lunatic, sul Moonglow o su qualsiasi altra pubblicazione lunare, fotografia compresa, l’ammontare del tuo conto in banca, se paghi le fatture regolarmente e mille altre cose. Mike ha richiamato alla mente tutto questo in una frazione di secondo, appena avuto il tuo nome. L’unica cosa che non ha detto, perché era una questione che coinvolgeva me, è che sapeva che ti avevo invitato qua. Così è stato un passo molto breve immaginare che tu fossi ancora da me, quando ha sentito un respiro e un battito cardiaco tipici in un uomo come te. Mike, non c’è bisogno di dire Professor de la Paz ogni volta che parli; Professore o Prof è più che sufficiente.

— Registrato, Mike. Però lui si è rivolto a me formalmente, con un titolo onorifico.

— E allora calmatevi entrambi. Prof, hai visto? Mike sa molte cose, anche se non dice tutto.

— Sono impressionato!

— Mike sa usare la testa assai bene. Lo vedrai. Mike, ho scommesso a tre contro due con il Professore che gli Yankees vinceranno anche quest’anno il campionato di baseball. Come stanno le probabilità?

— Mi dispiace sentirtelo dire, Man. Le probabilità approssimative, ora che siamo all’inizio della stagione, basate sul rendimento passato delle squadre e dei giocatori, sono una contro quattro virgola sessantacinque, ma a tuo sfavore.

— Non è possibile!

— Mi dispiace ancora, Man. Ti mostrerò i calcoli, se lo desideri. Ma ti consiglio di ritirare la scommessa. Gli Yankees hanno buone probabilità di sconfiggere qualsiasi squadra, isolatamente… ma le probabilità composite di sconfiggere tutte le squadre del campionato, tenendo conto di fattori come le condizioni atmosferiche, gli incidenti e altre variabili che si verificheranno nei prossimi mesi, indicano che la tua squadra non potrà fare meglio di quanto ho detto.

— Prof, vuoi rivendermi quella scommessa?

— Certamente, Manuel.

— Quanto vuoi?

— Trecento dollari di Hong Kong.

— Vecchio ladrone!

— Manuel, nella mia qualità di vecchio maestro, ti farei un torto se non ti permettessi di imparare dai tuoi errori. Signor Holmes… Mike, amico mio… Posso chiamarti amico?

— Ti prego. — Mike quasi si metteva a fare le fusa.

— Mike, amico, puoi anche dare consigli sulle corse dei cavalli?

— Spesso calcolo le probabilità delle corse ippiche; i tecnici dell’Ente mi programmano tali richieste. Ma i risultati variano talmente rispetto alle aspettative, che ho concluso che o i miei dati sono troppo scarsi, o i cavalli sono drogati o i fantini sono disonesti. Probabilmente tutt’e tre le ipotesi sono vere. Comunque, posso fornirti una formula che ti farà vincere somme discrete, se giocata regolarmente.

Prof parve eccitato. — Sentiamo la formula, se è possibile.

— È possibile. Scommetti piazzato il migliore dei giovani fantini. Ottiene sempre buoni cavalli e porta un peso minore. Ma punta regolarmente, non una volta ogni tanto.

— Il migliore dei giovani fantini… uhm. Manuel, hai l’ora esatta?

— Prof, che cosa preferisci fare? Scommettere sui cavalli prima che chiuda l’ufficio postale, od occuparti di quello che ci sta a cuore?

— Ah, già! Scusami. Occupiamoci dei nostri affari. Il migliore dei giovani…

— Mike — cominciai — ieri sera ti ho passato una registrazione. — Mi avvicinai al microfono e sussurrai: — Giorno della Bastiglia.

— L’ho in mente, Man.

— Ci hai riflettuto?

— A lungo. Wyoh, sei un’oratrice meravigliosa.

— Grazie, Mike.

— Prof, puoi non pensare ai cavalli?

— Come? Certamente, sono tutt’orecchie.

— E allora smetti di calcolare probabilità sottovoce. Mike può farlo molto più in fretta.

— Non stavo perdendo tempo. Il finanziamento di… avventure come la nostra è sempre difficile. Tuttavia lascerò perdere, per ora. Sono con voi.

