"Guerra al grande nulla" - читать интересную книгу автора (Blish James)

CAPITOLO SETTIMO

Una breve pausa, penosa.

— È tutto? — domandò Michelis.

— È tutto, Mike. Oh… un’altra cosa. Il mio voto, se qualcuno fosse ancora in dubbio, è di tenere chiuso il pianeta. Il motivo l’ho detto.

— Ramon, volete parlare voi, ora? — disse Michelis. — Ne avete certamente il diritto, visto che siete stato, attaccato personalmente. L’atmosfera è un po’ accesa, in questo momento, temo.

— No, Mike, parlate voi.

— Non sono ancora pronto a parlare, a meno che la maggioranza non lo esiga. Tu, Agronski?

— Sì, certo — disse Agronski. — Come geologo, e come individuo che non ama i ragionamenti elaborati, sono dalla parte di Cleaver. Non vedo argomenti pro o contro questo pianeta, all’infuori dei motivi di Cleaver. È per così dire un pianeta normale, tranquillo, non molto ricco dal punto di vista delle nostre necessità… sì, quel gchteht è un’ottima bevanda: ma è un genere di lusso… e che pare non possa darci alcun guaio, almeno a quanto ho potuto vedere. Potrebbe rappresentare un buon scalo, ma di tanti altri mondi in questa regione della Galassia si può dire la stessa cosa.

«Sarebbe anche un arsenale eccellente, nel senso con cui Cleaver intende arsenale. Per il resto è così privo d’interesse come l’acqua di uno stagno. La sola altra risorsa che possa offrire è il titanio, che non è poi così scarso sulla Terra, al giorno d’oggi, come Mike ha l’aria di credere; e una certa quantità di pietre preziose e di pietre dure, che possiamo fabbricare benissimo sulla Terra, senza aver bisogno di andarle a cercare a cinquanta anni luce. Secondo me, ci sono due soluzioni: o fare di questo pianeta uno scalo, trascurando tutto il resto, o seguire la proposta di Cleaver.»

— E voi per quale soluzione optereste? — domandò il Gesuita.

— Be’… Qual è la più importante, Padre? Di pianeti scalo, non ce n’è forse a iosa? Mentre, pianeti che possano essere trasformati in laboratori nucleari non se ne trova molti: Lithia è il primo che si possa utilizzare in questo senso. Perché allora utilizzare questo pianeta a scopi banali, visto che si tratta di un pianeta che ha una caratteristica unica? Perché non applicare il «rasoio di Occam», la legge della parsimonia? Risulta valida per qualsiasi altro problema scientifico che sia stato mai affrontato.

— Il «rasoio di Occam» non è una legge naturale — disse Ruiz-Sanchez. — È soltanto una comodità euristica… un trucco per apprendere, in altre parole. E inoltre, Agronski, dice di scegliere la soluzione più semplice che rispetti tutti i dati del problema. E voi non avete tutti i dati: vi mancano i più importanti.

— D’accordo, allora: mostratemeli — disse Agronski, con aria fintamente pia. — Ho una mente molto aperta.

— Ma in definitiva, sei per la chiusura del pianeta? — disse Michelis.

— Certo, è quello che dicevo.

— Volevo semplicemente un sì o un no per il magnetofono. Ramon, suppongo che tocchi a noi ora. Volete che parli prima io?

— Avanti pure, Mike.

— Bene — cominciò Michelis con voce pacata, senza mutare il proprio tono abituale, di ponderosa imparzialità. — Dirò che secondo me questi due signori sono degli imbecilli, e imbecilli pericolosi per giunta, dato che passano per scienziati. Paul, le tue manovre volte a creare una situazione falsa sono addirittura al di sotto dello stesso disprezzo, e non desidero riparlarne. Non chiederò nemmeno che le si tagli dalla registrazione, così che non dovrai sentire il dovere di sanare qualunque disaccordo tra le nostre opinioni. Considero soltanto lo scopo a cui queste manovre dovevano servire, esattamente come hai voluto tu.

La sicurezza di Cleaver parve lievemente scossa. Egli disse: — Continua — e si rimboccò meglio la coperta sotto le gambe.

