"L’uomo disintegrato" - читать интересную книгу автора (Bester Alfred)

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August T8 si faceva pagare mille dollari per un’ora di analisi — non una somma enorme, dato che raramente gli si chiedeva più di un’ora del suo tempo prezioso — ma i suoi guadagni erano di ottomila dollari al giorno, quarantamila alla settimana, due milioni all’anno. La gente conosceva queste cifre ma non sapeva quale percentuale lui versasse alla Lega per l’istruzione degli esper, e per l’attuazione del piano eugenetico della Lega di estensione della percezione extrasensoriale a tutti. August T8 lo sapeva; quel 95 % che doveva pagare era una nota assai dolente per lui. Per questo motivo non aveva mai accettato con piena convinzione il Voto di Galeno. Lo aveva quasi accettato, quasi, ma non completamente. Era per questo Non completamente che il suo nome era segnato nell’elenco sotto la voce CORRUZIONE (DA TENTARSI).

Reich entrò direttamente nell’ufficio di consultazione di T8, diede un’occhiata alla sua figura, vagamente sproporzionata all’ambiente, poi si sedette e mormorò: — Analizzatemi, presto.

— Siete Ben Reich della Sacramento. Dieci bilioni di dollari. State battendovi in una lotta mortale con la compagnia D’Courtney. Odiate D’Courtney? Questa mattina gli avete offerto di fondere le vostre due aziende. Ha rifiutato. Disperato, avete deciso di… — T8 s’interruppe.

— Continuate — disse Reich.

— Di uccidere D’Courtney come prima mossa per impadronirvi della sua industria. Vi occorre un aiuto. In cambio offrite… Qui il vostro pensiero si fa vago.

— Un milione di dollari. In segreto. Senza tasse né versamenti alla Lega.

— Assurdo.

— Analizzatemi. Che cos’ho in tasca?

— Cinque smeraldi del valore di ventimila dollari l’uno. Se continuate su questo tono, signor Reich, dovrò denunciarvi.

— Centomila dollari, pagamento immediato.

Reich tolse di tasca le pietre preziose e le gettò sulla scrivania, dove rotolarono come ciottoli color verde cupo. T8 le fissò, affascinato.

— Centomila dollari alla settimana, per dieci settimane. Non sarà necessario altro tempo perché tutto sia fatto. Nessuno scritto, nessuna complicazione, nessun pericolo. Pensate ancora di denunciarmi?

— È impossibile — disse T8, accarezzando avidamente con lo sguardo le pietre.

— È possibile con il vostro aiuto.

— Non posso far niente per aiutarvi.

— Un esper di primo grado. Come posso credervi? Come posso credere che non siate capace di farla al mondo intero?

— No — disse T8 decisamente. — Non può andare. Dovrò denunciarvi, signor Reich.

— Aspettate. Volete scoprire perché, quando mi soffermavo a riflettere sulle condizioni di pagamento, il mio pensiero si faceva nebuloso? Leggete più a fondo in me. Quanto sono disposto a pagare? Qual è il mio limite massimo?

T8 socchiuse gli occhi. Il suo viso da manichino si contrasse in un’espressione penosa. Poi i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa.

— Ma non lo pensate seriamente! — esclamò.

— Sì che lo penso — mormorò Reich. — E, quel che più conta sapete che è un’offerta fatta in buona fede. Potete credermi. Metto a vostra disposizione tutte le ricchezze di cui mi troverò in possesso. Vi assicuro che soddisferò ogni capriccio, ogni desiderio, ogni passione che potrete avere per il resto della vostra vita. Leggetemi dentro. Sono sincero? Manterrò la mia parola?

— Sì — ammise T8, con riluttanza.

Raccolse le pietre e le rigirò tra le dita. Socchiuse gli occhi e disse: — Negli ultimi anni non si conosce un solo delitto premeditato che sia riuscito. Gli esper rendono impossibile che l’assassino mascheri le proprie intenzioni prima di metterle in esecuzione. O, se pure si riesce a sfuggire alla loro onniveggenza prima del delitto, è impossibile, poi, celare loro la colpa.

— Gli esper non possono testimoniare in tribunale.