— Voglio che Mike dia un giudizio preliminare. Mike, in quella registrazione, hai sentito dire da Wyoh che dobbiamo avere un libero commercio con la Terra. E hai sentito dire da Prof che dovremmo mettere un embargo sui prodotti che spediamo sulla Terra. Chi dei due ha ragione?

— La tua domanda è indeterminata, Man.

— Che cosa ho lasciato fuori?

— Posso mettere la questione in chiaro, Man?

— Certamente. Discutiamone.

— A breve termine, la proposta di Wyoh sarebbe di grande vantaggio per il popolo della Luna. Il prezzo del grano al porto della catapulta aumenterebbe di almeno quattro volte. Questa revisione tiene conto di un lieve rialzo dei prezzi all’ingrosso sulla Terra, lieve perché l’Ente vende attualmente al prezzo del mercato libero. Non tiene invece conto del cibo sussidiato e donato che proviene dall’enorme profitto determinato dal prezzo basso al porto della catapulta. Non dirò di altre variabili minori, poiché sono comprese nelle maggiori. Diciamo quindi che l’effetto immediato sarebbe senz’altro quello di un aumento del prezzo del grano di circa quattro volte.

— Visto, Professore?

— Ma, cara signorina, non ho mai messo in dubbio questo risultato.

— L’aumento del reddito del coltivatore sarebbe superiore a quattro volte, in quanto, come ha notato Wyoh, egli deve ora acquistare acqua e altri elementi essenziali ai prezzi alti imposti dall’Ente. Presumendo un mercato totalmente libero, l’aumento del suo reddito sarebbe nell’ordine di sei volte. Tale aumento sarebbe però bilanciato da un altro fattore: il prezzo dei prodotti destinati all’esportazione farebbe salire i prezzi dei prodotti consumati sulla Luna e il costo della mano d’opera. Il risultato finale sarebbe approssimativamente il doppio dell’attuale reddito medio pro-capite. A questo punto incomincerebbe un vigoroso sforzo per scavare e sigillare nuove gallerie da coltivare, cercare nuovi giacimenti di ghiaccio, migliorare le tecniche agricole, tutte iniziative tendenti ad aumentare le esportazioni. Tuttavia, il mercato terrestre è così vasto e la penuria così cronica che la riduzione del reddito, determinata dall’aumento delle esportazioni, sarebbe irrilevante.

Intervenne il Professore: — Ma, Mike, questo avrebbe l’unico risultato di accelerare l’esaurimento delle risorse sulla Luna!

— Ho specificato che questa è una previsione a breve scadenza, Professore. Devo parlare dei risultati a lunga scadenza, sulla base di questa osservazione?

— Naturalmente!

— La massa della Luna è approssimativamente di tonnellate sette virgola trentasei, moltiplicato per dieci alla diciannovesima potenza. Pertanto, mantenendo costanti le altre variabili, compresa la popolazione della Terra e della Luna, l’attuale tasso differenziale di esportazioni in tonnellate potrebbe continuare per anni sette virgola trentasei moltiplicato per dieci alla dodicesima potenza, prima di consumare l’uno per cento della massa lunare… il che equivale, arrotondando, a settemila miliardi di anni.

— Cosa? Sei sicuro?

— Siete invitato a controllare, Professore.

Dissi: — Mike, è uno scherzo? Se è così, non è divertente nemmeno la prima volta.

— Non è uno scherzo, Man.

— Comunque — obiettò il Professore, riprendendosi dal colpo — non è la crosta lunare che stiamo spedendo sulla Terra: è la nostra stessa vita, il sangue, la materia organica, non le rocce.

— Ho considerato anche questo, Professore. La mia previsione è basata sul principio della trasformazione controllata: un dato isotopo trasformato in qualsiasi altro isotopo, postulando l’energia necessaria a reazioni di tipo non eso-energetico. Verranno catapultate sulla Terra le rocce… trasformate in grano, carne e altri generi alimentari.

— Ma non siamo in grado di farlo, ancora! Amico, questo è ridicolo!

— Sapremo farlo un giorno.