— Nulla ci autorizza a pensare che Lithia possa diventare un arsenale — riprese Michelis. — Tutti i fatti che porti a sostegno della tua tesi non sono che mezze verità o pure menzogne. Prendiamo un po’ questa famosa mano d’opera a buon mercato, per esempio. Con che cosa ti riprometti di pagare i Lithiani? Essi non hanno sistema monetario e non li si può compensare in natura. Hanno quasi tutto ciò di cui abbisognano, e sono soddisfatti del loro attuale modo di vita: Dio sa che non sono nemmeno lontanamente gelosi delle conquiste che secondo noi rendono grande la Terra. Piacerebbe loro avere il volo spaziale, ma è questione di poco tempo, e poi lo avranno: anno già ora il motore a reazione ionico, e per un secolo non avranno bisogno dell’iperpropulsione Haertel.

Si guardò intorno per la stanza dolcemente incurvata, che la luce a gas illuminava di un chiarore molle e riposante.

— E non vedo — riprese, — che lavoro potrebbe fare, in una casa come questa, un aspirapolvere con quarantacinque accessori brevettati. Come pagherai i Lithiani per farli lavorare nei tuoi impianti termonucleari.

— Col Sapere — rispose burberamente Cleaver. — Ci sono un monte di cose che i Serpenti amerebbero sapere.

— Ma quale Sapere, Paul? Le cose che i Lithiani vorrebbero conoscere sono proprio quello che non potrai mai rivelare loro, se dovranno servirti come mano d’opera. Insegnerai loro la meccanica quantistica? Non puoi: sarebbe troppo pericoloso. O insegnerai loro la nucleonica, oppure il paradosso di Haertel? Anche ora, si tratta di cose che possono far loro apprendere nozioni pericolose. Insegnerai loro come estrarre il rutilio o come raccogliere quantità sufficienti di ferro perché possano sviluppare la loro conoscenza dell’elettrodinamica o come superare questa Età della pietra (anzi, Età della ceramica, dovrei dire) in cui vivono attualmente, per farli arrivare all’Età della plastica? No, ovviamente. In realtà, non abbiamo nulla da offrire loro in questo senso. Tutto sarebbe tenuto rigorosamente segreto in base agli scopi stessi che ti proponi, e in queste condizioni essi si rifiuterebbero di lavorare.

— Mettiamoli davanti ad altre condizioni — disse Cleaver, brusco. — Se necessario, ordiniamo loro quello che dovranno fare, piaccia o non piaccia loro. Non dovrebbe essere difficile introdurre su questo pianeta un tipo di sistema monetario. Dai a un Serpente un pezzo di carta su cui è scritto «Vale 1 Dollaro» e se ti chiede che cosa gli dà il valore di un dollaro tu gli rispondi che vale una buona giornata di lavoro.

— E gli puntiamo una pistola nel ventre a sostegno della nostra tesi — disse il Gesuita.

— Per che cosa dovremmo fabbricare pistole, se no? Non ho mai pensato che potessero servire ad altro. O le puntate su qualcuno, o potete anche buttarle via.

— In altre parole, schiavismo — disse Michelis. — E con questo il roblema della mano d’opera a buon mercato è risolto. Rifiuto di votare per lo schiavismo. Altrettanto fa Ramon. Tu, Agronski?

— Rifiuto anch’io — disse Agronski, a disagio. — Ma non è questo un punto secondario?

— Secondario? Ma se è la ragione stessa per cui siamo qui! Siamo tenuti a pensare al benessere dei Lithiani come al nostro; diversamente i lavori della nostra commissione non rappresenterebbero che una perdita di tempo, di riflessioni e di energia. Se volessimo soltanto mano d’opera a buon mercato, potremmo fare schiavo subito qualsiasi pianeta, senza tante discussioni.

— E come? — disse Agronski. — Non ci sono altri pianeti. Voglio dire: nessun pianeta con vita intelligente tra quelli che abbiamo esplorato finora. Non possiamo ridurre in schiavitù un granchio delle sabbie marziane.

