"Demon" - читать интересную книгу автора (Varley John)DODICISi riunirono nella stanza dalla quale Adam era stato portato via. Conal li guardò entrare, uno dopo l'altro. La testa gli faceva ancora spaventosamente male, ma era poca cosa rispetto alla sensazione di paura che aleggiava su di lui. I tre titanidi erano bagnati fradici, ma non se ne curavano. Cirocco pure era zuppa, e sembrava che neppure se ne accorgesse. Chris invece si era procurato un asciugamano e se lo stava strofinando addosso. Aveva un'aria esausta e distaccata. Conal non immaginava il tormento che straziava l'animo di Chris, ma poteva coglierne in lui qualche sintomo esteriore. Anche Robin era da strizzare, e tremava come una foglia. Quand'ebbe finito, Chris le porse l'asciugamano. Nova… Aveva ancora indosso la giacca di Conal. Se la teneva ferma sulle spalle con una mano, ed era percorsa da brividi violenti quasi come quelli che scuotevano sua madre. E sebbene indossasse la giacca e la mantenesse ferma al suo posto, in realtà non faceva alcun tentativo di coprire il proprio corpo. A ogni modo le arrivava solo fino in vita, quindi non sarebbe servita a molto. Lei sporgeva il braccio ferito affinché Rocky ci potesse lavorare, e non le importava nulla che in quel modo le rimanesse scoperto un seno. Nova pareva priva di pudore fisico. Conal c'era già abituato con Cirocco, e notava spesso tale atteggiamento in individui residenti da lungo tempo a Bellinzona. Ma era inconsueto in gente arrivata da poco. Se la ricordava rincantucciata contro di lui, lassù, nella sua camera da letto. Erano istanti che non avrebbe dimenticato tanto facilmente. E, per il momento, pareva incapace di levarle gli occhi di dosso. — Ti farò molto male — avvertì Rocky. — I dottori non dicono cose del genere — obiettò Nova. — Anzi, promettono sempre di non farti sentire quasi nulla. — Ma io non sono un dottore. Sono un guaritore, e ti avverto che sentirai parecchio male. Rocky versò la soluzione antisettica sulle ferite di Nova e si diede a ripulirle. Il volto della ragazza si raggelò, poi prese un'espressione tremenda, ma Nova non fiatò. Conal pensò che quella lì doveva proprio essere matta. Era capitato a lui pure di trovarsi nella necessità di farsi medicare ferite di zombi. Bisognava che Rocky si spingesse a esplorare la lesione in profondità, per esser certo di estrarre sin la più piccola particella infetta. Beccarsi anche solo una zaffata di zombi significava doversene stare a letto per una settimana. Ma con lacerazioni come quelle di Nova… Fu costretto a guardare altrove. Non aveva mai avuto uno stomaco forte. Immobile come una roccia, Cirocco aveva atteso che la compagnia fosse riunita al completo. Ora che tutti erano presenti, non perse tempo. — Chi c'era nella stanza con Adam, quando è stato rapito? A Conal si ghiacciò il cuore in petto. Vide che Chris scrutava attorno, fronte aggrottata, cercando di raccogliere le idee. — Io e Robin eravamo alla stanza della Strega. Quando sono arrivato qui… — Ho fatto una semplice domanda — lo interruppe Cirocco. — Voglio solo sapere chi c'era qui dentro. Ci serve un punto di partenza. — Non c'era nessuno — disse Conal, deglutendo a fatica. Cirocco si volse a fronteggiarlo. — E tu come fai a saperlo? — Perché quando ho sentito l'urlo sono corso di sopra… Cirocco continuò a fissarlo. Non era in vena di gingillarsi, quindi la sua occhiata non dovette durare molto più di un paio di secondi, e quei secondi non impiegarono molto più d'una ventina d'anni, per trascorrere… — Ti avevo detto di proteggerlo, a tutti i costi — osservò con voce piatta. Per un incommensurabile istante le bocche dei due altiforni gemelli gli si spalancarono dinnanzi. Poi Cirocco distolse lo sguardo, e Conal riuscì di nuovo a respirare. Intervenne Chris in tono deciso. — Non è giusto prendersela con lui, Cirocco. Che altro avrebbe dovuto fare, Conal, quando ha sentito l'urlo di Nova? Far finta di nulla? Come poteva sapere che… Cirocco fissò Chris dritto negli occhi, ed egli non ebbe nient'altro da dire. — Non farmi perdere tempo, Chris, di giustizia ne parleremo un'altra volta. È vero, pensò Conal. Nessuno ti ha mai detto che sarebbe stato giusto. Hai osato avvicinarti al più