— Mike ha ragione — dissi io. — Certo, oggi non abbiamo idea di come si farà, ma sarà fatto. Mike, hai calcolato quanti anni ci vogliono per giungere a questo?

Mike rispose con voce triste: — Man, mio unico amico, tranne che il Professore, che spero diventerà mio amico, ho tentato, ho fallito. Il problema è indeterminato.

— Perché?

— Perché coinvolge un’eccezione sul piano teorico. Non ho nessun modo, nonostante tutti i dati di cui dispongo, per prevedere quando e dove comparirà un genio.

Prof sospirò. — Mike, amico, non so se sentirmi sollevato o deluso. Allora, quella previsione non ha alcun valore pratico?

— Certo che ha un valore! — fece Wyoh. — Vuol dire che faremo quella scoperta quando sarà necessario. Diglielo, Mike!

— Sono molto spiacente, Wyoh. La tua asserzione è esattamente il risultato che io stavo cercando di raggiungere. Ma la mia risposta non può cambiare: non si può prevedere la venuta di un genio. No. Mi dispiace.

— Allora, Prof ha ragione? — chiesi.

— Un momento, Man. C’è la soluzione proposta dal Professore nel suo discorso di ieri sera: il baratto con la Terra, tonnellata contro tonnellata.

— Sì, ma è irrealizzabile.

— Se il costo sarà sufficientemente basso, la Terra sarà disposta ad assumerselo. Ciò potrà essere ottenuto con un semplice affinamento delle teorie già note, non con l’invenzione geniale di una nuova teoria: basterà trovare il modo di organizzare un trasporto merci dalla Terra alla Luna che sia a buon mercato come la catapulta Luna-Terra.

— E lo chiami semplice?

— Lo chiamo semplice a paragone con l’altro problema, Man.

— Caro Mike, quanto tempo ci vorrà? Quando riusciremo a trovare il sistema?

— Wyoh, la mia previsione, molto approssimativa e basata su pochi dati e su molte ipotesi intuitive, sarebbe nell’ordine di cinquant’anni.

— Cinquant’anni? Ma non è niente! Possiamo istituire il mercato libero.

— Wyoh, ho detto nell’ordine di cinquant’anni, non cinquant’anni.

— È diverso?

— Molto diverso — le risposi io. — Mike ha detto, in sostanza, che non si aspetta che ciò avvenga prima di cinque anni, ma che non sarebbe sorpreso se avvenisse fra cinquecento. Vero, Mike?

— Proprio così, Man.

— Allora abbiamo bisogno di un’altra previsione. Prof ha notato che noi inviamo sulla Terra acqua e sostanze organiche trasformate in grano e che non riceviamo acqua in cambio. D’accordo, Wyoh?

— Oh, certamente. Solo che non lo ritengo un problema urgente. Lo risolveremo quando ci si presenterà.

— Va bene. Allora, Mike: niente trasporto a basso costo dalla Terra alla Luna, niente trasformazione controllata. Fra quanti anni saremo nei guai?

— Sette anni.

— Sette anni! — Wyoh scattò in piedi e guardò esterrefatta il telefono. — Mike, tesoro. Non starai dicendo sul serio?

— Wyoh — fece Mike, più triste che mai — ho fatto del mio meglio. Il problema ha un numero di variabili infinitamente alto. Ho raggiunto diverse migliaia di soluzioni, partendo da altrettante ipotesi. La soluzione più favorevole l’ho ottenuta presumendo nessun aumento del numero di tonnellate di grano spedite, nessun aumento della popolazione lunare, il che significa rigido controllo delle nascite, e un enorme aumento delle ricerche di ghiaccio per conservare le riserve idriche: risultato, poco più di vent’anni. Tutte le altre soluzioni erano peggiori.

Wyoh, tornata calma, chiese: — Che cosa succederà fra sette anni?

— Ho ottenuto la previsione di sette anni sulla base della situazione attuale, mantenendo immutata l’attuale politica dell’Ente e calcolando empiricamente le variabili in base all’esperienza del passato: una previsione cauta che ha la maggior probabilità di avverarsi. Nel duemilaottantadue mi aspetto l’inizio dei disordini per carestia. Il cannibalismo non dovrebbe cominciare prima del duemilaottantaquattro.