— Vero, ma una volta che un esper abbia scoperto il colpevole, può procurarsi testimonianze obiettive per comprovare i risultati acquisiti telepaticamente. Powell, l’ispettore capo del Reparto psicologico, è implacabile. — T8 spalancò gli occhi. — Rivolete i vostri smeraldi?

— No — disse Reich. — Riflettete con me sulla situazione. I delitti sono sempre stati scoperti perché nessun assassino ha avuto l’acume di servirsi di una telespia, o almeno, se ne ha avuto idea non ha potuto sobbarcarsi le spese necessarie. Io ne ho la possibilità.

— Sì.

— Sto per combattere una guerra — continuò Reich. — Sto per battermi con la società in un duello all’ultimo sangue. Consideriamolo come un problema di tattica e di strategia. Il mio problema è quello di qualunque esercito. Audacia, valore, e fede non sono sufficienti. Un esercito deve essere coadiuvato da un servizio di spionaggio. Io ho bisogno di voi per il mio.

— D’accordo.

— Io combatterò sul campo, voi sarete il servizio di spionaggio. Bisognerà ch’io sappia dove si troverà D’Courtney, dove potrò colpire, quando potrò colpire. Del delitto mi occuperò io; ma voi dovrete dirmi quando e dove sarà più opportuno eseguirlo.

— Capito.

— Per prima cosa dovrò occupare il campo, penetrare attraverso la rete difensiva che circonda D’Courtney. Ciò richiede da parte vostra un’azione di ricognizione. Dovrete prevenire ogni interferenza, controllare le mosse degli individui normali e individuare le telespie, avvertirmi della loro presenza e bloccarle se non posso evitarle. Dovrete rimanere sulla scena dopo il delitto. Scoprire chi è sospettato dalla polizia e perché. Se saprò che i sospetti si appuntano contro di me, sarò in grado di allontanarli. Se saprò che si dirigono contro qualcun altro, potrò rafforzarli. Mi sento di affrontare questa guerra, e di vincerla con il vostro aiuto. Non è la verità? Scrutatemi.

Dopo una lunga pausa T8 disse: — È la verità. Possiamo farcela. — Raccolse gli smeraldi e se li mise in tasca con gesto conclusivo. — Stasera ci sarà una riunione a casa di Preston Powell. Vi parteciperà il medico di D’Courtney. Inizierò la ricognizione. Può darsi che riesca a individuare i progetti e la destinazione di D’Courtney. Penso che mi sarà possibile.

— E non avete paura dell’implacabile Powell?

T8 sorrise sprezzantemente. — Se ciò fosse, signor Reich, mi sarei forse arrischiato ad accettare la vostra proposta?

Reich sorrise, alzandosi per andare. Non tese neppure la mano per salutare.

— Signor Reich? — disse T8 improvvisamente.

Reich lo guardò.

— La faccenda del grido continuerà. L’Uomo senza Volto non è il simbolo di D’Courtney o dell’assassinio.

Che cosa? Oh, maledizione, gli incubi, ancora? Ma come lo sapete? Come…

— Non fate l’idiota! Pensate di poter fare dei giochetti simili con un esper di primo grado?

E quei dannati incubi?

— Dubito che qualcuno ve ne possa dare la spiegazione, all’infuori di un esper di primo grado, e naturalmente non credo che oserete consultarne un altro dopo questo nostro colloquio.

E voi siete quello che dovrà aiutarmi?

— Questa è la mia arma. Così siamo su un piano di parità.


Come tutti gli esper di grado superiore, Preston Powell viveva solo in una casa appartata.

Abitare in un grande edificio sarebbe stato per un esper, specialmente per uno di primo grado, come vivere in un inferno di scoperte emozioni.

Powell abitava una casetta di pietra sulla Hudson Ramp, sovrastante il fiume Hudson. Consisteva in sole quattro stanze; di sopra camera da letto e studio, sotto salotto e cucina. Le pareti erano rivestite di madreperla iridescente, di bianco opale, in quel momento, con stucchi e mensole in stile Adam XVIII secolo.

Tutti gli esper avevano bisogno di frequenti cambiamenti dell’ambiente in cui vivevano per poter mantenere inalterata la propria sensibilità. Powell era in quel momento nella sua fase georgiana.

