"La rivincita dei mendicanti" - читать интересную книгу автора (Kress Nancy)7— Perché non hai chiesto a "me"? — disse Vicki. — Ti avrei potuto aiutare in questa storia esattamente come Jackson Aranow. — Lui è un Mulo — rispose Lizzie. Non sopportava quando Vicki era arrabbiata con lei. Vicki era la protettrice di Lizzie. Era questo il suo programma. — Lizzie anche "io" sono un Mulo — ribatté Vicki. — Ma tu non vivi con i Muli, tu. Non conosci più nessuno. Il dottor Aranow conosce altri Muli, lui. — Lizzie notò che il proprio linguaggio stava scivolando indietro a quello dei Vivi, cosa che accadeva soltanto quando era eccitata o sconvolta. Si rotolò sulla schiena e incrociò le braccia sul petto. Le due donne erano stese sotto la tenda dell’area di alimentazione e stavano consumando una tarda colazione. Erano sole, se si eccettuava Dirk, che dormiva accanto a loro sul terreno caldo e asciutto. Un metro e mezzo sopra la loro testa, il debole sole di novembre era talmente potenziato dalla plastica speciale della tenda che i nuovi coni a energia-Y inviati dal dottor Aranow dalla TenTech non erano stati ancora accesi. La luce solare penetrava nella pelle di Lizzie: a lei sembrava di sentire il corpo assorbire le sostanze nutrienti dal terreno e l’energia dall’aria. Era risentita con Vicki per avere interferito con quella sensazione solitamente così deliziosa. — Ho pensato che il dottor Aranow potesse sapere di Harold Winthrop Wayland e di Ellie Lester ed era così — spiegò Lizzie. Vicki si scansò i capelli dal volto e corrugò la fronte. — Va bene, che cosa ha detto Jackson di Wayland? Quali informazioni ti ha dato che io non avrei potuto scoprire per te? — Il Supervisore Distrettuale Wayland è morto e quindi… — Quello lo sapevamo già! — …la persona che avrebbe dovuto darne notifica al governo statale era la sua bisnipote. Ellie Lester. — Bisnipote? Ma quanto era vecchio il supervisore distrettuale? — Non lo so. Lei comunque è la parente più prossima e doveva avvertire lo stato in modo che venissero organizzate delle elezioni speciali per ricoprire la sua posizione. E lei non lo ha fatto. — Be’, è evidente — commentò Vicki. — Perché darsi tanta pena se nessuno vota più, visto che i Vivi si spostano in continuazione come nomadi? I nomadi non hanno indirizzi elettorali. Nemmeno depositi distrettuali. Niente voti, niente depositi, niente bisogno di un supervisore distrettuale. Comunque è sempre stata una carica utile solo per entrare in politica: non conferiva alcun potere fra i Muli. Lizzie insistette, cocciuta: — Lei doveva comunicare comunque alla capitale dello stato che c’era bisogno di elezioni speciali. Vicki sorrise. — Rimango sempre attonita dalle regole che tu ritieni debbano essere rispettate e da quelle che invece sei disposta a infrangere. Non esistono spauracchi nella tua testa incoerente. — Cosa? — Lascia perdere. — Comunque effettivamente è strano che il sistema non fosse programmato per avvisare automaticamente il governo della morte ufficiale di un pubblico ufficiale in carica. Ma ancora, forse ha avvisato Harrisburg. Che cos’altro ti ha detto Jackson Aranow di Ellie Lester? — Non molto — rispose Lizzie. — Ma sembrava… strano nei suoi confronti. — Strano in che senso? — Non saprei. Ha detto anche che ci aiuterà. — Non abbiamo bisogno di lui. — Be’, verrà comunque. Questo pomeriggio. — E si porterà dietro di nuovo la feroce Cazie Sanders per proteggersi? — Non so. — Se provavi un bisogno così viscerale di trovare un aiuto addizionale fra i Muli, avresti potuto scegliere qualcosa di meglio di Jackson Aranow. Lizzie non rispose. Cullò Dirk nella speranza che si svegliasse e volesse mangiare. Dirk non la criticava e rappresentava una fonte di delizia infallibile: un neonato calmo, non piagnucolone, che stava già cominciando a sorridere. Sua madre diceva che era aria nella pancia, ma non era vero: più nessuno aveva l’aria nella pancia. Era soltanto un’idea di sua madre che rovinava il piacere a Lizzie, proprio come stava facendo Vicki. Lei, Lizzie, non avrebbe mai fatto una cosa simile a Dirk. Non gli avrebbe mai detto che sbagliava, non lo avrebbe mai stuzzicato, non avrebbe mai assunto quel tono di voce che strapazzava un bambino e gli rovinava ogni progetto. Lizzie sarebbe stata una madre perfetta. Non avrebbe commesso un solo errore con suo figlio. Quando Dirk veniva allattato, i suoi occhi azzurro scuro si fissavano senza incertezze sul volto di Lizzie, e con quel corpicino compatto e solido fra le braccia lei sentiva che sarebbe potuta morire di felicità. Lo teneva avvolto in tessuto non consumabile, così che il suo corpo non si nutrisse di altro e non diminuisse il periodo dell’allattamento. Non avrebbe mai lasciato Dirk in asso. E avrebbe reso il mondo più sicuro, per Dirk, indipendentemente da "quanto" Vicki rovinasse i suoi progetti. — A proposito di diavolo. Ecco che arriva un’aeromobile — annunciò Vicky. Il dottor Aranow atterrò dietro l’edificio, accanto all’area di alimentazione. Lizzie e Vicki indossarono delle tute non consumabili, vecchissime e un po’ rattoppate, ma ancora calde e dai colori sgargianti. Le tute non sbiadivano. Quella di Lizzie era gialla, quella di Vicki turchese. Vicki sorrise mentre infilava la camicia, un sorriso che a Lizzie apparve divertito e di superiorità. A volte Lizzie pensava che Vicki non le piaceva più come da bambina. — Lizzie. Signorina Turner — disse il dottor Aranow, appena superato il lembo della tenda. — Il buon dottore — commentò Vicki, ancora sorridendo. Il dottor Aranow arrossì. Lizzie sentì che stava perdendo qualcosa. Si tuffò