"L’uomo disintegrato" - читать интересную книгу автора (Bester Alfred)1Nel gennaio del 2013 sulla coppia solare n. 3 (perché l’Occhio Cosmico vede la Terra e la Luna come un sistema binario), Edward Turnbul, studente del Coates Teachers College, decise di approfondire, quale argomento della sua tesi di laurea, l’enigma dell’isteresi magnetica. Le variazioni di Reamur sulle equazioni post-mortem di Einstein avevano messo in luce un paradosso che nessuno si era preoccupato di analizzare. Le ricerche in campo atomico l’avevano trascurato; e a che servono i vicoli ciechi della scienza se non a offrire un’innocua occupazione agli studenti universitari? Turnbul studiò generalmente il tratto originale, diede un’occhiata a un paio di pubblicazioni minori sull’argomento e poi si divertì a fare lo sperimentatore. Eccovi il quadro: un giovane serio, grasso, pallido, incredibilmente noioso. Un magnete è il suo amore; le radiazioni di un Duplexor x-27 sono i suoi amplessi coniugali. A mezzanotte il nostro giovane si diverte e prova la sublimazione di tutti i suoi guai nell’eccitante incertezza dell’esperimento. Riuscirà? E lui potrà davvero sfruttarlo commercialmente, guadagnare milioni di dollari, conquistare tutte le donne con questa incontestabile prova della sua virilità? Turnbul apre l’involto dei panini imbottiti, ne addenta uno, poi fa passare la corrente. L’esperimento è riuscito. Trentadue libbre di macchinari e un litro di etere dimetilmetilico volano dal banco al soffitto con improvviso fragore. Turnbul ha scoperto qualcosa che gli scienziati di un secolo prima avevano, guarda caso, ignorato: l’antigravità. Fatto unico? No, inevitabile. La statistica dichiarava inevitabili tali avvenimenti. Dimenticate Turnbul. Non è il protagonista di questa storia. Se vi identificate in lui vi perderete nel corso di questa vicenda come Turnbul si è sperduto nell’instabile trama che produrrà l’Uomo Disintegrato. Turnbul prese il suo brevetto, poi fu citato in giudizio. Si batté per quindici anni nelle aule dei tribunali, difeso da un mediocre avvocato, e perdette il brevetto. A quell’epoca Turnbul si era fatto conoscere abbastanza da ottenere una cattedra di professore al suo Istituto. Sposò una bibliotecaria, educò i propri figli, e coninuò a scorrere avidamente ogni nuovo testo, ritenendosi soddisfatto se in qualche nota o appendice gli si attribuiva la paternità dell’antigravità o Nel settembre del 2110 la moglie di Galen Gart morì. Era una donna alta, appariscente, di carattere chiuso, e Gart l’aveva amata profondamente e per trent’anni. Erano stati una coppia felice, e nel corso della loro unione erano venuti ad assomigliare sempre più l’uno all’altra, come spesso accade alle coppie. Era difficile distinguere la loro calligrafia, le loro voci, le loro battute. — Pensiamo sempre allo stesso modo — era solito dire Gart. — Normalmente le rispondo prima di rendermi conto che non ha avuto il tempo di esprimermi il suo pensiero. — E dopo la sua morte disse: — Che senso c’è a continuare così? Eravamo un corpo e un’anima sola. Non avevamo bisogno di tante parole. Con chi altro potrei giungere a tale intimità? — Ma a cinquant’anni Galen Gart, inconsolabile, prematuramente invecchiato, conobbe un’eccitante ragazza di venti, con un busto stupendo, la pelle di seta, l’infantile nomignolo di Duffi, e sei mesi dopo il funerale la sposò. — Whow, Duffi — esclamò Gart. — Che cose piacevoli dici! — Ma non ho parlato. — Ed era vero. Ci volle un anno perché Gart si accorgesse che era lui a non aver bisogno che gli altri parlassero. Divenne la sua specialità, il suo giochetto di società, la sua bizzarria. — Ma sì che ci riesco, cara signora. — Io non ho detto niente. Ho soltanto… — Ehi, sentite! Gart c’è riuscito ancora una volta. — Guardate come arrossisce lei. — Che cosa sta pensando, Gart? — La signora — sorrise Gart — sta pensando che io rido di lei. Arrossisce perché le sto dicendo che l’ammiro. Ha una delle più belle menti in cui mi sia imbattuto. Risate generali. Risate generali