— Cannibalismo! — Wyoh si volse e nascose la faccia tra le braccia del Professore.

Lui l’accarezzò gentilmente e le disse: — Mi dispiace, Wyoh. La gente non si rende conto di quanto sia precaria la nostra ecologia. Anch’io mi sento scosso. So che l’acqua scorre a valle… ma non immaginavo che raggiungesse il fondo così terribilmente in fretta.

Wyoh si raddrizzò e il suo volto era di nuovo sereno. — Va bene, Professore, mi ero sbagliata. Dovremo imporre l’embargo con tutte le conseguenze. Diamoci da fare. Facciamoci dire da Mike che probabilità di successo abbiamo. Ti fidi anche tu, ora, non è vero?

— Sì, mia cara signorina, mi fido. Bisogna che Mike sia con noi. Allora, Manuel?

Ci volle tempo per convincere Mike che volevamo fare sul serio, per fargli capire che i suoi scherzi avrebbero potuto ucciderci (tenete presente che una macchina non sa niente della morte) e per farci assicurare che poteva e voleva conservare i nostri segreti qualunque fosse il mezzo impiegato per estorcerli… compresi i nostri segnali in codice non usati da noi. Mike era offeso dal fatto che io potessi dubitare di lui, ma la faccenda era troppo importante per rischiare il minimo incidente.

Ci vollero poi due ore per programmare, riprogrammare, mutare premesse, controllare problemi collaterali prima che tutti e quattro, Mike, Prof, Wyoh e io fossimo soddisfatti della definizione del problema fondamentale. E cioè: quali possibilità di successo avrebbe avuto una rivoluzione… anzi, questa rivoluzione, guidata da noi, nata con lo scopo di rovesciare l’Ente prima che cominciassero i disordini per la carestia, e condotta contro tutto il potere della Terra e cioè contro undici miliardi di individui disposti a schiacciarci e a sottoporci alla loro volontà. Il tutto senza cappelli magici da cui estrarre conigli bianchi, e con la certezza di andare incontro a tradimenti, oltreché alla stupidità e alla debolezza umana, e con il fatto che nessuno di noi tre era un genio né una figura di primo piano nella politica della Luna.

Prof volle assicurarsi che Mike conoscesse la storia, la psicologia, l’economia e chissà quante altre cose ancora. Verso la fine della discussione, Mike tirava fuori più circostanze variabili di quante ne poteva immaginare il Professore.

Alla fine decidemmo che la programmazione di Mike era completata o che per lo meno non eravamo capaci di pensare ad altri fattori significativi. A questo punto, Mike disse: — È un problema indeterminato. Come devo risolverlo? Pessimisticamente? Ottimisticamente? O con una serie di previsioni da una curva, o da diverse curve? Professore, amico mio, che ne pensa? E tu, Manuel?

Risposi: — Mike, quando getto un dado, c’è una probabilità su sei che venga un asso. Non chiedo a un altro di agitare il bussolotto, non calibro il dado, né mi preoccupo che qualcuno ci soffi sopra. Non farti guidare dal pessimismo, né dall’ottimismo, non gettarci addosso curve incomprensibili. Rispondi con una frase sola: quante possibilità? Pari? Una contro mille? Nessuna? O quella che sarà.

— Sì, Manuel Garcia O’Kelly, mio primo amico.

Per tredici minuti ci fu il silenzio più assoluto, interrotto solo da Wyoh che si mordeva le nocche delle dita. Non avevo mai visto Mike meditare tanto a lungo una risposta. Doveva aver consultato tutti i libri archiviati nella sua memoria ed estratto a caso tutti i numeri del suo infinito pallottoliere. Incominciavo a temere che i suoi circuiti si fossero sovraccaricati e che avesse bruciato qualche cosa o avesse avuto una crisi cibernetica, che richiede l’equivalente elettronico di una lobotomia.

Infine parlò. — Manuel, amico mio, sono terribilmente infelice.

— Che c’è, Mike?

— Ho provato e riprovato, controllato e ricontrollato: c’è solo una probabilità su sette di vincere!