— Il che ci riporta al problema del nostro benessere — disse Ruiz-Sanchez. — Siamo tenuti a considerare anche questo. Sapete che cosa accade a un popolo diventato schiavista? Cade in decadenza.

— Molta gente ha lavorato per quattrini, senza per questo essere divenuta schiava — disse Agronski. — Non mi disturba affatto ricevere un assegno in cambio del mio lavoro.

— Non c’è denaro su Lithia — ribatté Michelis. — Se lo introdurremo qui, sarà solo con la forza. Lavoro forzato equivale a schiavitù. Come dovevasi dimostrare.

Agronski non disse nulla.

— Su, parla — invitò Michelis. — È vero o no?

— Sì, immagino che sia vero — disse Agronski. — Non ti eccitare tanto, Mike, non è il caso.

— Cleaver?

— Schiavitù è soltanto una parola antipatica — disse Cleaver di malumore. — Tu stai deliberatamente intorbidando le acque.

— Prova a ripeterlo.

— Oh, al diavolo. Va bene, Mike, so che non lo faresti mai. Comunque, si potrà sempre trovare un sistema di pagamenti equi.

— Ti crederò quando me l’avrai dimostrato — disse Michelis, alzandosi bruscamente. Si avvicinò alla finestra e sedette sul davanzale inclinato, lo sguardo perduto fuori, nella pioggia e la tenebra. Appariva profondamente turbato: più di quanto Ruiz-Sanchez sarebbe stato disposto a concedergli prima di quel momento. Il sacerdote era stupito: sia per Michelis sia per se stesso; l’argomento del denaro non gli era mai venuto in mente, e Michelis, inconsapevolmente, aveva messo il dito su una piaga dottrinaria che Ruiz-Sanchez non era mai riuscito a conciliare con le proprie credenze. Gli vennero in mente i versi che avevano riassunto il dilemma ai suoi occhi, versi scritti cent’anni prima: 

La traballante vecchia Chiesa ha perso le zanne, Non si oppone più al neshek; il grasso ha coperto i suoi pastorali…

 Neshek era il prestare denaro a interesse, un peccato che un tempo veniva chiamato usura: per esso Dante aveva messo degli uomini all’Inferno. E ora Mike, che non era affatto cristiano, veniva a sostenere che il denaro in se stesso era una forma di schiavitù. Si trattava, come scoprì Ruiz-Sanchez tastandola mentalmente ancora una volta, di una piaga molto dolorosa.

— In attesa — riprese Michelis — continuerò con la mia analisi. Che cosa dobbiamo dire di questa teoria della segretezza automatica di cui hai parlato, Paul? Tu pensi che i Lithiani non siano capaci di imparare le tecniche di cui avrebbero bisogno per scoprire i nostri segreti e trasmetterseli, e che pertanto nessuna segretezza sia necessaria. Anche qui, ti sbagli. E se ti fossi preso il disturbo di studiare, anche in modo superficiale, i Lithiani, lo sapresti. I Lithiani sono dotati di grande intelligenza e possiedono già molti degli elementi di cui avranno bisogno. Ho dato loro una mano nelle ricerche sul magnetismo ed essi hanno assorbito queste conoscenze in modo prodigioso, e ne hanno trovato delle applicazioni estremamente ingegnose.

— È quello che ho fatto anch’io — disse Ruiz-Sanchez. — Ho suggerito loro un metodo per la raccolta del ferro, metodo che ha tutte le probabilità di risultare efficace; mi sono limitato a dare un consiglio e loro, in men che non si dica, hanno subito capito tutto e hanno mosso i primi passi verso la soluzione. Riescono a mettere a frutto il minimo degli indizi.

— Se fossi l’ONU — ribatté Cleaver seccamente, — considererei le vostre azioni come tradimento puro e semplice. Faresti meglio a usare di nuovo la chiavetta, Mike, per il tuo bene… se sei ancora in tempo. Non è possibile che i Serpenti conoscessero già i vostri trucchi e abbiano semplicemente voluto mostrarsi cortesi con voi?