accoglievano il rivelarsi della strana facoltà di Gart, quando lui, gentile, educato, cortese si esibiva nel suo giochetto di società. Ma tale caratteristica era una qualità recessiva, che si rivelò appieno in suo figlio. Nessuno rise quando quella piccola bestia amorale di Galen junior (tutti i bambini lo sono un po’) scoprì di aver ereditato la facoltà di percezione extrasensoriale e cominciò a usarla brutalmente. Il giovane Galen mutò le risate in lacrime, e si scrissero parecchi libri intorno alla sua triste carriera criminale che si concluse con la sua morte violenta. E Galen Gart junior, ricattatore, consigliere fraudolento e ladro, aiutò a produrre l’Uomo Disintegrato. Il lotto di terreno in vendita nei pressi di Sheridan Place trovò un acquirente, e il Club dello Spazio fu costretto a trasferire la sede della lotteria, con relativi premi, a Brooklyn. Il barometro costituito da un razzo in miniatura inserito a metà di una colonna illuminata per graduare la quale c’erano voluti migliaia di dollari, e che era di proprietà dei soci, fu lasciato dov’era. Sul terreno sorse un isolato di grandi magazzini sperimentali, costruiti senza tetto e senza mura, protetti dalle intemperie, e dagli eventuali ladri, da un nuovo sistema difensivo detto Protezione Donaldson, una sorgente invisibile di radiazioni che, quando era umido, scintillava con il balenio fluorescente dell’olio sull’acqua. Il negozio centrale, accanto all’ingresso della Stazione Pneumatica, venne affittato, con un contratto valido per 99 anni, da Wilson Winter, un artista di tendenze ambigue che acquistò una partita di libri vecchi in omaggio alla letteratura, e si diede a esercitare un proprio commercio di opere scandalose in omaggio alla propria borsa. Fra le anticaglie senza valore figurava Quinn ripiegò la pistola, la ripose nella sua scrivania e ve la dimenticò. Si dimenticò di prenderla con sé anche quando lasciò l’albergo. Ed essa vi rimase, dimenticata da tutti, finché non fu scoperta dall’Uomo Disintegrato. L’antigravità, altrimenti nota con il nome di Anche il Club dello Spazio, che era in gran difficoltà per la raccolta dei fondi comuni, decise di sfruttare l’antigravità. I grandi industriali alzarono le spalle, preferendo lasciare agli sciocchi l’arduo compito di fare da pionieri. Chi si prende la briga di speculare su una semplice probabilità? Che vantaggi commerciali possono derivare dalla possibilità di raggiungere l’ardita distesa della Luna o quelle ghiacciate dei pianeti? Chi si sentiva di spalleggiare le imprese di Cayley, Stringfellow, Haneson, Chanute, Santos-Dumont, i Wright? Tra l’altro erano in corso alcune guerre e gli eserciti combattevano per eliminare l’antigravità in omaggio a nebulose ragioni di sicurezza. Nel frattempo fece la sua comparsa Alan Courtney. Dopo aver divorziato dalla sua dodicesima moglie, Courtney cominciò a guardarsi attorno in cerca di una nuova terapia per il suo ipertiroidismo. Aveva abbastanza denaro per essere annoiato e ciò bastò a dargli l’idea di costruire un’astronave interplanetaria. Alla stampa annunciò che era sua intenzione ricercare negli spazi stellari una moglie ideale. La stampa non si scompose, e Courtney ne fu seccato. Per dispetto, completò il suo apparecchio e, reso più ardito da una solenne sbornia, partì per la sua avventura. Non tornò. Nessuno credette alla sua partenza. Cinque anni dopo la gente per lo più si chiedeva: Anche Glen Tuttle, uno psicopatico inguaribile, e Almedo Zigerra, Joan Turnbul, Fritz Wonchalk, Speeman Van Tuerk, e ancora altri, tutta gente che si sentiva a disagio in questo mondo; incapaci di compromessi sociali, malati d’evasione, se ne andarono dalla Terra a uno a uno, con più o meno clamore e pubblicità. Nessuno ritornò. Il Club dello Spazio accolse con entusiasmo la donazione di 100.000 dollari da parte di un magnate dell’industria dei trasporti, Reich, e annunciò che presto l’uomo avrebbe lasciato la terra per il suo primo viaggio negli spazi. In realtà era cosa già avvenuta. Varcata la soglia, si trovò