Non c’era personale di servizio in casa: Powell preferiva fare da sé. Se ne stava in cucina, a trafficare intorno alla cena fredda per gli ospiti, fischiettando un motivo ossessivo. Era alto e dinoccolato, flemmatico, sulla quarantina. La folta massa di capelli, precocemente incanutiti, contrastava con le sopracciglia nerissime e gli occhi bruni e profondi. Aveva un naso grande, prominente, quasi arrogante. La bocca larga, pareva sempre pronta a incresparsi al riso.

Osservando la parte inferiore del volto di Powell lo si sarebbe detto il più simpatico individuo che si potesse incontrare. Ma osservando la parte superiore si aveva l’impressione che fosse la persona più triste del mondo. A chiedergli il perché, avrebbe risposto che era l’uno e l’altro, o né l’uno né l’altro, a seconda di chi gli poneva la domanda e della ragione per cui gliela poneva.

Faceva parte del suo destino di esper quello di essere multiforme: una personalità dai molti aspetti e dalle molte sfaccettature. Gli esper non possedevano un carattere riconoscibile, non potevano che reagire alle esigenze delle diverse situazioni: vi davano la risposta che ansiosamente attendevate ed era questa facoltà di reazione immediata che li rendeva tanto popolari e li circondava di un alone di mistero. Gli uomini comuni li circuivano tenacemente offrendo loro Amicizia e Solidarietà, e gli esper li sfuggivano disperatamente, incapaci di spiegare a quei sordomuti che le loro offerte erano unilaterali, che non vi poteva essere un autentico rapporto là dove uno dava tutto e l’altro prendeva tutto, e che solo gli esper potevano aiutarsi gli uni con gli altri su un piano di uguaglianza.


Il campanello della porta suonò. Powell gettò un’occhiata all’orologio, sorpreso — era molto presto — poi trasmise il segnale di Aperto in do diesis alla serratura a scatto telepatico. Questa ricevette il messaggio e la porta d’ingresso si aprì.

Subito gli giunse l’onda di una sensazione familiare.

Mary Noyes, venuta ad aiutare il povero scapolo a preparare il ricevimento! Brava!

Speravo che tu avessi bisogno di me, Pres.

Ogni ospite uomo ha bisogno di un’ospite donna. Mary, come me la devo cavare con ì tost?

Ho ideato proprio ora una nuova ricetta. Li preparerò io.

Col chutney.

Chutney?

Sì, certo, una cosa normalissima, tesoro.

Strano genere di criptotosti!

Entrò nella cucina. Era piccola di statura, ma alta e flessuosa agli occhi della mente; bruna all’apparenza, ma di un candore gelato nell’essenza.


Francamente Ellery non credo che

Abbiamo portato continuerai

Galen per a lavorare per

festeggiarlo la Sacramento

Ha appena

sostenuto l’esame alla Lega

Se ed è stato classificato

ti interessa secondo grado

Powell ha

abbiamo l’intenzione di

eleggerti dichiarare

Presidente illecito lo

Toast? spionaggio

Sì, della Sacramento

T8, grazie Mary

ho in cura sono

D’Courtney deliziosi

lo aspetto qui

in città

molto presto


Akins! Chervil! T8! Coraggio! Guardate un po’ tutti che razza di schema telepatico abbiamo costruito!

Cessò il chiacchierio telepatico. Gli ospiti scoppiarono in una risata.

Mi sembra di essere in un asilo infantile. Abbiate un po’ di pietà per il vostro ospite, vi prego. Me ne andrò via di corsa se continueremo a creare questo caos. Un po’ di ordine, vi supplico. Dico ordine, non mi azzardo neppure a dire armonia.

— Senti, Pres, definisci un po’ questo schema.


Scusa Noi pensavamo

T8 che fosse ma io

Alan Seaver il candidato

all’elezione non

sono disposto Pres

che essendo a rivelarti

tra i non sposati

potrebbe nuocere niente

riguardo alla

presenza Lega

cioè ai suoi di D’Courtney

piani eugenetici perché non

Grazie Mary capto il suo arrivo


— Che cosa importa la definizione?

— Di’, di’. Tessuto? Curve matematiche? Musica? Disegno architettonico?

— Tutto quel che volete. Purché non mi facciate dolere il cervello.