a bomba sul punto in questione. — Dottor Aranow, abbiamo bisogno del suo aiuto. Abbiamo un piano ma abbiamo bisogno di lei per portarlo avanti. — Lo hai detto anche nel collegamento. Come sta il bambino? — È magnifico, lui — Lizzie sentì la propria voce cambiare di tono e notò il modo più dolce in cui i due Muli la guardarono. Si sentì un po’ più in pace con Vicki. — Ciuccia come un aspirapolvere. — Bene — commentò il dottor Aranow. — Mi piacerebbe visitarlo, dopo. — Per quale motivo? — chiese Vicki. — Infezioni? Arrossamento da pannolino? Vene varicose? — Esistono ancora deficienze strutturali ed endocrine — rispose altezzoso il dottor Aranow. — Il Depuratore Cellulare elimina solo i difetti di funzionamento, non ricostruisce ciò che manca. Lizzie esclamò: — Ma Dirk non ha deficienze, lui! — No, sono certo che non ne ha — le disse il medico cercando di tranquillizzarla. — È soltanto un controllo di routine. Ma prima, che cosa sarebbe questo piano per cui avete bisogno di aiuto? — Si tratta… no, da un’altra parte — suggerì Lizzie. Una piccola folla si dirigeva verso di loro: Tasha, Kim, George Renfrew e il vecchio signor Plocynski, mentre Scott e Shockey ispezionavano l’aeromobile. Al momento Lizzie non aveva parlato a nessuno del suo progetto se non con Vicki. E se fosse arrivata anche sua madre? Lizzie non aveva voglia di rispondere alle domande di Annie. — Quale altra parte? — chiese Vicki. Stava sorridendo di nuovo. Il dottor Aranow propose: — Saliamo in aeromobile e decolliamo. — Nervoso, Jackson? — chiese Vicki. — Non siamo luddisti, sai. Quella che vedi sul volto di Shockey non è rabbia, è invidia. — Sì, nell’aeromobile — confermò Lizzie. Qualcuno forse le avrebbe impedito di salirci con il dottor Aranow? Non lo fece nessuno. Era un’aeromobile più grande di quella dell’ultima volta: aveva quattro sedili. Lizzie salì davanti, col bambino, Vicki, dietro. In silenzio, il dottor Aranow fece decollare il veicolo, volò per un chilometro e mezzo fino al fiume (così in fretta!) e atterrò sulla sponda. L’erba era avvizzita e gli steli spessi degli aster rinsecchiti. Rocce grigie e acqua fredda. Sulla sponda opposta, un coniglio che sembrava avere la rabbia sfrecciò via. Lizzie desiderò che l’aeromobile fosse atterrata in qualche altro posto, ma ebbe paura di dirlo. La paura la fece infuriare con se stessa e sentì le parole che le uscivano a voce alta, sfrontate e da Vivo. — Il Supervisore Distrettuale Wayland è morto, lui. Abbiamo chiamato il suo ufficio per chiedere l’apertura di un deposito perché noi vogliamo restare, noi, nello stesso posto anche in inverno. Il programma ha risposto che noi non eravamo registrati come votanti nella Contea di Willoughby e che non potevamo avere gettoni per il deposito senza essere registrati. Poi il programma ha detto che era necessario avere la residenza da tre mesi. Ci siamo messi in lista e abbiamo aspettato tre mesi. Sono scaduti ieri. Allora abbiamo richiamato e il programma ha detto che il Supervisore Wayland non era disponibile. — "Morto" è decisamente non disponibile — commentò Vicki dal sedile posteriore. Lizzie la ignorò. — Allora ho saccheggiato qualche banca dati per scoprire dov’era il supervisore. Non era da nessuna parte. Ho controllato nel database delle morti. È morto un mese fa. Lei era indicato come il "medico certificante". — Già — ammise il dottor Aranow. Aveva un’espressione vacua. — Allora ho continuato a indagare, io, per scoprire come mai Harrisburg non faceva elezioni speciali, come si dovrebbe quando un servitore eletto muore. È saltato fuori che il governo statale non sapeva nemmeno che il supervisore distrettuale era morto. Il dottor Aranow confermò: — Ho controllato anche io dopo la tua chiamata. Tutti sostengono che si tratti di un difetto nel sistema. — Oh, sì, certo — commentò Vicki. — Fammi un po’ indovinare, Jackson. Durante l’inspiegata assenza di Wayland non sono stati autorizzati servizi distrettuali che quindi non sono costati niente a nessuno. La bisnipote di Wayland ha il controllo della sua intera e non scarsamente considerevole fortuna, il che è una bella coincidenza, visto che è stato il suo sistema di casa quello che ha creato il buco di programma con Harrisburg. Il dottor Aranow si girò sul sedile per guardare Vicki. — Conosci Ellie Lester? — No. Però conosco i Muli. — Dal punto di vista di quello che se ne è andato? Come Lord Jim conosceva la marina mercantile? — Più come Orazio conosceva le legioni romane. Di che cosa stavano parlando? Lizzie aveva perso il controllo della conversazione. Disse a voce alta: — E così ho detto a Harrisburg che dovevano indire elezioni speciali e mi hanno risposto che avevano in programma di farlo. Il primo aprile. Ci sono due candidati e tutti e due hanno programmato discorsi per la campagna elettorale sul Canale 63. Però… Vicki la interruppe. — I due discorsi, naturalmente, conterranno le stesse stanche promesse, le stesse insignificanti dichiarazioni di fornire servizi consistenti e affidabili. Nel frattempo, ci sono esattamente duecentosessanta votanti registrati per elezioni extra-enclave nella Contea di Willoughby. La nostra tribù, più qualcuno delle enclavi di montagna in cui si trovano quei Muli che si sono trasferiti fuori da Manhattan nelle residenze estive, durante le Guerre del Cambiamento. Quelli che sono scappati dalla rivoluzione. Lavoratori unitevi, non avete altro da perdere se non i vostri depositi. Lizzie proseguì: — Così noi… Vicki riprese: — L’idea, in parte, è che tu, sfruttando le tue impeccabili credenziali da Mulo, possa scoprire i veri interessi