vecchio, al più maligno, al più paranoico essere umano del sistema solare… e adesso stai cercando di tirar fuori un uomo, da quel ch'è rimasto. — Cirocco, e allora Nova? — domandò Robin. — Chris non avrebbe potuto… — Stai zitta, Robin. — Capitano… — incominciò Rocky. — Stai zitto, Rocky. Diversi presenti, Nova compresa, cercarono di parlare tutti in una volta. — Ho detto silenzio. Non sarebbe esatto affermare che Cirocco alzò la voce: si limitò a usare un tono che non ammetteva discussioni. E non attese che tutti facessero silenzio. Quando un istante dopo l'intero uditorio tacque, lei s'era già reimmersa nel flusso del suo ragionamento. — So quanto veloce possa volare un angelo. Non sono riuscita a vederlo abbastanza bene da poter definire il clan di appartenenza. Esistono venticinque diverse specie di angeli, e non ce n'è due che vadano d'accordo fra di loro, quindi non è da escludersi che possiamo ottenere aiuto da altri stormi. La loro autonomia di volo è limitata. Supponendo che quello fosse diretto a Pandemonio… — Ma perché non lo lasciamo semplicemente andare per i fatti suoi? — borbottò Nova. Cirocco percorse due rapidi passi e schiaffeggiò Nova in pieno volto, con tale durezza che la giovane fu scaraventata a terra. Si tirò a sedere sul pavimento, la bocca sanguinante, e Cirocco le puntò un dito contro. — Ragazza, non sono disposta a sopportarti oltre. Questo è il primo e ultimo avvertimento che ti do. O ti decidi a crescere maledettamente in fretta e a unirti alla razza umana, o è molto probabile che mi capiterà di ammazzarti, e mi dispiacerebbe se accadesse, perché Robin è mia amica. Adesso discuteremo come salvare la vita di un essere umano che guarda caso è tuo fratello, e tu parlerai solo se interrogata. Neanche stavolta Cirocco aveva alzato la voce. Non che ce ne fosse bisogno. Nova sedeva a terra piegata su un fianco, sbigottita, incapace ormai persino di provare umiliazione. Nella caduta, la giacca di Conal le era scivolata via dalle spalle. Fino a qualche minuto prima, tale circostanza avrebbe senza dubbio destato l'interesse di Conal, ma adesso non la degnò nemmeno di un'occhiata mentre Rocky l'aiutava a rialzarsi. Cirocco aveva bisogno di lui, e Nova s'era ormai rivelata semplicemente un'altra femmina qualunque, e sciocca, per giunta. — Dietro questo c'è la mano di Gea. Gaby mi aveva avvertito che il bambino era importante. Ma non so perché Gea lo vuole. Forse solamente per indurmi a ingaggiare battaglia con lei, cosa che sta tentando da anni. Ma Gea non l'ha preso, ancora. Lei è in Iperione, dunque lontanissimo di qui. Ora c'è una cosa che devo sapere. Chris, era già morto lo zombi quando sei entrato in camera di Nova? — Proprio così. — E quello nel corridoio? — Quando sono arrivato non c'era ancora, e quando sono uscito era steso lì sul pavimento. — È stato qualcuno di voi a ucciderlo? — Cirocco girò attorno lo sguardo sui presenti, e tutti fecero segno di no. — E quello in sala musica? Racconta. — Mi preparavo a combatterlo, ma lui è semplicemente stramazzato a terra. — Però quello che ha preso Adam se n'è andato. — Si rivolse a Nova. — Tu cosa gli hai fatto al primo? — Gli ho sparato — mormorò Nova. — Gli ho sparato… tre volte. — In quel modo non potevi ammazzarlo. E dopo cos'hai fatto? — Gli ho tirato addosso la pistola. Cirocco aspettò. — Gli ho tirato il letto. E poi altre cose. — Nova si strinse debolmente nelle spalle. Appariva ancora sconvolta. — Il vaso, la lampada, il cro… — Un pallore assoluto le invase la faccia. — — U-u-una cosa c-cheavé-cheavévo f-fatto. — Non ti toccherò, Nova, ma tu La risposta di Nova giunse in sussurro quasi inaudibile. — …un filtro d'amore… — Aveva preso qualche ingrediente in cucina — le venne in aiuto Serpentone. Cirocco si volse di spalle e rimase diversi secondi in silenzio. Nessuno azzardò un gesto. Infine tornò a girarsi verso di loro. — Chris — disse, puntandogli l'indice. — Radio. Tre. Portale qui, poi raggiungimi alla grotta. Chris filò fuori senza fiatare. — Valiha. Prendi una radio e corri a Bellinzona più in fretta che puoi. Dirama un appello generale a tutti i titanidi ancora fedeli alla loro Maga. Voglio zombi vivi, tutti quelli che riuscite a trovare. Non