"James Herbert - Fluke" - читать интересную книгу автора (Herbert James)L'odore di cibo mi mandava in delirio.
тАФ Ha avuto anche qualche brava ragazza. Ma non ├и stato capace di tenersele. Quando hanno capito che tipo era sono scappate un chilometro lonta-no. Non cambier├а pi├╣, ormai. Arnold! ├И quasi pronto! Non ti mettere a dormire! Bacon, uova, altre salsicce. Oh Dio! Cominci├▓ a imburrare il pa-ne mentre io non mi allontana-vo di un millimetro dai fornel-li, incurante del grasso che frig-geva e una goccia del quale, di quando in quando, cadeva sul pavimento. Bella mi allontan├▓ con un piede e vuot├▓ la padel-la in un piatto. Mise il piatto sul tavolo e frug├▓ in un casset-to per cercare forchetta e col-tello. тАФ Arnold! ├И pronto! тАФ chia-m├▓ lei. Il figlio non rispose. Con un grugnito e uno sguardo deciso Bella usc├м dalla cucina. Quel piatto abbandonato sul tavolo mi chiamava. Per colmo di sfortuna la se-dia su cui prima Bella si era se-duta era ancora accostata al ta-volo. Ci saltai sopra e mancai il colpo; riprovai con furia e fi-nalmente potei appoggiare le zampe sul piano del tavolo. In quei pochi secondi in cui Bella rimase di l├а divorai due fette di bacon e una salsiccia e mez-za. Le uova le tenevo per ulti-me. Bella ud├м, insieme, sia il mio guaito d'allarme sia il grido di rabbia di Arnold. Balzai dalla sedia appena in tempo per evi-tare le mani ad artiglio dell'uo-mo, che si era slanciato per af-ferrarmi alla gola. Fortunata-mente Bella era l├м accanto e lo ferm├▓ con il suo corpo massic-cio. Lui la urt├▓ e cadde Ma avevo offeso anche Bel-la. Vidi contrarsi i muscoli del suo avambraccio e capii che si accingeva a punirmi, cos├м cer-cai di tenere il tavolo di cucina tra me e lei. La donna non si cur├▓ dei goffi tentativi che Ar-nold faceva per rialzarsi e si di-resse verso di me. Aspettai fino a che non ebbe girato intorno al tavolo e non fu che a qualche passo da me; stavo abbassato sulle zampe davanti, il mento che sfiorava il pavimento, i quarti posteriosi ritti e vibran-ti: sfrecciai sotto il tavolo pun-tando verso la porta aperta, e finii dritto tra le mani di Ar-nold. Mi tir├▓ su per la pelle del collo, stringendo forte con en-trambe le mani. Si rialz├▓ a fa-tica e avvicin├▓ la sua faccia diabolica a pochi centimetri dal mio muso. Io mi contorce-vo disperatamente, e ci├▓ gli fe-ce perdere l'equilibrio: dovet-te appoggiarsi al tavolo. Le mie zampe posteriori si agitavano disperatamente per trovare un appoggio: ci├▓ che rimaneva del suo pasto schizz├▓ via in tutte le direzioni, insieme al suo pa-ne imburrato, alla salsa di pomodoro e a Dio sa che altro. тАФ Lo ammazzo! тАФ riusc├м a gridare prima che gli azzannas-si il naso sottile. (E sono sicu-ro che anche oggi porta i se-gni dei miei denti.) тАФ Tiralo via! тАФ grid├▓ a sua madre, e io sentii che dita gros-se come banane mi prendeva-no. Bella mi strapp├▓ via e io ebbi il piacere di vedere il suo naso sanguinante. Lui si copr├м la parte offesa con entrambe le mani e cominci├▓ a saltellare. тАФ Oh Ges├╣ oh Ges├╣ тАФ diceva Bella. тАФ Devi andartene via. Non ti posso tenere, adesso. Mi port├▓ fuori della cucina in fretta, nascondendomi col suo corpo alla vista di suo figlio che continuava |
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