politici di questi due candidati con lo scopo di… Lizzie esclamò: — Lo dico io! — così forte che Dirk si svegliò e sbatté le palpebre. — Vicki, questo lo dico io. È un’idea mia. — Mi dispiace, piccola — si scusò Vicki, appoggiando una mano sulla spalla di Lizzie. Fu quasi peggio. — Non sono piccola. Te l’ho già detto tante volte! A quel punto, Vicki e il dottor Aranow si scambiarono uno sguardo, e Lizzie si accorse che i due si divertivano alle sue spalle e si arrabbiò così tanto che non le importò nulla del fatto che, per la prima volta, i due sembrassero essere d’accordo su qualche cosa. Non le interessò nemmeno che fosse una buona cosa per il progetto. Pensavano tutti e due che lei fosse ancora una bambina. E tutti e due avrebbero avuto modo di scoprire maledettamente bene che non era così. Lei era Lizzie Francy, il migliore pirata informatico del paese, era una mamma e avrebbe reso il mondo un posto migliore per il suo bambino. Da sola, se fosse stato necessario. "Quello" sì che li avrebbe fatti ricredere, perché il suo piano avrebbe funzionato e nemmeno le leggi dei Muli l’avrebbero fermata, quella volta. Disse con voce glaciale: — Noi eleggeremo un nostro candidato, noi, come supervisore distrettuale. Qualcuno della tribù. Un Vivo. Ecco, così andava meglio. Il dottor Aranow la stava guardando come se fosse davvero riuscita a sorprenderlo, lei. Come se lei fosse stata una che perfino un Mulo doveva notare! Poi, però, l’espressione dell’uomo cambiò. Le disse gentilmente, anche troppo gentilmente: — Ma Lizzie, anche se ci riuscissi, anche se fossi in grado di fare eleggere un Vivo supervisore distrettuale, non sai che i Muli pagano le tasse fornendo servizi a loro spese? In cambio di voti? In quel modo ottengono il potere per creare leggi che vadano bene a loro e voi popolazione ottenete i beni e i servizi per sopravvivere. Ma se venisse eletto un Vivo, come potrebbe rifornire un deposito? Non avete i soldi per cominciare. Vedi, mia cara… — Non parlarmi come se fossi una bambina, figlio di puttana! Il dottor Aranow sbarrò gli occhi. Alle sue spalle, Lizzie riuscì a sentire Vicki che si scuoteva dalle risate, contenendole a mala pena. In quel momento li odiò tutti e due. Quanto meno, però, aveva ottenuto l’attenzione del dottor Aranow. Fra le sue braccia, Dirk si mosse e cominciò a piagnucolare. Lizzie abbassò la voce, e il bambino riprese a dormire. — Ne so più io di lei, sull’argomento. Non tutti i rifornimenti dei depositi vengono acquistati con i soldi personali dei politici. C’è un fondo di denaro proveniente dalle tasse che tutti devono versare che viene diviso fra le contee della Pennsylvania e si può prelevare da lì quello di cui si ha bisogno. Quel denaro… io lo voglio. — Ecco, Jackson… non siamo bene aggiornati sulle nostre procedure governative, vero? — mormorò Vicki. — La medicina è un’amante che pretende così tanto. — Voglio quel credito — ripeté Lizzie perché il dottor Aranow era rimasto davvero impressionato per la prima volta. Oppure sbalordito. Era sbalordito? Era così impossibile per un Vivo essere eletto? Si sentì assalire di nuovo dai dubbi. Forse non poteva funzionare sul serio… Sì. Poteva. Lei l’avrebbe fatto funzionare. Il dottor Aranow chiese: — Tu? Personalmente? Vuoi candidarti come supervisore distrettuale? — Non io — rispose Lizzie. — Non sono abbastanza grande. Bisogna avere diciotto anni. Il dottor Aranow si guardò alle spalle. — Signorina Turner? — Oh, certo — rispose Vicki. — Un Mulo pentito. Nessuno delle due fazioni voterebbe per me. Ma non essere così terrorizzato, Jackson, non abbiamo intenzione di chiedere a te di presentarti. — Certo che no — confermò Lizzie. — Si candiderà Billy Washington. Soltanto che lui non lo sa ancora. Il dottor Aranow chiese: — Billy Washington? Quell’uomo anziano, negro, che mi ha levato di torno tua madre quando stavo cercando di farti partorire? — Hai una bella memoria per i nomi. Sei già quasi un politico — commentò Vicky. — Sì, quello è Billy — disse entusiasta Lizzie. — Il mio patrigno, lui. Lo farà, se glielo chiederò "io". Farebbe qualsiasi cosa per me e Dirk. — Il "progetto per la salute dei bambini" — disse il dottor Aranow. Fece una smorfia. Non era precisamente un sorriso. — Capisco. Be’, la vostra campagna dovrebbe essere abbastanza interessante. Che cosa intendete fare? Registrare tutti i Vivi nomadi come votanti nella Contea di Willoughby almeno tre mesi prima delle elezioni, promettere loro accesso ai depositi se voteranno per il signor Washington e poi, semplicemente, sgominare i candidati dei Muli divisi sfruttando il vostro maggior numero? — Sì — rispose Lizzie eccitata. — So che possiamo farcela! — Non ne sarei così sicuro. I due partiti politici tradizionali mobiliteranno anche i loro votanti, sai. — Ci abbiamo già pensato. Faremo presentare tutti i votanti ma nessuno di loro si registrerà prima delle 11:30 della sera del 31 dicembre, l’ultimo giorno utile prima della scadenza dei tre mesi. Per i candidati dei Muli sarà troppo tardi per organizzare la registrazione di altre persone. Non sapranno mai da che cosa sono stati colpiti. — E i numeri indicano forse… — Ci sono soltanto quattro piccole enclavi nella Contea di Willoughby — spiegò Lizzie. La sicurezza di sé le tornò in un baleno. — E sono enclavi estive. Il totale dei votanti registrati, anche per le elezioni interne delle enclavi, è soltanto di quattromilaottanta. Tutto qui. Non sappiamo quanti Vivi si trovino nella contea, al momento, ma probabilmente più di quanti immaginiamo, in paesi abbandonati, fattorie e fabbriche come la nostra. Per