rischiare la vita per procurarteli, e rimani in contatto radio con me. — Sì, Capitano. — Rocky, tu rimani qui. Ti darò altre istruzioni quando avremo scoperto come intendono portare Adam a Pandemonio. — Sì, Capitano. — Serpentone. Appena hai la radio dirigiti a ovest, senza sprecare energie. Non puoi andare più veloce di un angelo, ma cercheremo di guidarti dall'alto. Vai armato. — Sì, Capitano. — Conal, tu vieni con me. Robin, Nova, voi potete venire con me o rimanere qui, come preferite. Mentre stava uscendo dalla stanza, le capitò di dare un calcio a una delle uova titanidi con le quali aveva giocato Adam, sparse qua e là sul pavimento. S'immobilizzò, poi raggiunse a lenti passi la parete contro cui l'uovo s'era andato a fermare, e si chinò a raccoglierlo. Cirocco tenne l'uovo controluce osservandolo attentamente, e per la prima volta a memoria d'uomo la Maga apparve sbigottita. L'uovo era trasparente. Lo lasciò cadere, e per un istante rimase lì ferma, con le spalle curve. — Rocky — disse. — Raccogli tutte queste uova. Assicurati di averle ritrovate tutte. Fai a pezzi i mobili, strappa i cuscini, ma non lasciarne in giro neanche una. Chris ti comunicherà il numero esatto per radio dopo che saremo partiti. Quando sarai certo di averle ritrovate tutte, distruggile. Le fu necessario uno sforzo tremendo, ma riuscì a distogliere la mente dalla questione delle uova titanidi per concentrarsi sul problema più impellente. Sia Robin che Nova avevano deciso di unirsi a lei. Non cercò di dissuaderle, né chiese loro i motivi di quella scelta. La seguirono attraverso la giungla e poi su per la collina, fino alla caverna. Era sorprendente vedere con quanta rapidità avesse recuperato l'abitudine al comando. Basandosi su quella che non le era parso di poter definire una propensione naturale, e in un'epoca in cui esistevano ancora pochi modelli femminili cui rifarsi, tantissimi anni prima aveva lavorato accanitamente, per apprendere come si faceva a comandare. Aveva parlato con un numero sterminato di vecchi capitani di marina, alcuni dei quali avevano comandato navi addirittura al tempo della Prima Guerra Nucleare. Poi erano venuti i capitani spaziali, e tradizioni del tutto nuove, nuovi modi di affrontare le cose… Il passato, però, non era interamente morto. La gente continuava più o meno a rimanere uguale a se stessa. Magari un po' più disposta a lasciarsi comandare da una donna di quanto non fosse stata nel 1944, ma i problemi ìnsiti nella necessità di assicurarsi l'automatica obbedienza e meritarsi il rispetto che avrebbero dato linfa a un forte, unito e leale equipaggio, erano in gran parte gli stessi di sempre. C'erano migliaia di cose che si potevano imparare, infiniti sistemi che si potevano adottare per raggiungere quell'incerta posizione dalla quale diveniva possibile convincere uomini e donne a obbedire ai propri ordini. La NASA aveva patrocinato corsi di addestramento al comando, e Cirocco li aveva frequentati tutti. S'era anche indotta a leggere autobiografie di grandi condottieri e uomini di stato. Sapeva, dentro di sé, di non possedere attitudine al comando. La sua era tutta e solo una facciata, ma a tenerla in piedi ventiquattr'ore al giorno, nessuno se ne sarebbe accorto. La sua prima missione di comando le era sfuggita di mano. Dopo il naufragio su Gea, non era più stata capace di ricomporre i superstiti in un gruppo organizzato. Ognuno se n'era andato per la sua strada, a parte Gaby e Bill, e per molti anni, dopo quell'esperienza, una profonda sensazione di fallimento aveva continuato a gravarle sull'animo. La NASA si era allarmata, quando solo due dei sette membri dell'equipaggio del Ringmaster s'erano fatti convincere a tornare sulla Tefra, ed era andata su tutte le furie allorché aveva saputo che tra i cinque disertori c'era anche il Capitano. Ma la NASA era un organismo civile, e capitan Cirocco, dopo avere adempiuto quello che riteneva fosse il proprio dovere, raccontando tutto quanto conosceva sull'accaduto e sulle cause del medesimo, si era sentita pienamente autorizzata a rassegnare le dimissioni dall'incarico in un luogo di sua scelta. La NASA, per quanto desiderasse farlo, non foss'altro che in absentia, non