Ci fu un altro generale scoppio di risa. Poi il campanello squillò ancora e Alan Seaver (un secondo grado, avvocato, di un’equità definita solare) fece il suo ingresso con una ragazza. Era piccola e timida, attraente, sconosciuta a tutti. Il suo complesso telepatico era ingenuo e non eccessivamente pronto a reagire. Era evidentemente un terzo grado.

Umilissime scuse per il ritardo. Fiori d’arancio e nozze ne sono il motivo. Ho fatto la mia domanda per strada. Questa è Helen Post.

— E io temo di aver accettato — disse Helen.

— Non parlare — sbottò Seaver. — Non siamo qui a schiamazzare come i terzo grado. — Ti avevo raccomandato di non parlare.

—  Me n’ero dimenticata — balbettò, e il colore della sua vergogna e della sua paura riempì la camera. Seaver le gettava occhiate di fuoco. Powell si avvicinò alla ragazza, le prese la mano tremante e le invase la mente di un caldo flusso di simpatia.

— Non badateci, Helen. È un povero secondo grado, uno snob, un arrivato. Io sono Preston Powell, il vostro ospite. Faccio da Sherlock Holmes per la polizia. Se Alan vi maltratta ci penserò io a farlo pentire. Venite a far la conoscenza di quei fenomeni dei vostri colleghi telepati. — La condusse in giro per il salotto. Questo è Gus T8, un medicastro. Vicino a lui sono Sam è Sally Akins. Sam è della stessa razza dei T8. Lei è una bambinaia…

Sherlock non sa pronunciare Psicologia Pediatra. Siete la ragazza più carina che io abbia mai visto, Helen. Sto tempestando di nere minacce Sam che farebbe meglio a smetterla di baciarvi.

G… grazie… voglio dire, vi ringrazio.

In una lampeggiante trasmissione telepatica Powell e Akins s’impegnarono in un melodrammatico duello mentale in difesa della ragazza, mentre Seaver li richiamava all’ordine, intimando loro la resa; Sally sfregò insieme due fiammiferi come per dar fuoco ai due rivali ed eliminarli.

La ragazza rise e cominciò a sentirsi più a suo agio.

Quel grassone seduto sul pavimento è Wally Chervil, un secondo grado. La bionda sulle sue ginocchia è June, sua moglie. June è giornalista. Quello è il loro figlio, Galen, sta parlando con Ellery West. Gally non ha ancora fatto l’esame di secondo grado.

Il giovane Galen Chervil, indignato, fece notare che era già stato classificato secondo grado e che era un anno che non aveva dovuto ricorrere a parole di sorta per farsi capire. Powell lo bloccò dinanzi alla soglia cosciente della ragazza e gli spiegò la ragione di quel deliberato errore; non voleva cioè che la poverina si sentisse troppo sola tra tutti quei primo e secondo grado.

— Oh — disse Galen. — Già, fratello e sorella di terzo grado, ecco che cosa siamo, signorina Post. E sono ben contento che siate venuta! Tutte queste bravissime telespie cominciavano a impaurirmi.

— Ho avuto un po’ di paura all’inizio, ora non più.

E questa è la vostra ospite, Helen. Mary Noyes.

Piacere, Helen. Un tost?

Grazie. Hanno un aspetto delizioso.

E ora che ne direste di un gioco? interruppe Powell prontamente. Avete voglia di giocare ai rebus?

Jeremy Church, rannicchiato nell’ombra del portico di pietra, stava addossato alla porta di servizio della casa di Powell, con la mente tesa in ascolto. Era pieno di risentimento, di odio, di disprezzo e si sentiva morir di fame. Era un avvocato esper di secondo grado e moriva di fame. L’ostracismo della Lega era la causa della sua miseria.

Attraverso il sottile pannello di legno d’acero filtrava il vario e complesso diagramma mentale della riunione, uno schema mutevole, esaltante, in continua trasformazione. E Church, esper di secondo grado, che da dieci anni viveva in una dieta di sole parole, si sentiva morir di fame per la sua vera forma di comunicazione.

La ragione per cui ho accennato a D’Courtney è che mi trovo proprio ora ad avere in cura un caso che mi sembra simile.

T8 stava conversando avido di ottenere altre notizie, con Akins.