— Piantala di tendermi trappole — disse Michelis. — Il nastro gira e continua a girare, per tua richiesta. Se hai qualche pentimento, mettilo nel tuo rapporto personale, ma non cercare di farmi nascondere qualcosa proprio adesso. Non funziona.

— Ecco quello che capita — osservò Cleaver — quando vuoi far del bene!

— Se questa era la tua intenzione, grazie, Paul — disse Michelis. — Ma ho ancora qualche cosa da dire. Per quel che riguarda l’obiettivo pratico che ti sei prefisso, dichiaro che è tanto inutile quanto impossibile. Il fatto che questo pianeta sia particolarmente ricco di litio non implica che noi si cammini sopra una miniera d’oro, quale che sia, sulla Terra, il suo prezzo.

«Il fatto è che questo litio non lo puoi trasportare sulla Terra. La sua densità è così bassa che non ne potremmo inviare più d’una tonnellata per astronave; e una volta che il metallo fosse arrivato sulla Terra, le spese del suo trasporto supererebbero largamente il prezzo che se ne potrebbe ottenere. Credevo che tu sapessi che ci sono anche sulla Luna grandi quantità di litio, ma che non ne conviene il trasporto sulla Terra, nemmeno su una distanza così breve come quella che divide il nostro pianeta dal suo satellite. Lithia si trova a qualcosa come circa 500 trilioni di chilometri dalla Terra, che sono l’equivalente di 50 anni luce. Nemmeno il radium converrebbe trasportare, su una distanza simile!

«E nemmeno sarebbe conveniente il trasporto dalla Terra su Lithia di tutte le pesanti strutture necessarie per l’utilizzazione qui del litio. Non c’è ferro, qui, per costruire grandi magneti. Una volta che tu avessi portato su Lithia, i tuoi acceleratori di particelle, i tuoi cromatografi di massa e tutto il resto, l’impresa sarebbe costata all’ONU una tale somma che nemmeno tutta la pegmatite disponibile qui potrebbe compensarla. Non è esatto, Agronski?»

— Non sono un fisico — rispose Agronski, con una leggera smorfia, — ma so che la sola estrazione del metallo dal minerale e quindi il suo immagazzinamento verrebbe a costare una cifra colossale, questo è certo. Il litio greggio, poi, brucerebbe come fosforo in questa atmosfera, così che bisognerebbe immagazzinarlo e lavorarlo sotto uno strato di olio. E ciò, si capisce, aumenterebbe enormemente le spese.

Michelis guardò Cleaver, poi Agronski, infine di nuovo Cleaver.

— Esatto — disse. — E questo è solo un aspetto del problema. Tutto questo progetto è una chimera.

— Ne hai forse uno migliore? — domandò Cleaver placidamente.

— Lo spero. Mi sembra che noi abbiamo molto da imparare dai Lithiani, così come i Lithiani hanno molto da imparare da noi. Il loro sistema sociale funziona come la più perfetta delle nostre macchine e ciò, a quanto pare, senza nessuna costrizione sull’individuo. È una società fondamentalmente liberale per quanto riguarda i diritti dell’individuo, eppure, nello stesso tempo, essa non tende mai verso la totale disorganizzazione, o verso il tipo di gandhismo che tiene legata la gente alla fattoria dei padri e al sistema di distribuzione nomadico. È in equilibrio, e non in equilibrio precario: è in un perfetto equilibrio chimico.

«L’idea, quindi, di utilizzare Lithia come impianto per la fabbricazione di bombe a fusione è il più assurdo anacronismo in cui mi sia mai imbattuto, così grossolano come lo sarebbe l’idea di equipaggiare una nave interstellare con galeotti al remo, vele e così via. È proprio qui, su Lithia, che si trova il segreto vero, il segreto che renderà le bombe d’ogni specie, e tutto il resto degli armamenti antisociali, inutili e antiquati come la corazza e la cotta di maglia.

«Senza contare… un momento, Paul, non ho ancora finito… senza contare che i Lithiani sono di parecchi secoli più avanti di noi in certi campi, come noi lo siamo più di loro in certi altri. Dovresti vedere quello che sono capaci di fare nelle discipline miste, come l’istochimica, l’immunodinamica, la biofisica, la teratassonomia, la genetica osmotica, l’elettrolimnologia e una cinquantina di altri campi. Se tu avessi saputo guardare, avresti visto.