poteva sottoporla a corte marziale. Aveva pertanto adottato gli equivalenti provvedimenti civili, mettendo su una dozzina di commissioni d'inchiesta. Cirocco aveva avuto quasi un secolo per pensarci. Durante tutto quel tempo aveva dedicato lunghe riflessioni alle problematiche legate all'arte del comando. Era giunta alla conclusione che esistono differenti generi di capi. Alcuni sono buoni, altri cattivi. E probabile che esistano capi del tutto esenti dai dubbi che avevano assillato lei, individui assolutamente sicuri di sé e di ogni loro scelta. Ci sono capi egocentrici, monomaniaci, megalomani, gente come Attila, Alessandro, Carlomagno, Mussolini, Patton, Suslov, uomini ossessionati, uomini incapaci di dominare le proprie pulsioni, spesso psicotici o paranoici. Persone del genere possono anch'essere buoni condottieri d'uomini, ma Cirocco era dell'opinione che, tutto sommato, il mondo diviene un posto decisamente peggiore, quando gente come quella si mette in testa di conformarlo alle proprie idee. Da decenni, ormai, Cirocco era stata sollevata da quel genere di responsabilità. E si sentiva assai più soddisfatta, quando nessuno dipendeva da lei e lei non doveva dipendere da nessuno. Nel corso degli ultimi vent'anni, la sua unica responsabilità era consistita nel mantenersi viva, quasi a ogni costo. Adesso, forse, le cose stavano cambiando. Era bello, però, in caso di necessità, scoprire quanto rapidamente le riusciva di cambiare marcia. Chris li raggiunse proprio mentre arrivavano alla grotta. Era alta, larga, profonda: un luogo perfetto per conservarvi parte dell'arsenale di Cirocco. Essa pareva indifesa e aperta a tutti, ma in realtà disponeva di guardiani così ben nascosti che un intruso avrebbe potuto camminarvi sopra senza neppure accorgersene. Cirocco aveva portato quelle creature da Rea, ove un tempo esse avevano custodito un antico idolo, e aveva trovato il modo di riprogrammare i loro semplici cervelli per adeguarli alle proprie necessità. Esse non facevano alcun caso ai titanidi, ma qualunque umano non accompagnato da Chris o Cirocco sarebbe morto ancor prima di mettere piede nella caverna. Dentro attendevano gli aerei. Ce n'erano sei, ma tre di loro erano stati via via parzialmente smontati per fornire parti di ricambio agli altri tre. Vent'anni prima, quando Cirocco li aveva acquistati e se li era fatti trasportare su Gea, quelli erano apparecchi all'avanguardia. La tecnica non aveva fatto grandi progressi, in tredici anni, ristagnando poi del tutto dall'inizio della guerra. Erano velivoli magnifici, straordinari, che con i goffi dinosauri su cui Cirocco s'era addestrata in gioventù avevano lo stesso rapporto esistente fra un jet supersonico e il trabiccolo dei fratelli Wright… pur se la differenza non sarebbe apparsa così evidente, a un osservatore inesperto. Cirocco incominciò la sua ispezione. — Chris, quand'è stata l'ultima volta che li hai provati? — Circa mezzo chiloriv fa, Capitano, come previsto dal tuo calendario. Non ho avuto problemi con il Due e il Quattro, ma tra breve l'Otto avrà bisogno di una riguardatina. — Non importa. Non ci servirà. Robin, Nova, siete capaci di pilotare? — Pilotare un aereo? — chiese Robin. — Temo proprio di no, Capitano. — Non c'è bisogno di esagerare, con questo "Capitano". — Io… quand'eravamo… ho gui-guidato… un… — Parla chiaro, ragazza. Non ti picchierò più, te lo prometto. — Sì, ho fatto un po' di volo a vela — spiegò Nova a mezza voce. — Avevamo degli alianti, e scendevamo lungo l'asse, e… — Ne ho sentito parlare — tagliò corto Cirocco. Ci rifletté qualche istante, continuando a passare in rivista il Libellula Due, che era il più piccolo degli aerei utilizzabili e l'unico a essere già piazzato sulla catapulta. — Sempre meglio che niente. Conal, tu guiderai questo, e Nova verrà con te. Falle prendere dimestichezza con le manovre fondamentali, se ti avanza un po' di tempo. Sali subito a bordo, metti in moto e inizia i controlli. Chris, prepara cinque unità di sopravvivenza. Equipaggiamento base, razioni supplementari, armi leggere, fucili, vestiario. Qualunque altra cosa utile che ti venga in mente e non pesi troppo. — Tute antiproiettile? Cirocco esitò, fece per dire