Oh, davvero? Molto interessante. Mi piacciono gli studi comparativi. Peccato che D’Courtney non sarà spesso a mia disposizione. Akins era un modello di discrezione: e in effetti T8 aveva l’aria di essere a caccia di qualcosa. Forse non lo era, ma certamente si impegnava con lui in un gioco di fughe, di attacco e di difesa, come uno schermidore che si circondi della protezione di un complicato circuito elettrico.

Senti un po’, Al, credo che tu sia stato un po’ brusco con quella povera ragazza. Powell, che aveva fatto espellere Church dalla Lega, si curvava con il suo grande naso a minacciare scherzosamente l’avvocato.

Povera ragazza? Vuoi dire stupida ragazza, Pres. Mio Dio! Puoi pensare a un essere meno dotato per una riunione?

Ma è solo un terzo grado, Al, sii gentile con lei.

Ma mi fa soffrire con il suo comportamento.

E tu pensi che sia una cosa ben fatta sposare una ragazza se la giudichi in modo così negativo?

Non fare l’asino romantico, Pres. Noi dobbiamo sposarci per forza tra colleghi. Tanto vale scegliersi una ragazza carina.

Che ne diresti se la Lega eleggesse presidente Powell, Ellery? Era Chervil a porre la domanda, con il suo sorriso espressivo e la sua pancia imponente.

Presidente, dici?

Sì.

È un uomo in gamba. Romantico, ma molto in gamba. Il candidato perfetto, se solo si decidesse a sposarsi.

Proprio questo è il suo lato romantico. Non riesce a trovare la ragazza ideale.

Ma non è così per tutti voi? Grazie a Dio non sono di primo grado.

Poi un tintinnio di vetri rotti, dalla cucina, e Powell che se la prendeva con T8 con la sua solita aria di predicatore.

Non importa per il bicchiere, Gus. Ho dovuto lasciarlo cadere per distogliere l’attenzione degli altri da te. Emani radiazioni d’ansietà come un asteroide ricco di materiale radioattivo.

E va bene, Powell.

Va bene un accidente. Che cos’è tutta questa faccenda con Ben Reich?

T8, da quel sudicio verme che era, si sentì terrorizzato.

Pareva di vederlo tremare al di là della cortina difensiva con cui subito bloccò l’interferenza di Powell.

Ben Reich? Cosa ti ha fatto pensare a lui?

Tu, Gus. È tutta la sera che si aggira nella tua zona precosciente. Era inevitabile che me ne accorgessi.

Ti sbagli, Powell. Si tratta di qualcun altro e tu hai captato male la direzione dell’onda telepatica.

Parla: hai a che fare con Ben Reich?

No, affatto.

Bene, ascolta il consiglio di un vecchio amico. Reich può metterti nei guai. Sta’ attento. Ricordi Jerry Church? Reich l’ha rovinato. Bada che non capiti la stessa cosa anche a te.

L’omino se la batté, impaurito, e Powell rimase in cucina, calmo e flemmatico, a raccogliere i cocci del bicchiere mentre Church si rannicchiava infreddolito contro la porta di servizio, cercando di soffocare l’impeto d’odio che gli ribolliva nel cuore. Il giovane Chervil si esibiva in onore della fidanzata di Al facendo la parodia telepatica di una vecchia canzone d’amore; roba da collegiali. Le signore discutevano animatamente in belle curve geometriche. Akins e West si scambiavano idee in un intersecarsi seducente di figure telepatiche che rendevano anche più acuta e dolorosa la nostalgia di Church.

Church, vuoi bere qualcosa?

La porta di servizio si aprì, L’alta figura di Powell si disegnò nella luce, un bicchiere colmo in mano. Il chiarore delle stelle si rifletteva pallido sul suo viso. I suoi profondi occhi velati erano pieni di pietà e di comprensione. Come abbagliato, Church si drizzò in piedi e prese timidamente il bicchiere che Powell gli offriva.

Non parlarne alla Lega. Sarebbe un inferno, per me, se sapessero che ho infranto gli ordini. Povero Jerry… Bisogna che facciamo qualcosa per te. Dieci anni sono troppi.

Church buttò il bicchiere in faccia a Powell, poi si volse e fuggì, versando invisibili lacrime d’ira e di autocompassione.