"James Herbert - Fluke" - читать интересную книгу автора (Herbert James)senza fermarmi mai, e per un cucciolo questa ├и una bella di-stanza.
Mi sedetti sul freddo pavi-mento di pietra e cercai di ri-prendere il controllo dei nervi. Credo di essere rimasto accucciato laggi├╣, troppo stanco per muovermi, per un'ora e pi├╣. Ero troppo esausto per pensa-re, e l'eccitazione della fuga era scomparsa insieme alle mie forze. Il rumore di un passo pesante: alzai la testa di scat-to e rizzai le orecchie. Fino a quel momento non mi ero reso conto di quanto fosse pi├╣ acuto il mio udito di cane: passarono molti secondi prima che chi camminava si facesse vedere. Una figura immensa apparve sulla porta, togliendo la poca luce che riusciva a filtrare nel pozzo delle scale; vidi, in con-troluce, che si trattava di una donna enorme. Potrebbe forse sembrare esagerato dire che es-sa occupava tutto il mio campo visivo, ma a me sembr├▓ proprio cos├м. Era come se quella mole stesse per avvilupparmi, per ro-tolarmi addosso in modo che io, spiaccicato, non sarei stato altro che un sottile strato di carne sopra agli innumerevoli stra-ti di carne e grasso che gi├а la ricoprivano. Mi feci piccolo piccolo e strisciai sul pavimen-to: non c'era orgoglio o sfida in me, n├й virilit├а che tenesse a freno la codardia infinita che mi invadeva, perch├й non ero pi├╣ uomo. Ma il mio terrore di-minu├м un poco ascoltando le pa-role di lei. тАФ Ciao, cane. Che ci fai qui? тАФ Era una voce grossa co-me il suo corpo, rimbombante e stridente; ma il tono cordiale indicava che era piacevolmente sorpresa. Appoggi├▓ a terra con un grugnito le sporte ricolme e si pieg├▓, enorme, su di me. тАФ Da dove vieni, eh? Ti sei perso? L'accento era londinese pu-ro: East e South London, pro-babilmente. Mi sottrassi alla mano protesa, anche se la qua-lit├а della sua voce non era per nulla allarmante: ma sapevo che se fossi stato afferrato da quelle dita simili a salsicce non avrei potuto fare nulla. Ma la donna era paziente. E dalle sue dita carnose Dapprima annusai piano, co-me a piccoli sorsi, per cos├м dire a naso stretto; poi aspirai a pie-ni polmoni e la bocca mi si riemp├м di saliva. Sporsi la lin-gua e roteai gli occhi per l'esta-si. Cosa non mangiava quella donna! Sentivo l'odore di ba-con, fagioli, un aroma piccan-te di carne che non conoscevo, formaggio, pane, burro - oh, il burro! - marmellata (non mol-to buono, questo), cipolle, pomodoro, un altro tipo di car-ne (manzo, credo) e altri, tan-ti altri. Un sottile aroma ter-roso era la nota dominante, co-me se avesse appena tirato fuo-ri patate dalla terra; e invece di darmi noia sottolineava l'in-credibile squisitezza del tutto. Ecco una persona che crede-va nel cibo, che lo adorava con le mani e con il palato; nessun utensile d'acciaio inossidabile ritardava il passaggio del cibo dal piatto alle mandibole in movimento perenne: il viaggio poteva compiersi pi├╣ in fretta e con un carico pi├╣ abbondante senza intermediari, usando le dita. A ogni leccata la mia de-vozione ingigantiva. Quando ebbi leccato ben be-ne quella mano grassa, assapo-randone tutti i profumi, solo al-lora rivolsi la mia attenzione al resto della donna. In mezzo a una faccia am-pia, color ruggine, due occhi blu mi guardavano sorridenti. Una faccia color ruggine? Oh s├м, saresti veramente sorpreso dai valori che hanno i volti de-gli uomini se potessi vederli co-me li vedo io. Vene rosse e blu s'intrecciavano sulle guance carnose e arrossate appena sot-to la pelle. Altri colori appari-vano sul viso di lei - gialli e arancioni, per lo pi├╣ - mutan-do e sfumando continuamente insieme al sangue che circolava ritmicamente nella sua carne. Dal mento spuntava qualche pelo bruno o grigio, dritto co-me gli aculei di un porcospi-no; rughe profonde si rincor-revano a ricoprire le guance, salivano sulla fronte, s'intrec-ciavano e si mescolavano, s'in-crociavano e si attenuavano fi-no a svanire. Una faccia mera-vigliosa! |
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