superare l’inverno. Possiamo farli registrare qui. — Per il loro immenso orgoglio civico — disse Vicki. Lizzie si accorse che non stava sorridendo. — Bene — commentò lui. — Buona fortuna. Ancora una domanda: come fate a sapere che io non andrò in giro a raccontare a tutti quello che so di questa storia così che un maggior numero di Muli possano iscriversi qui prima del 31 dicembre? — Non lo farà, lei — disse Lizzie. Il bambino si agitò fra le sue braccia e lei spostò il peso del corpicino piccolo e solido. — Abbiamo bisogno di lei, noi. — Per che cosa? — Appariva nervoso e, ancora una volta, Lizzie si sentì piena di sicurezza. Era in grado di rendere nervosi i Muli. — Per due cose: abbiamo bisogno che lei si informi sui due candidati. Susannah Wells Livingston e Donald Thomas Serrano: come si dividono i votanti? — Perché — intervenne Vicki — se un candidato otterrà il cento per cento dei voti, Lizzie dovrà far registrare molte persone in più di quelle di cui avrebbe bisogno se fosse sicura che il voto fosse diviso come fra cannibali e missionari. Oppure se, per dire, uno dei candidati fosse accidentalmente morto come Harold Wayland. Il dottor Aranow si voltò sul sedile per affrontarla. — Non prendi le cose particolarmente sul serio, eh? — Al contrario — rispose Vicki. — È così che parlo quando sono seria. Quando sono frivola, faccio discorsi pontificanti e altamente pretenziosi. Come questo: c’è un modo per guardare la storia che riporta tutti gli eventi più significativi alla natura di personalità chiave modellate da ambienti molto limitati. Questa teoria sostiene che Napoleone, Hitler, Einstein e Ballieri hanno cambiato il mondo così profondamente proprio a causa delle ristrettezze e delle difficoltà patite durante l’infanzia. — Chi è Napoleone? — chiese Lizzie. — O… che nome hai detto? Ballieri? — Non sai chi era Ballieri? — No. — Lewis Ballieri? Secolo scorso? — No! E non me ne frega un accidente a me! — Perché Vicki non riusciva proprio a comportarsi come una persona normale? Ma se lo avesse fatto… Se lo avesse fatto non sarebbe mai finita a vivere con i Vivi, e Lizzie non avrebbe mai avuto… cercò di allontanare quel pensiero. Vicki disse al dottor Aranow: — Ho dimostrato la mia tesi. Lizzie cambiò presa su Dirk e si sporse in avanti, verso il medico: — C’è una seconda cosa che vogliamo da lei. — E cioè? La ragazza non riusciva a decifrare l’espressione dell’uomo: il suo volto sembrava non cambiare mai. Trasse un profondo respiro. — Abbiamo bisogno della sua aeromobile. — La mia aeromobile? — In prestito. Dobbiamo andare a cercare altri Vivi, noi, e non li possiamo contattare in rete perché la linea potrebbe essere sorvegliata. Il nostro piano deve restare segreto. Quindi abbiamo bisogno di setacciare la contea in volo per trovare tutte le tribù presenti nelle montagne e nelle valli, per visitarle. Può pilotare Vicki. Lei è capace. La prego. Ne abbiamo bisogno soltanto per qualche settimana. Quando Billy sarà stato eletto, utilizzeremo i crediti delle tasse per acquistare siringhe del Cambiamento e coni-Y. È per i "bambini". Il dottor Aranow restò seduto in silenzio. Fuori, il vento si intensificò, sferzando il fiume gelido e formando piccole ondate spumeggianti. Una cornacchia atterrò su una roccia grigia, gracchiando. Alla fine, il medico disse con gentilezza: — Lizzie, non potrai ottenere siringhe del Cambiamento con un deposito. Le poche che sono rimaste non sono in vendita a nessun prezzo. Ogni organizzazione dei Muli del paese ha tentato di raggiungere Miranda Sharifi a Selene per implorarla di mandarne altre… Non lo sapevi? Selene non risponde mai. Eleggere Billy Washington come supervisore distrettuale della Contea di Willoughby non cambierà le cose. — Allora ci procureremo le vecchie unità mediche per i bambini — disse Lizzie. Abbracciò stretto Dirk. E se non fosse stato Cambiato, e se lei avesse dovuto preoccuparsi in continuazione per le infezioni, l’acqua non potabile e i vermi. Per la prima volta, Lizzie immaginò cosa era stata la maternità per sua madre. Caspita, Annie doveva avere avuto paura ogni minuto che a Lizzie succedesse qualcosa! Com’erano riusciti a vivere in quel modo i genitori? Lizzie rabbrividì. Il dottor Aranow iniziò: — Non penso… — Sì, invece — lo interruppe Vicki e la sua voce era cambiata nuovamente, in una tonalità che Lizzie non aveva più sentito da tempo. Vicki parlava al medico come faceva con Lizzie quando era una bambina, piccola e malata. — Probabilmente tu pensi troppo, Jackson. Questa volta, però, non farlo. Agisci e basta. Ti sentirai meglio se farai questa cosa per i Vivi e senza preoccuparti a morte. Ti costerà davvero poco. — Non cerchi di tiranneggiarmi, signorina Turner. — Non lo faccio. Cerco solo di sottoporti il nostro caso, il caso di Lizzie, in tutti i suoi aspetti. Adesso anche tu rappresenti un aspetto. Non hai chiesto di esserlo, lo sei e basta. Se dici di no, è una presa di posizione proprio come se dici di sì. Qui non ci sono muretti su cui stare seduti. La scelta è tua. Tutto quello che io cerco di fare è articolare il problema a livello verbale. Lo sguardo di Vicki si fissò in quello del dottor Aranow. Lizzie si chiese se Vicki avrebbe tirato fuori la signora Aranow, o come diavolo si chiamava la donna che Vicki diceva essere l’ex moglie del medico. Lo aveva ancora in pugno, aveva detto Vicki. Lizzie non capiva proprio come potesse essere così. La famiglia ti possedeva, forse, la tribù, ma non chi aveva deciso di lasciare la tua tribù. Caspita, era come dire che Harvey poteva influenzare le decisioni di Lizzie solo perché