qualcosa, poi diede ascolto alla voce del suo istinto. — Sì. Nova può indossarne una delle mie. Trova per Robin la misura più piccola che puoi, e… — Ho capito — disse Chris. La osservava con attenzione, a palpebre socchiuse. — Che facciamo coi cannoncini? Vuoi che li carichi? Cirocco ridiede un'occhiata d'insieme al Due, che portava pezzi di grosso calibro incastonati nelle ali trasparenti. — Sì. Preferisco di sì. Robin, dagli una mano. Andò a prendere due cassette di munizioni per i cannoncini alari e predispose al tiro le due armi, ascoltando intanto Conal che eseguiva prove di ricetrasmissione con i titanidi. Mentre Chris e Robin caricavano l'equipaggiamento nello spazio dietro i sedili, richiuse con un colpo secco le calotte di protezione. — State lontani! — avvertì Conal, e sparò una salva di prova da entrambe le armi. I colpi rimbombarono pesantemente nelle viscere della caverna. Cirocco trascinò attraverso il pavimento, della grotta la manichetta del carburante e la collegò saldamente alla fusoliera, poi rimase a guardare mentre il grosso serbatoio retrattile si riempiva al massimo della capacità. — Monta su — disse a Nova. — In che punto posso arrampicarmi? — Dove ti pare. Questo aggeggio è infinitamente più robusto di quel che sembra. — Capiva la preoccupazione di Nova. La prima volta che aveva visto le Libellule, Cirocco aveva pensato che doveva essere stato commesso un terribile errore. Quelle trappole parevano mucchi di attaccapanni coperti di cellofan. Nova s'inerpicò dentro, e Cirocco le richiuse il portello alle spalle. Vide che Conal le mostrava come allacciarsi la cintura. — Attenzione! — gridò Conal di nuovo, appena udibile dall'interno della cabina. Il propulsore si mise in moto. Risultava chiaramente visibile attraverso la fusoliera trasparente: un metro circa di lunghezza, con un diametro d'una ventina di centimetri. A una prima occhiata poteva sembrare semplice ed essenziale come un becco Bunsen, ma si trattava di un'impressione sostanzialmente ingannevole, sebbene in parte rispondente al vero. In esso non v'era quasi presenza di metallo. Era fatto di ceramica, avvolgimenti di carbonio e materie plastiche. La sua turbina girava a velocità che sarebbero state impossibili da ottenere senza l'uso di cuscinetti prodotti in ambienti a gravità zero, e raggiungeva temperature che avrebbero vaporizzato qualunque materiale in uso ai tempi in cui Cirocco era giovane. L'aereo sputacchiò una sola nuvoletta di fumo, mentre il motore si arroventava passando rapidamente dal rosso all'arancio al giallo. Conal attivò la catapulta, e l'aereo venne lanciato in aria. Dopo duecento metri incominciò a curvare, puntando direttamente verso l'alto. — Datemi una mano con questo — disse Cirocco. Robin e Chris afferrarono l'estremità dell'altra ala e la coda del Libellula Quattro, e tutti insieme lo sollevarono facilmente andando a posizionarlo sulla catapulta. Chris si dedicò a fare il pieno di carburante, mentre Robin caricava l'equipaggiamento e Cirocco, seduta al posto di pilotaggio, compiva i controlli preliminari. Il Quattro era disarmato. Cirocco dedicò a questo fatto un istante d'inquieta riflessione, poi allontanò il pensiero dalla mente. Non riusciva a immaginare a cosa potesse servire l'armamento del Due, ma partiva dal presupposto che visto che c'era, sarebbe stato sciocco non mettersi in condizione di poterlo eventualmente usare. — Conal, mi ricevi? — Forte e chiaro, Capitano. — Dove ti trovi? — In direzione est da Tuxedo Junction, Capitano. — Chiamami Cirocco, e mantieniti a cinquemila sull'attuale posizione fino a nuovo ordine. — Roger, Cirocco. — Valiha, Rocky, Serpentone, mi ricevete? Risposero tutti affermativamente, e Cirocco disse a Nova di trasmettere a Rocky la ricetta e gl'ingredienti del suo filtro d'amore. Non appena i rifornimenti di carburante e provviste furono completi, Chris salì a bordo sistemandosi sui due sedili posteriori, e Robin si accomodò accanto a Cirocco, che mise in moto. Quando il propulsore fu a regime, Cirocco si volse a Robin. — Appoggia bene la testa indietro — le disse. — Quest'affare scalpita come un puledro. E balzarono nel vento. |
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