«Abbiamo molto di meglio da fare, direi, che limitarci a votare per l’apertura del pianeta. Il fatto essenziale è che abbiamo bisogno di Lithia. È questo che dovremo dire nel nostro rapporto.»

Michelis scivolò giù dal davanzale e guardò tutti, a uno a uno, ma soprattutto Ruiz-Sanchez, che gli rivolse un sorriso: ma un sorriso tanto angosciato quanto d’ammirazione, prima di abbassare di nuovo lo sguardo.

— Allora, Agronski? — disse Cleaver, sputando le parole come pallottole che avesse schiacciato fra i denti, come un ferito della Guerra di Secessione durante un’operazione condotta senza anestesia. — Che ne dici ora? Ti piace questo bel quadretto?

— Sì, mi piace — rispose Agronski, lentamente ma con fermezza. Era una sua virtù, come, spesso, una fonte di esasperazione per gli altri, dire esattamente quello che pensava nell’istante in cui ne veniva richiesto. — Quello che dice Mike mi sembra sensato. Da lui non mi aspettavo di meno, se posso dirlo. E inoltre ci ha detto quello che pensava, senza cercar di farci pensare come lui con manovre più o meno losche.

— Oh, ma non fare il fesso! — sbraitò Cleaver. — Siamo scienziati o giovani esploratori? Ogni individuo razionale, alle prese con una maggioranza di buoni samaritani in servizio permanente effettivo, avrebbe preso le stesse precauzioni che ho preso io!

— Può darsi — disse Agronski. — Ma non ne sono tanto sicuro. Che cosa c’è di tanto stupido nell’essere animati di buone intenzioni? È forse un male fare il bene? Preferisci essere un «cattivo samaritano», qualunque cosa esso sia? Le tue precauzioni mi sembrano più che mai la confessione di qualche punto debole nel tuo ragionamento. Quanto a me, non mi piace venir raggirato; e non mi piace nemmeno che mi si dia del fesso.

— Oh, per l’amor di Dio…

— Ora stammi bene a sentire — continuò Agronski, senza nemmeno tirare il fiato. — Prima che tu mi dica altre insolenze, intendo dirti che secondo me hai più ragione di Mike. Non mi piacciono i tuoi metodi, ma il tuo progetto mi sembra ragionevole. Mike ha distratto buona parte delle tue tesi, lo ammetto; ma per quel che mi riguarda, sei sempre tu che conduci, anche se di corta misura. — Fece una pausa, respirando affannoso, e fissando il fisico con occhi truculenti. — Di corta misura, Paul. Ecco tutto. Non dimenticarlo.

Michelis rimase in piedi ancora per un istante. Quindi, stringendosi nelle spalle, tornò al suo sgabello e sedette, le mani chiuse fra le ginocchia, in un gesto d’impotenza.

— Ho fatto del mio meglio, Ramon — disse. — Ma per il momento sembra che io abbia fatto fiasco. Vedete voi, ora, quello che potrete fare voi.

Ruiz-Sanchez trasse un profondo sospiro. Ciò che stava per fare, lo avrebbe fatto soffrire per tutto il resto della sua vita, anche se il passar del tempo guarisce ogni ferita. La decisione gli era già costata molte ore di concentrazione, di sofferenza, di dubbio. Ma sentiva che non c’era altro da fare.

— Non sono d’accordo con nessuno di voi — disse, — se non con Cleaver. Esattamente con lui, penso che si debba votare in senso sfavorevole, ma con l’aggiunga di una menzione speciale: X-1.

Gli occhi di Michelis si sbarrarono, colmi di stupore. Cleaver sembrava non credere alle proprie orecchie.

— X-1… ma è il simbolo che si dà ai pianeti in quarantena — disse Michelis con voce roca. — In realtà non capisco…

— Sì, Mike, esattamente. Voto che Lithia sia tagliata fuori da ogni contatto con la razza umana. Non solo per il presente, o per il prossimo secolo, ma per sempre.