era il padre di Dirk! Il mondo non funzionava in quel modo. Tuttavia, se menzionare la signora Aranow poteva aiutare il dottore a prendere posizione contro i Muli… era meglio però che Lizzie lasciasse fare a Vicki. Era Vicki il Mulo, dopo tutto. Anche se nessuno nella tribù glielo avrebbe mai rinfacciato. Vicki disse con tono differente: — Jackson, non desideri mai che la guerra di classe fosse terminata in modo diverso? Che le due fazioni non pagassero il prezzo che noi stiamo pagando? Per Lizzie quelle parole non avevano alcun senso. Che prezzo stavano pagando i Muli? I Muli erano servitori pubblici, avevano il compito di gestire le cose in modo che i Vivi si divertissero. Quanto meno lo facevano un tempo. Ormai avevano tante cose meno da fare. Non erano contenti? Come potevano aver pagato un prezzo non fornendo più depositi, unità mediche, catene alimentari e il resto? Avevano risparmiato denaro e lavoro. Vicki diceva sciocchezze. Però il dottor Aranow stava fissando davanti a sé, attraverso il finestrino dell’aeromobile. Lizzie aveva la sensazione che non vedesse né il fiume, né i campi, né i boschi freddi. Vedeva un altro posto, altre persone oltre lei e Vicki. Chi? — D’accordo — acconsentì Aranow. — A una condizione. Non questa aeromobile. Non voglio che venga avvistata, seguita e che il mio sistema sia sovraccaricato da messaggi infuriati di persone che una volta mi erano amiche. Vi fornirò un’aeromobile presa in leasing da una qualche compagnia di comodo in un altro stato. — Oh, grazie, dottore! — esclamò Lizzie. Si sporse in avanti e baciò il dottor Aranow su una guancia. Il movimento spinse il suo seno contro il viso di Dirk che, sognante, cominciò a succhiare. Quando trovò della stoffa fra la bocca e il capezzolo, piagnucolò facendo smorfie. Lizzie aprì la camicia e gli porse il seno. Ce l’aveva fatta. Era riuscita a procurarsi un’aeromobile. — E si informerà anche sugli altri candidati, lei? Per favore? — chiese. — Perché no? — Non sembrava contento come aveva sperato Lizzie. — Rallegrati, Jackson — disse Vicki. — L’impegno politico fa male soltanto quando comincia a salire la prima corda. — Lei è una bella filosofa pastorale, vero? Potremmo fare in modo che, come parte dell’accordo, lei smetta di darmi lezioni? — Ma ti piace così tanto. Guarda Cazie. — "Vicki" — sibilò Lizzie. Il medico, però, sorrise. Non era un sorriso dolce ma era pur sempre un sorriso. Non era infuriato con Vicki per il suo odioso commento. Perché no? Lizzie non avrebbe mai capito i Muli. E non era necessario. Lui aveva promesso. Lizzie aveva vinto. Tutto quello che le restava da fare era convincere Billy, ma quello sarebbe stato semplice. Billy non le aveva mai negato nulla in tutta la sua vita. — No — disse Billy. — No? No? — No, non lo farò, io. — Ma… è per Dirk! Billy non rispose. Lui e Lizzie stavano seduti su un tronco caduto nel bosco novembrino, i cappotti aperti in un pomeriggio che all’improvviso si era fatto caldo. Billy amava il bosco. Prima del Cambiamento era l’unico a East Oleanta abituato a passeggiare nel bosco per conto suo, per starsene un po’ solo con gli alberi. Ormai lo facevano anche altre persone, ma Billy era rimasto l’unico che ci si recava anche in inverno, rimanendovi per giorni interi. Quanto meno per tutti i giorni che Annie gli permetteva. E proprio quando Annie cominciava a lamentarsi e a bofonchiare per la sua assenza, proprio in quel preciso istante, sembrava sempre a Lizzie, Billy tornava a casa, camminando nell’accampamento con il passo forte che aveva assunto dal giorno del Cambiamento, e non trascinando i piedi da vecchio come aveva fatto prima. Sulla tuta di Billy si sarebbero trovate foglie umide attaccate e ramoscelli nei suoi capelli, e Annie avrebbe strillato quando Billy l’avesse abbracciata perché non si era fatto la barba per lungo tempo. Tuttavia l’avrebbe abbracciato anche lei, forte, prima di ricominciare a lagnarsi e a bofonchiare. Lizzie sapeva che avrebbe trovato Billy nel bosco a controllare le trappole per conigli e ne aveva seguito le impronte nel fango. Quando Billy voleva nascondersi nessuno riusciva a rintracciarlo, ma quella volta evidentemente non gli interessava. Lizzie aveva lasciato Dirk con Annie. In quel momento desiderava avere portato il piccolo. Forse Dirk avrebbe fatto cambiare idea a quel vecchio testone di Billy. Billy era troppo vecchio, lui. Ecco il problema. Anche se i vecchi erano in buona salute e forti, dopo il Cambiamento, restavano vecchi nella testa. Pensavano in modo vecchio. Lizzie sì sforzò di calmarsi per ragionare con Billy. — Perché non vuoi candidarti come supervisore distrettuale, tu? Non capisci che ci aiuterebbe ad avere tutte le cose di cui abbiamo bisogno, come nuovi robot e unità mediche per altri bambini e terminali migliori? Ma non capisci? — Certo che capisco. — Be’, allora perché non vuoi presentarti alle elezioni? Funzionerà, Billy! — Se mi presento io, no. Lizzie lo fissò. Il vecchio strappò un ramo da un acero morto e cominciò a smuovere il terreno. — Lizzie, vedi questa terra? Dovrebbe essere gelata, a questo punto di novembre. — Che cosa c’entra con… — Aspetta. Il motivo per cui la terra non è gelata è perché abbiamo avuto un autunno caldo, noi. Nessuno poteva prevederlo. È successo e basta. Ma noi non sapevamo che poteva succedere, e ci siamo preparati per un inverno rigido, noi. Tutte le coperte e le tute che abbiamo arraffato, la casa della tribù sigillata contro l’aria, i coni che tu e Vicki avete procurato alla TenTech. Lizzie aspettò. Non aveva senso far fretta a Billy. Lui faceva sempre quello