nella tranquillità dello studio e si guardò attorno. Era una donna sciatta, sui quarant’anni, appassita, spaventata. Scorse subito l’uomo seduto dietro la scrivania, un giovane coi capelli e gli occhi neri, la pelle bianca e vellutata come quella di Duffi. — Avanti signora. Accomodatevi. Aveva una voce bassa, leggermente roca, come se celasse passioni represse. — Grazie — sedette, faticosamente. — Qual è il vostro nome, signora? — Il mio nome? — E il vostro problema, signora Nolles? — Bene, continuo a sentire quelle voci che mi parlano all’orecchio. Così ho pensato che un dottore… — Non sono un dottore, signora. Cercate di capire. Non esercito la professione del medico. Do solo consigli ai miei amici. Potete chiamarmi semplicemente signore, non dottore, signor Lorry Gart. — Il vostro problema, signora Nolles? — ripeté Gart. — Si tratta di quelle voci. Mi dicono che io sono Dio. — Forniti dal signor Hannerly? — Oh no, sono i miei risparmi. Io… — S’interruppe. Gart annuì e sorrise. — Cominciamo a capire, vero, signora Rennsaeler? — No, naturalmente. E non avete neppure detto il vostro nome. Cerchiamo di essere pratici, signora Rennsaeler. Io non sono un ciarlatano. Voi non mi smaschererete. Anzi dimenticherete questo episodio. — Un divinatore di pensiero, un uomo dotato di facoltà telepatiche, un Esper. Posseggo la facoltà della percezione extrasensoriale, signora Rennsaeler. Extra-Sensoriale PERcezione. ESP. — Signora Rennsaeler, smettetela! — Gart parlò aspramente. Si alzò e girando attorno alla scrivania si accostò alla donna. — Ascoltatemi, non abbiate paura. Avete l’impressione che la vostra più segreta intimità sia violata, e questo vi rende ostile. Ma non c’è niente di cui dobbiate vergognarvi, signora Rennsaeler. Nel chiuso della nostra mente siamo tutti uguali. Tutti, indistintamente. Lo so. L’ho scoperto con la mia esperienza personale. Lei lo guardò fisso, spaventata. — Credetemi. — Scosse la testa e fece una smorfia penosa. — Volete che vi racconti le mie vergogne, le mie paure segrete, i miei vizi e i miei orrori? Vogliamo sentirci fratelli oltre la soglia della coscienza? Mio padre era un criminale. Galen Gart junior, un ricattatore, un truffatore, un uomo che leggeva il pensiero e di questo si serviva per eliminare le persone. Fu ucciso. Io possiedo le stesse qualità, la sua stessa capacità di leggere il pensiero, non molto a fondo, ma con una certa esattezza. Da qui nascono le mie tentazioni, tentazioni suscitate dall’avidità, dal subdolo odio per la società, dall’istinto di sbalordire e distruggere la gente, dall’istinto malsano di distruggere me stesso. — Non capisco. — La donna scosse la testa. — Sto denudandomi psicologicamente per voi, signora Rennsaeler. È la mia unica difesa contro la vostra ostilità. Spero che voi possiate aiutarmi a divenire qualcosa di meglio di un illusionista da strapazzo. Vi intendete di rapporti sociali? — No — disse lei. — No. Sono venuta qui per smascherare un volgare ciarlatano. Io… — Ascoltatemi. Io mi servo della mia eccezionale facoltà per aiutare le persone confuse e smarrite. Vengono qui da me degli strani malati, quelli che non sanno scoprire i loro stessi problemi. Io li aiuto in un solo modo: a indovinare i loro problemi. Mentre parlano io seguo il flusso dei loro pensieri. Mentre si agitano e si confondono, ricostruisco punto per punto il loro caso, dico loro di che crisi soffrono. La delineo chiaramente davanti ai loro occhi. È come se avvolgessi il loro problema individuale in un bel pacchetto e lo consegnassi nelle loro stesse mani. Possono portarlo al più vicino psicanalista per averne la soluzione, benché generalmente non sia affatto necessario. — Allora non siete un ciarlatano. — No, signora Rennsaeler. E voi mi credete. Almeno così leggo nel vostro pensiero. Mi credete e volete aiutarmi. Non è vero? Dopo un lungo silenzio lei disse: — Sì… dannata telespia. Vi credo e voglio aiutarvi. Gart le prese una mano. — Avete già cominciato ad aiutarmi. Mi avete dato un nome. Il AVV. ASJ: La difesa