"- Arthur Charles Clarke - 2001 - Odissea Nello Spazio" - читать интересную книгу автора (Clarke Arthur C)avrebbero potuto trasportarla con loro, ma non esistevano energie in
eccesso per simili atti di bontр. La femmina dovette essere lasciata indietro a ristabilirsi, possibilmente, con le proprie risorse. Tornando alle caverne, quella sera, passarono accanto allo stesso luogo; non si vedeva nemmeno pi∙ un osso. Nell'ultima luce del giorno, guardandosi attorno ansiosamente, timorosi dei primi predatori, bevvero frettolosamente al torrente e incominciarono l'ascesa verso le caverne. Si trovavano ancora a cento metri dalla Nuova Pietra quando il suono incominciЄ. Era appena percettibile, eppure li indusse a immobilizzarsi, per cui rimasero come paralizzati sulla pista, con le mascelle pendule. Semplice vibrazione che si ripeteva in modo esasperante, il suono pulsava fuori dal cristallo, e ipnotizzava chiunque venisse a trovarsi entro il suo incantesimo. Per la prima volta, e l'ultima durante tre milioni di anni, il suono dei tamburi venne udito in Africa. La pulsazione divenne pi∙ forte, pi∙ insistente. Di lь a poco gli uomini-scimmia incominciarono ad avanzare, come sonnambuli, verso la sorgente di quel suono coercitivo. A volte eseguivano piccoli passi di danza, mentre il loro sangue reagiva a ritmi che i loro discendenti non avrebbero creato ancora per epoche. Completamente estasiati, si riunirono intorno al monolito, dimenticando le privazioni della giornata, i pericoli del crepuscolo imminente, e la fame che avevano nel ventre. Il tambureggiare divenne pi∙ forte, la notte si fece pi∙ scura. E mentre cominciЄ a splendere. Perdette dapprima la propria trasparenza, e si soffuse di una luminescenza pallida e lattea. Fantasmi allettanti, mal definiti, si muovevano sulla sua superficie e nelle profonditр. Si fusero in fasci di luce e d'ombra, poi formarono disegni intersecati, raggiati, che incominciarono adagio a ruotare. Sempre e sempre pi∙ rapide girarono le ruote di luce, e il pulsare dei tamburi accelerЄ con esse. Ormai del tutto ipnotizzati, gli uominiscimmia potevano soltanto fissare, con le mascelle pendule, quello stupefacente sfoggio pirotecnico. Avevano giр dimenticato gli istinti dei progenitori e le lezioni di un'intera vita; non uno di essi, normalmente, sarebbe rimasto cosь lontano dalla caverna, a un'ora cosь tarda della sera. Poichщ la boscaglia circostante era piena di forme immobili e di occhi fissi, mentre le creature della notte sospendevano la loro attivitр per vedere che cosa sarebbe accaduto ancora. A questo punto le turbinanti ruote di luce incominciarono a fondersi e i raggi si unirono formando fasci luminosi che adagio indietreggiarono in lontananza, ruotando intanto sui loro assi. Si suddivisero a coppie, e la conseguente serie di linee incominciЄ a oscillare, una linea sull'altra, diagonalmente, mutando adagio gli angoli di intersezione. Forme geometriche fantastiche, fuggevoli, apparivano e scomparivano baluginanti, mentre le splendenti griglie si intrecciavano e si districavano; e gli uominiscimmia stettero a guardare, prigionieri ipnotizzati del cristallo luminoso. |
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