che voleva lei, ma a volte gli occorreva un bel po’ di tempo per arrivarci. — Ci siamo preparati, noi, per le difficoltà che vedevamo arrivare, anche se non sono arrivate. Fare qualcosa di meno è da stupidi. Giusto, tesoro mio? — Giusto — commentò Lizzie. Billy continuò a trafiggere il terreno col bastone. — Se tu e Vicki farete queste elezioni dei Muli, dovete prevedere tutto quello che potrebbe arrivare, voi, e prepararvi. I Muli non sono stupidi e non giocano onestamente come il clima. Quando ci sono di mezzo i Vivi, i Muli sono sempre freddi. "Non Vicki o il dottor Aranow", voleva dire Lizzie, ma non lo interruppe. — Se mi candiderò come supervisore distrettuale, io, perderemo. Nessuno voterà per me. Non soltanto nessun Mulo, nemmeno nessun Vivo, al di fuori della nostra tribù. Proprio come non voterebbero per te o Annie. Noi siamo stati i primi a essere Cambiati, quelli che hanno seguito Miranda Sharifi nel laboratorio sotterraneo e che le abbiamo chiesto, noi, se ti aiutava quando eri così malata. Quelli che hanno davvero visto Miranda e le hanno parlato. — Ma sono tutte cose buone, queste! — Sì. Ma sono cose diverse. Diverse da quelle degli altri. E alla maggior parte della gente non piacciono le cose diverse. Li mettono a disagio, loro. Non senti mai di cosa parlano i canali della contea? Lizzie non lo faceva. Aveva troppi database più importanti, più interessanti da esplorare piuttosto che ascoltare le infinite chiacchiere intertribali, le voci e i ridicoli progetti sulle stazioni locali. "Qualcuno ha detto, che un amico ha sentito su un canale dei Muli a New York che certi tipi a Baltimore sono riusciti a rimettere in sesto una pista per scooter… Quindi se sei di Glenn’s Falls, tu, conosci la mia cugina di secondo grado, Pamela Cantrell, è alta circa un metro e sessanta… Abbiamo un campo di alimentazione, noi, tanto grosso da…" — La gente parla — disse Billy. — E nonostante il Cambiamento, la gente non si fida delle idee e dei progetti che sono troppo diversi da quelli che è abituata a vedere. Forse proprio a causa del Cambiamento: abbiamo già vissuto tante novità, noi. Ed ecco che arrivi tu, con un’altra idea nuova, forse un’idea pericolosa, se i Muli si arrabbiano con te. Se anche gente diversa come me può candidarsi per diventare servitore pubblico, be’, allora tutti si sentiranno così a disagio, loro, che non voteranno per me. — Ma… Billy proseguì con il suo tono gentile: — Inoltre noi siamo la famiglia, noi, che ha fatto arrestare Miranda dall’Ente di Controllo per gli Standard Genetici, anche se non ne avevamo intenzione e anche se poi l’hanno lasciata andare, lei. "Miranda Sharifi." No, Lizzie, tesoro caro, nessuno voterà per me in una elezione di Muli. O per Annie, per te, o per Vicki. Nessuno. — E allora per chi? — gridò Lizzie. — Per chi voterebbero, loro? — Qualcuno non troppo poco familiare. — Billy si alzò. — Qualcuno che faceva il sindaco, magari. I Vivi sono abituati ai sindaci, loro, che facevano come un po’ parte del governo. Era vero, rifletté Lizzie. I sindaci dei paesi dei Vivi, quando erano esistiti paesi abitati, erano Vivi che parlavano come i Muli. Che si collegavano in linea, quando ogni paese aveva una linea di comunicazione, prima delle Guerre del Cambiamento. Il sindaco era preso in giro perché lavorava come un Mulo, mentre tutti gli altri non facevano che divertirsi, anche se i sindaci di allora non lavoravano duramente come facevano tutti, ormai. Tuttavia, il sindaco era sempre stato considerato uno scemo tuttofare: un vero Vivo aristo non serviva, veniva servito. Dai Muli. Almeno era ciò che pensavano, ai tempi, tutti quelli che conosceva Lizzie. Il sindaco però era una persona abituata a negoziare con i Muli, a fare rapporto quando si rompeva qualcosa, a presentare le richieste dei votanti ai servitori pubblici neoeletti, a chiamare la polizia, i guardiacaccia o i tecnici quando ce n’era bisogno. Forse Billy aveva ragione. Forse i Vivi della Contea di Willoughby sarebbero stati più contenti di votare qualcuno che era stato sindaco. Ma un sindaco avrebbe accettato di candidarsi per le elezioni? — Conosci qualche ex sindaco, Billy? Nella nostra tribù non ce n’è nessuno. Billy sorrise a Lizzie, ancora seduta sul ciocco. — Sì che ne abbiamo uno, noi. Non lo sai? Ecco cosa guadagni se saccheggi tutti quei dati importanti invece che parlare con la gente. Lizzie si sentì riscaldare da una piccola fiamma. Billy era orgoglioso della sua abilità di trafugare dati. Billy era sempre stato orgoglioso di lei, anche quando era una bambina che rimetteva insieme i robot rotti, cercando di imparare senza avere un sistema vero e proprio. — Chi è sindaco, Billy? — Chi "era" sindaco. — Va bene… chi era sindaco? — Shockey — disse Billy, e Lizzie sentì la bocca spalancarsi in una grossa "O". Billy sorrise. — È sorprendente vero scoprire quali persone saltano fuori in quali posti, eh? È la cosa più importante che il Cambiamento mi ha insegnato, tesoro. La cosa più importante. Non sappiamo mai praticamente niente, noi. — Non è affatto sorprendente — disse Vicki. — Ecco, prendi Dirk, vuole mangiare. Lizzie prese il piccolo. Il solito familiare calore la percorse solo ad accoglierlo fra le braccia. Si sedette contro la parete di cemespugna del suo loculo e aprì la giacca della tuta color girasole. L’affamata boccuccia di Dirk le si agganciò al capezzolo come un missile a ricerca termica. Un brivido, mezzo materno, mezzo sensuale, le passò per il corpo, dal capezzolo al ventre all’inguine. Lizzie si vergognava ancora un po’ di quel brivido, non le sembrava giusto esserne