può procedere all’interrogatorio del testimone di parte avversa. AVV. LECKY: Col beneplacido della corte vorrei presentarvi il dottor Walter Clark, esper ed Esperto Sanitario, che procederà all’interrogatorio dei testimoni. AVV. ASJ: Mi oppongo! LA CORTE: In base a cosa sostenete la vostra tesi, avvocato Lecky? AVV. LECKY: Ricordo a Vostro Onore che in questa causa per l’assegnazione dei beni di Alan Courtney c’è in gioco una somma di oltre venticinque milioni di dollari. Pur non discutendo l’intima onestà dei testimoni di parte avversa, sospetto che i loro ricordi siano addomesticati a suon di dollari. AVV. ASJ; L’avvocato Lecky sta sostenendo la sua tesi o scrivendo un copione per uno spettacolo Panty? AVV. LECKY; È cosa accertata che gli uomini ricordano quello che vogliono ricordare e dimenticano quello che vogliono dimenticare. Lo fanno in piena buona fede. Per la psicanalisi non esiste verità obiettiva, e le nostre Corti si sono più volte appellate al principio psicanalitico in una lunga serie di casi. LA CORTE: A questa Corte sono noti i casi precedenti, avvocato Lecky, ma il caso in discussione non ha niente in comune con essi. AVV. ASJ: Non si è mai verificato che in una causa un esper fosse ammesso a dire la sua e se l’avvocato Lecky crede di poter forzare… AVV. LECKY: Che cosa temete? Se i vostri testimoni dicono la verità, il mio uomo scruterà nel loro intimo e non farà che confermarlo. Ma se mentono come credo… LA CORTE: Signori! Signori! Non possiamo permettere discussioni di questo genere. La Corte è perfettamente al corrente del fatto che esperti in materia extrasensoriale rendono validi servigi alla società in vari campi della vita attuale; il medico esper, il legale esper, l’educatore esper, il criminologo esper… per menzionarne solo alcuni. Tuttavia un esper non può legalmente essere ammesso in una Corte, e fare dichiarazioni da scriversi a verbale. AVV. LECKY: Non si può sostenere che un’intrusione nell’intimità del pensiero sia immorale, come non si può affermare che l’istantanea di un bagnante nudo rappresenti un’offesa al pudore. Tre secoli fa si pensava che il corpo umano fosse una cosa vergognosa. Celarlo era la strana consuetudine dell’epoca. Ma abbiamo superato da molto tali concetti medievali. LA CORTE: Verissimo avvocato Lecky, ma la giustizia umana non ha ancora ripudiato il principio stabilito per cui non ci si può servire di un uomo come testimone contro se stesso. Non si può rivolgere la testimonianza di un uomo contro di lui. Non si può forzare un uomo a convincersi che è nel falso a livello inconscio. La giustizia deve sempre mantenersi obiettiva. Se così non fosse che cosa accadrebbe agli innocenti che si credono colpevoli? Come potrebbe una Corte conciliare le loro confessioni di colpevolezza soggettive con la loro innocenza obiettiva? L’obiezione è accolta. Nel 2300 la Evidentemente era impazzito perché trovarono il suo cadavere rinsecchito ancora inginocchiato ai piedi di una roccia sulla quale era stato scolpito il simbolo dell’Ordine del Pitone. Di questo simbolo, un serpente avvolto in lunghe spire, non si fece parola nei resoconti, ma il nome di Courtney fu dato a una città. In onore di Alan Courtney il suo pronipote Samuel Dus prese anche il suo nome, e si stabilì nella città di Courtney su Marte. Ma vi fu spinto anche da altre ragioni. Samuel Dus-Courtney era stato battuto nella sua grande lotta finanziaria contro il vecchio Geoffrey Reich III, e voleva ritirarsi per poter risanare il suo patrimonio pericolante. L’apparecchio di Joan Turnbul, un sottomarino trasformato in astronave, rimase vittima della Legge dei Tre Corpi Celesti, e segue tutt’ora Giove nella sua eterna corsa insieme ai Troiani. Gli apparecchi di linea dell’impresa Van Tuerk si schiantò su Titano. Un’astronave cisterna della compagnia — Magma cum laude — sbuffò Ben Reich quando la notizia gli fu trasmessa dalla Torre Sacramento, ma non se ne rallegrò. Perché Ben Reich è l’Uomo Disintegrato. |
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