eccitata! Però le succedeva ogni volta, e alla fine si accontentò di tenere quella sensazione per sé. Tuttavia le aumentava l’irritazione che provava verso Vicki, seduta lì vicino, sul suo letto, con l’espressione di quella che sapeva sempre tutto. Vicki non aveva mai partorito né allattato un bambino. — Be’, "io" sono rimasta sorpresa e lo era anche Billy — ribadì Lizzie. — Shockey! Non sembra proprio il tipo di persona che è stata il sindaco di qualche posto! Vicki sorrise. — Che tipo di persona ritieni che si dia alla politica? — Uno come era Jack Sawicki. Interessato ad aiutare il suo villaggio e che se ne fregava se la gente a volte lo prendeva in giro. Shockey si infuria anche se soltanto ci provi a prenderlo in giro e non penso che abbia mai voluto aiutare gli altri in vita sua. Vicki chiese in modo innocente: — È questo il motivo per cui tu spalleggi la sua audace avventura politica? Perché provi il desiderio bruciante di aiutare le altre tribù della Contea di Willoughby? — Ovviamente io… — cominciò Lizzie e si fermò. Vicki riprese a sorridere. — Lizzie, tesoro, le persone che si danno alla politica nel novanta per cento dei casi sono come Shockey. Vogliono un guadagno personale, vogliono potere e vogliono che il mondo giri come preferiscono loro. Proprio come tu vuoi i beni da deposito e vuoi avere un potere sui soldi delle tasse per te e per la tua tribù. L’unica differenza fra… — Ma io non voglio queste cose soltanto per me! Le voglio per Dirk, Billy, la mamma e… — Davvero? Se Billy e tua madre andassero a sud, domani, e se il munifico Jackson Aranow ti consegnasse tutti i beni che vuoi e aprisse un conto corrente a nome di Dirk, tu non lasceresti perdere tutto questo regale progetto? Eh? Lizzie non rispose. — Non pensavo proprio. Non c’è assolutamente niente di male, Lizzie, nel guardare i propri interessi. Se non sono l’unica cosa che guardi. Una persona che conoscevo mi disse una volta… "Ecco che ci risiamo" pensò Lizzie. Spostò in una posizione più comoda il peso di Dirk che succhiava avidamente. — …che ci sono cinque stati in cui può esistere una relazione umana. Qualsiasi relazione: un trattato internazionale, un matrimonio, un dipartimento di polizia, qualsiasi cosa. Soltanto cinque stati possibili. Uno: sano negoziato da posizioni fondamentalmente alleate. Due: distacco completo senza alcun patto di mutuo soccorso o interazione significativa. Tre: dominio-dipendenza, come quella dei Vivi con i Muli. Quattro: lotta nascosta per il dominio senza grandi scossoni o veri e propri combattimenti. Cinque: guerra dichiarata. Finché stai dentro le leggi elettorali ti trovi in una situazione di lotta nascosta per i tuoi interessi. Non c’è niente di male. Ma lo fa anche Shockey, soltanto in modo un po’ più grezzo rispetto alla maggior parte dei politici. Scommetterei che è stato sindaco del suo vecchio paese solo per breve tempo, eh? — Non lo so. — Potrei scommetterci. Come disse una volta John Locke… — Non c’è proprio niente che non pensi di sapere già, tu? Vicki la guardò. Lizzie abbassò lo sguardo sul bambino, quindi lo sollevò furiosa su Vicki. Be’, era vero. Vicki le diceva sempre le cose. Come se Vicki sapesse tutto e Lizzie, lei, fosse una specie di scema… Viva. — A dire il vero so ben poco — rispose tranquillamente Vicki. — Cosa che risulta particolarmente sconcertante se si considera che appena qualche anno fa ritenevo di capire assolutamente tutto. — Mi dispiace — mormorò Lizzie. Era vero? Non lo sapeva. Vicki la confondeva e lei aveva sempre pensato che Vicki fosse meravigliosa: nulla era rimasto lo stesso. — Non dispiacerti. — Vicki si alzò in piedi, stiracchiando le gambe. — Ecco che ti guarda, Karl Marx. — Cosa? — Nulla, tesoro. Ci vediamo a cena, va bene? — D’accordo — bofonchiò Lizzie. Osservò Vicki allontanarsi dal loculo e scomparire dietro la tavola di plastica ammaccata e ribaltata che ne formava una delle pareti. Vicki non si voltò. Lizzie strinse forte Dirk, desiderando non avere tirato fuori quella storia su Vicki che sapeva tutto. Vicki era stata buona con Lizzie quando lei era soltanto una bambina, lei. Ma Vicki agiva davvero come se sapesse tutto. Ogni idea che saltava fuori, ogni piano. Perché Vicki era così? Perché era un Mulo? Lizzie si allungò verso l’alto, cercando di non disturbare il piccolo, finché le dita non afferrarono il cassetto superiore del comò. Tirò giù il terminale. — Ricerca bibliografica. — Pronta — disse il sistema. — Definizione in tre frasi di due cose. Primo: "Ecco che ti guarda". Secondo: "Karl Marx". — "Ecco che ti guarda" era una frase famosa di una registrazione preolografica intitolata Casablanca. Veniva detta durante un brindisi dall’attore principale all’attrice principale. Nel 2090 la frase godette di nuova fama come espressione ironica col significato di "immagino che tu abbia vinto". "’Karl Marx’ era un teorico politico i cui scritti vennero utilizzati da parecchi rivoluzionari del Ventesimo secolo come base di ribellione. Sosteneva un socialismo che includeva la proprietà collettiva dei mezzi di produzione. Il meccanismo attraverso il quale prevedeva di ottenerla era la lotta di classe. — Spegnere sistema — disse Lizzie. — Spegnimento in atto. Lotta di classe: era quello che lei, Lizzie, cercava? Era così che Vicki considerava realmente Lizzie? E Billy, Annie e… Dirk? Lizzie sentì la bocca riempirsi di un gusto acido. Deglutì, ma quello non andò via. Era stata sul punto di chiedere a Vicki di andare con lei per spiegare il piano a Shockey. Forse non lo avrebbe fatto. Forse ci sarebbe andata da sola, se era quello ciò che provava Vicki. Il piccolo aveva finito di succhiare e si era riaddormentato. Lizzie lo strinse forte e si chinò per annusarne il profumo dolce e di pulito. Il gusto acido che aveva in bocca, però, non scomparve. Trovò Shockey con Sharon e la bambina di Sharon di nove mesi, Callie, che pescava nel fiume approfittando del clima mite. Sharon e Shockey indossavano tute invernali con le giacche sbottonate. Lizzie notò che anche la camicia di Sharon era sbottonata. Ecco come stavano le cose. Callie era seduta sulla riva del fiume in un cesto da lavanderia di plastica azzurra, e rigirava una papera di gomma sporca nei pugnetti paffuti. Era una bella bambina, con gli stessi capelli castani di Sharon e occhi grandi, ma quando vedeva Lizzie faceva una smorfia, cominciava a piangere e cercava freneticamente in giro sua madre. Annie diceva che tutti i bambini facevano così all’età di Callie. Avevano paura degli estranei e si innervosivano per le novità. Crescendo Callie avrebbe abbandonato quell’atteggiamento, diceva Annie. Be’, Lizzie non passava molto tempo con Sharon ma non era nemmeno un’estranea: appartenevano alla stessa tribù. Sperava che Dirk non avrebbe attraversato uno stadio simile quando fosse stato più grande. Si spostò dalla visuale di Callie. Sharon e Shockey stavano chini sulle canne da pesca. Sharon ridacchiò e spostò la mano di Shockey dalla canna da pesca alla propria camicia aperta. — Salve! — salutò Lizzie a voce alta. — Ehi, Liz — disse Shockey raddrizzandosi. — Se peschiamo qualcosa vuoi anche tu un bel pesce, vero, tanto per cambiare? Non c’era nulla di sbagliato in quelle parole. La tribù mangiava spesso cibo per bocca: bacche, noci, coniglio arrosto, mele selvatiche. A volte Lizzie provava un’acquolina in bocca che soltanto un sano morso a un cipollotto poteva soddisfare. Il Cambiamento significava semplicemente che nessuno doveva più preoccuparsi di procacciarsi del cibo, non che non lo si potesse mangiare. Non c’era nulla di storto nell’offerta di un pesce da parte di Shockey. Era il "modo" in cui l’aveva detto: gli occhi fissi su Lizzie in atteggiamento di sfida, il mezzo sorriso sulle labbra, la piccola smorfia, la mano ancora appoggiata sul seno nudo di Sharon. La nudità da atto sessuale era diversa dalla nudità da alimentazione; doveva restare una cosa privata. Shockey agiva come se Sharon fosse di sua proprietà. Be’, Lizzie non era di sua proprietà. Tuttavia si costrinse a sorridere. — Certo, se prendi qualcosa, tu. Ma non è per questo che sono qui. Ho una proposta da farti, io. Il sorriso di Shockey si allargò e lui strizzò lentamente gli occhi scuri. Lizzie proseguì in fretta: — Billy mi ha detto che facevi il sindaco da qualche parte. Il sorriso di Shockey svanì. — Davvero? E allora? Qualcuno doveva pure fare il sindaco. — Hai perfettamente ragione — concordò Lizzie. Lo guardò diritto negli occhi e aggiunse: — E qualcuno dovrebbe farlo ancora. — Noi non abbiamo più bisogno dei sindaci, noi — disse Sharon. — Però abbiamo bisogno di un supervisore distrettuale. Harold Winthrop Wayland è morto. La voce di Sharon aumentò di picco. — Shockey non è un Mulo, lui, Lizzie Francy e tu non te lo dimenticare! — Certo che non lo è — disse Lizzie. — È un Vivo, lui: è proprio questo il punto. — Quale punto? — sbottò Sharon, così forte che Callie, allarmata, sollevò lo sguardo dalla papera di gomma. — I Vivi non lavorano, loro, a fare i supervisori distrettuali! — Il supervisore distrettuale controlla la distribuzione nei depositi. La Contea di Willoughby non ha più un supervisore, quindi non c’è più niente nel deposito. Ma se eleggiamo uno dei nostri, allora… — Allora continua a non esserci niente nel deposito! Guardati nel cervello, tanto per cambiare, invece di rovistare nelle Reti dei Muli! Shockey non può mettere nessun bene in nessun deposito! — Sì che potrebbe — ribatté Lizzie. Improvvisamente si era stancata di parlare da Viva con quella stupida ragazza. Conosceva Sharon da una vita ed era sempre stata stupida. — Esiste un fondo di credito statale, in cui si riversano le tasse pagate dalle compagnie, che viene diviso per tutte le contee. Una base di credito a cui si uniscono le tasse pagate dai Muli. Se riusciremo a far registrare un numero sufficiente di Vivi, però, e a far eleggere Shockey, lui potrebbe usare la quota destinata a Willoughby per rifornire il nostro deposito. — Ma se lui… — Chiudi il becco, Sharon, e lascia parlare Shockey. — Lizzie sperò che l’allusione che Sharon lo stesse controllando avrebbe fatto arrabbiare l’uomo. Però Shockey non si arrabbiò. I suoi occhi sfrontati sotto le sopracciglia spesse guardavano lontano e la sua mano lasciò Sharon per accarezzare la propria barba scura. Le due donne lo fissarono. Alla fine disse: — Già. — "Già"? — strillò Sharon. — Chiudi il becco, Sharon. Già, lo farò, Lizzie Francy. — All’improvviso prese la bambina e la sollevò in alto sopra la testa. — Che ne dici, Callie, ti piacerebbe vedere il tuo amico fare il supervisore distrettuale? La piccola strillò deliziata. Apparentemente Callie non considerava Shockey un "estraneo". Sharon si incupì. Lizzie però si accorse che Shockey non vedeva nessuna delle due. I suoi occhi fissavano qualcos’altro, e lui fece la stessa smorfia di quando aveva offerto il pesce a Lizzie. Che cosa aveva detto Vicki? Nella lista dei "generi" di relazioni umane? "Lotta nascosta per il dominio senza grandi scossoni o veri e propri combattimenti…" — Liz, dimmi soltanto quello che devo fare prima. Sono pronto e sono tutto tuo, io. |
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